Non
l’hanno visto tutte ma l’hanno visto in molte “Il diario di Bridget Jones”
di Helen Fielding portato recentemente sul grande schermo. Bridget, la single trentenne più famosa di Londra, è
diventata di celluloide. La sua storia è una delle tante storie e si basa su un
concetto estremamente semplice: vivere da single. Eppure, pagina dopo pagina,
scena dopo scena, ci si accorge che non sempre questa condizione è una scelta.
Bridget è una donna in carriera, vive sola, è autonoma, frequenta un
gruppo di amici e nessuno la stressa quando rientra tardi la sera o beve un
bicchiere di troppo. Ma poi il bicchiere diventa una bottiglia, la sigaretta un
intero pacchetto, lo spuntino notturno un’abbuffata compulsiva. In
realtà, Bridget cerca un uomo, un uomo con il quale non dividere solamente il
letto ma trascorrere la propria vita. La ricerca si rivela, però, subito
difficile.Chi può dire con tutta onestà di essere single per scelta? Forse
solamente chi è passato per l’inferno può realmente affermare che, a volte,
è meglio essere soli che mal accompagnati! In tutti i restanti casi, la
risposta potrebbe trovarsi nel non aver ancora conosciuto l’anima gemella ed
è per questo motivo che, spesso, si preferisce dire agli altri che si è soli
per una propria decisione. La vera scelta resta in ogni modo quella di poter
decidere con chi trascorrere la propria vita e non se trascorrerla o meno con
qualcuno!Da sempre il rapporto con
l’altro nasce dal bisogno di essere in due, bisogno che è culturalmente
determinato e fa parte dell’ereditarietà biologica legata alla sopravvivenza
della specie e dell’individuo. La scelta di un compagno inizia, infatti, con
la pubertà, per poi proseguire con l’età adulta. Si parte da bisogni
d’appoggio/sostegno o da bisogni narcisistici (cercare un partner che sia
uguale a noi o come desidereremmo essere) che sono prevalentemente di tipo
immaturo, per arrivare a quelli di complementarietà, di integrazione, di
scambio in cui ci si preoccupa in maniera paritetica dei propri bisogni e di
quelli dell’altro (vita mea-vita tua).
di Benedetta Barbanti
http://barbanti.cjb.net