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Lei parla troppo, lui non l’ascolta

 

Li hanno definiti Marte e Venere, Sole e Luna, Terra e Acqua, ma sono semplicemente uomini e donne. Universi paralleli, che a volte riescono a compenetrarsi e a fondersi magicamente. Eppure, le diversità esistono; col tempo possono aumentare, anche attenuarsi e sfumare, ma alla fine, restano sempre. “Che cosa vogliono gli uomini?”: le donne si sono già date una risposta da molto tempo; sono gli uomini che sembrano non avere ancora completamente compreso quanta ricchezza, novità e complessità nasconda la donna del nuovo millennio.  Nella commedia “What women wont” con Mel Gibson ed Helen Hunt, è il pubblicitario Nick Marshall, maschilista e donnaiolo, a domandarsi “Che cosa vogliono le donne?”, e a diventare, in seguito ad una scossa elettrica che gli fa acquisire il dono della telepatia, il miglior complice di queste ultime. Sfortunatamente noi non viviamo in una fiction e continuiamo a ripeterci come un disco rotto “io non la/lo capisco”, “lui/lei non mi capisce”. Allora, ecco che entra in scena l’amica/o del cuore che dispensa consigli come fossero prescrizioni mediche! “Non fare così.. dai retta a chi c’è già passata/o prima di te!” E di questo passo, le ricette su come affrontare il rapporto con l’altro si tramandano da una generazione all’altra come i racconti popolari che si arricchiscono man mano di nuovi contorni e che a tutto servono fuorché trovare un linguaggio comprensibile per entrambi i sessi! Ma è proprio la diversità, sì quella connotazione che più di tutte ci disturba e che fatichiamo ad apprezzare in una relazione, a favorire quella gamma di emozioni, sentimenti e comportamenti che ha la funzione di rinvigorire, rinnovare e mantenere, nel tempo, un rapporto di coppia. “Dov’è allora il problema?” direte voi; “Nella domanda sbagliata” rispondo io. Occorre infatti chiedersi: “In che modo affrontiamo gli eventi, i problemi, le insicurezze e i desideri?” L’uomo usa una logica di potere ed ha bisogno di comprendere la situazione oltre che di sentirsi compreso. Ragiona seguendo lo schema “definizione del problema e sua soluzione” e per interessarsi all’altro ha bisogno di sentirsi valorizzato.  Quando la soluzione non si presenta con immediatezza e con successo, allora il problema viene accantonato; l’uomo sceglie di isolarsi, o di occuparsi del proprio lavoro smisuratamente, e a minimizzare gli stati d’animo. La donna parte, invece, da una “logica di relazione” ed ha bisogno di parlare, sentirsi ascoltata, amata ed accettata. Ragiona pensando che la cosa importante è stare vicini, darsi affetto e per essere coinvolta ha bisogno di sentirsi importante, al primo posto. Tende a parlare dei problemi, a confidarsi, a chiedere consigli alle amiche e a soffocare il partner con critiche ed apprezzamenti. In definitiva, lui pensa che lei parli troppo, lei che lui non l’ascolti... Non c’è bisogno della sfera di cristallo per intuire che il rapporto con l’altro sesso non resterà esente da difficoltà neppure in questo secolo! Non sorridete della prossima esortazione: donne parlate di meno e uomini ascoltate di più: la lettura del pensiero non è di questo mondo...

di Benedetta Barbanti

  http://barbanti.cjb.net

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