INTERVISTE a Gianni Lanari
-MENSILE INSIEME Agosto 2011 "Dove sei? Aiuto!" di Margherita Geronimo
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/03/2011 "Rubrica DOMANDE&RISPOSTE SESSO PSICHE: Mio fratello è dipendente dai videogiochi?"
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/03/2011 "Rubrica DOMANDE&RISPOSTE SESSO PSICHE: Mi piace spiare le donne".
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 24/09/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mio marito mi tradisce su internet".
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 17/09/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono diventata matta"?
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 03/09/2010" Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mangia troppo e si vergogna del suo corpo".
-Dal magazine "IO BIMBO" Giugno 2010 "Il suo senso del pudore" di Silvia Finazzi
-MENSILE AIRONE Giugno 2010 "Fate come vi dico io".
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/06/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: E' dipendente dal gioco in Borsa".
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 16/04/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Non riusciamo ad avere rapporti completi".
-Dal magazine "IO BIMBO" Marzo 2010 "Come scegliere il regalo giusto" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 26/03/2010 " Il pronto soccorso di coppia" di Lorenzo Oliviero
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 12/03/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: E' possibile che sia dipendente dalla rete?"
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 05/03/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: L'irascibilità premestruale"
-SETTIMANALE INTIMITA' 03/03/2010 "Se la malinconia della neomamma diventa depressione" di Livia Pettinelli
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 26/02/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Ho l'impulso di rubare"
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 12/02/2010"Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: E' normale che si ecciti se setto i tacchi?"
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 05/02/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: La fobia per gli uccelli."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 29/01/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Teme di essere malato."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 08/01/2010"Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Non raggiungo l'orgasmo."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 24/12/2009"Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: In amore lui è troppo veloce."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/12/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono sempre stanca."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/09/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Una coppia disinteressata."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/09/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Capelli e capelli: che fissazione!
-MENSILE BIMBISANI & BELLI Agosto 2009 "Un amico a quattro zampe" di Camilla Buffoli
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 10/07/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il mio ragazzo è un feticista?"
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 17/04/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono troppo frettoloso."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 27/03/2009 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il primo amore del figlio."
- 20/03/2009 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono una spiona sessuale?"
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 13/03/2009 "Obiettivo: famosi a tutti i costi." di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 06/03/2009 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mio marito non mi desidera più."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 06/02/2009 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Lui soffre di eiaculazione precoce."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 21/11/2008 "Mamma, mi sono fidanzato!" di Lorenzo Olivero
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 14/11/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Gli adolescenti dormono poco?"
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 17/10/2008 "Si droga? C'è un test per scoprirlo" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 10/10/2008 "Film vietati ai minori. Sono pericolosi?" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 19/09/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Questo è mobbing?"
- SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 19/09/2008 "Il benessere? Va coltivato" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 01/08/2008 "Mi vergogno del mio cognome" di Camilla Buffoli
-IL TIRRENO 18/07/2008 "In spiaggia ci si abbronza anche con il pc" di Elisa D'Alto
-
PAN
– Rivista Trimestrale LIDAP (Lega Italiana contro i Disturbi d’Ansia, da
Agorafobia e da Attacchi di Panico)
n. 2-3/2008
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 07/07/2008"rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il sesso non mi piace."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 02/06/2008"Vado in vacanza, che stress!" di Lorenzo Olivero
-MENSILE NATURAL STYLE maggio 2008" Caro, proviamo a capirci " di Margherita Geronimo
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 02/05/2008 "Non riesco a smettere di fumare."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 02/05/2008 "Ho paura che mi venga un infarto."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/04/2008 "Dopo l'incidente non riesco più a guidare."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/04/2008 "Sorelle: amiche o nemiche?" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 28/03/2008 "Perfezionismo. Virtù o mania?" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 14/03/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono ossessionata dal sesso."
-MENSILE FOX Marzo 2008 "Schiavi del web" di Marco Faletti
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/01/2008"Scuole superiori. E'ora di scegliere" di Valeria Ghitti
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/01/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il sesso? Non gli interessa."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/01/2008 "NATALE. C'é anche chi lo odia" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 12/10/2007 "Pregare aiuta a stare meglio?"di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 05/10/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Che cos'è la psicoterapia cognitiva?."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 31/08/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: L'ansia mi blocca."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 31/08/2007 "Non e vero, ma ci credo" di Norberto Festo
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 24/08/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Lo stress mi attanaglia."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 27/07/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il mio ragazzo è un esibizionista."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 27/07/2007 "Servono i compiti delle vacanze?" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 20/07/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mia figlia è anoressica?."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 20/07/2007 "40 anni e vive ancora con la mamma" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 20/07/2007 "PASSIVI O AGGRESSIVI ? MEGLIO ASSERTIVI" di Valeria Ghitti
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 06/07/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Non smette di giocare."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 06/07/2007 "Cucina che ti passa" di Valeria Ghitti
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 29/06/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mio Figlio fa uso di cocaina."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 08/06/2007 "Burraco, il gioco che piace alle donne" di Camilla Buffoli
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 08/06/2007 "Gemelli: la loro individualità va rispettata" di Camilla Buffoli
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 01/06/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Con le mani nei capelli."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 01/06/2007 "Volontariato fa bene anche a se stessi" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 25/05/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono una caffeinomane?."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/05/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mio marito soffre di pornodipendenza web?."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/05/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Traumatizzato da un incidente."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 27/04/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mi abbuffo e sto male."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 20/04/2007 "Il nonno vuole fare un viaggio" di Rossana Pessione
-SETTIMANALE DI TUTTO 16/04/2007 "Il talamo nuziale si sdoppia. Ed è boom per le CAMERE DA LETTO SEPARATE" di Monica Marzano
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 06/04/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Con gli altri sono a disagio."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 30/03/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Ho delle paure assurde!"
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 16/03/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Come riconoscere gli attacchi di panico?"
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 09/03/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Lavo le mani di continuo."
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 23/02/2007 "Scherzi della parola: colpa dell'inconscio?" di Nadia Accardi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI12/01/2007 "Parenti serpenti"di Claudia Ziliani
-SETTIMANALE VIVERSANI 24/11/2006 "Sempre più figli unici" di Lorenzo Olivero
-MENSILE BENEFIT Ottobre 2006 "I nuovi complici della ciccia" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 29/09/2006 "Vincere il mal da rientro" di Lorenzo Olivero
-SETTIMANALE DONNA MODERNA 23/08/2006 "Il panico ti attacca? E tu attaccalo" di Laura D'Orsi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 18/08/2006 "Attacchi di panico: possono diventare positivi" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 4/08/2006 "Chi ha paura delle vacanze?" di Silvia Finazzi
-MENSILE INSIEME Agosto 2006 "Spiaggia. Lui dov'è?" di Margherita Geronimo
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 5/05/2006 "Quando diventare papà fa paura" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 17/03/2006 "Bacio di donna" di Lorenzo Olivero
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 17/02/2006 "L'ossessione dello shopping" di Valeria Ghitti
-MENSILE BIMBISANI & BELLI Febbraio 2006 "Perchè mi sento così triste? La depressione post-partum, un fenomeno dalle molte sfaccettature" di Silvia Finazzi
-PORTALE LIBERO.IT 27/01/2006 "Problemi di coppia."
-MENSILE DONNA IN FORMA Dicembre 2005 "Per essere sexy basta volerlo" di Annamaria D'Alessandro e Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 16/12/2005 "Dislessia: vincerla si può" di Silvia Finazzi
-LA STAMPA web 7/12/2005 "Pornodipendenza web: Il fenomeno sommerso del popolo della rete" di Ivan Fulco
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/11/2005 "L'amore che non ti aspetti" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 7/10/2005 "Piromani: perchè appiccano il fuoco" di Sonia Parzani
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 26/08/2005 "Se ti piace l'uomo di un'altra" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 29/07/2005 "Perchè si sparla" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 10/06/2005 "Dai sfogo alla tua rabbia" di Silvia Finazzi
-MENSILE BENEFIT Giugno 2005 "La coppia che scoppia" di Arrigo Ribolla
-MENSILE BENEFIT Aprile 2005 "Il manuale del primo incontro" di Vera Pigorini
-SETTIMANALE DONNA MODERNA 9/03/2005 "Le piccole, grandi vergogne" di Serena Viviani
-SETTIMANALE PANORAMA 24/02/2005 "Aiuto web per pornotossici" di Angelo Sica
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 18/02/2005 "Collezionismo: passione o mania?" di Silvia Finazzi
-YOURSELF il magazine della psicologia Gennaio 2005 "Nell'era delle veline" di Chiara Settingiano
-SETTIMANALE ANNA 21/12/2004 "Acqua in bocca" di Paola Brianti
-MENSILE BENEFIT Dicembre 2004 "Il giocattolo giusto" di Silvia Finazzi
-YOURSELF il magazine della psicologia Novembre 2004 "Amica pigrizia ovvero: in fuga dalla fatica"di Barbara Songia
-MENSILE STARBENE Novembre 2004 "Fai con noi il tagliando!" di Roberto Sonaglia
-MENSILE BENEFIT Novembre 2004 "Lui, lei e....i soldi" di Silvia Finazzi
-SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 15/10/2004 "Gemelli: uguali ma diversi" di Silvia Finazzi
-PER ME - MENSILE FEMMINILE DI PSICOLOGIA Agosto 2004 "Da dove nasce la paura dell'acqua" di Gian Marco Merlo
- MF (il quotidiano dei mercati finanziari) 10/08/2004 "E' il momento di staccare la spina" articolo di Giuseppe Di Vittorio
- MENSILE BENEFIT Agosto 2004 "Miss e Veline - che cos'hanno in testa?" di Nadia Accardi
- SETTIMANALE BELLA 8/06/2004 "Perché sono così incostante?" di Silvia Finazzi
- BORSA & FINANZA 24/04/2004 "Malati di trading, il rischio è reale" di Andrea Fiorini
- MENSILE BENEFIT Aprile 2004 "La scuola multietnica" di Silvia Finazzi
- POLIZIA MODERNA Mensile Ufficiale della Polizia di Stato Marzo 2004 "Affari magici" di Annalisa Bucchieri
- MENSILE MEDICINA & SALUTE Marzo 2004 "Depressione: il male oscuro della mente" di Pasquale Navarra
- LA REPUBBLICA - inserto SALUTE - 18 Settembre 2003 "Fanno paura responsabilità e novità."
- ABITARE A ROMA - quindicinale di informazione - 2/10/2003 "Servizio Psicoinforma dal vivo."
- MENSILE MARIE CLAIRE Aprile 2003 "Self Help Web" di Mariangela Masino
- MF (il quotidiano dei mercati finanziari) 4/03/2003 "Tol, quando la passione diventa dipendenza" articolo di Giuseppe Di Vittorio
- BABELE - Periodico Quadrimestrale dell'Associazione Sammarinese degli Psicologi n.23 Gennaio 2003 "Settimana Nazionale della Prevenzione Psicologica"
- BOLLETTINO ORDINE PSICOLOGI REGIONE ABRUZZO Novembre 2002 "Settimana Nazionale della Prevenzione Psicologica"
- PSYCHIATRY ON LINE - Periodico Mensile di Informazione Medico Scientifica - Novembre 2002 - "Settimana Nazionale della Prevenzione Psicologica"
-MENSILE MEN'S HEALTH Settembre 2002 "Quando ti prende il PANICO" di Lorenza Guidotti
- MENSILE JACK (GRUNER MONDADORI) Novembre 2001 inchiesta "Pericolo: Prozac gratuito" di Anna Alberti
- RAI 3 26/10/2001 programma televisivo " Fobie: conviverci o curarle?"
- RADIO VATICANA 05/05/2001 "Trasmissione Orizzonti Cristiani - puntata dedicata alla DEPRESSIONE"
- DONNA MODERNA del 23 Gennaio 2002 "Ma le donne sono brave investitrici?" articolo di Mattia Pagnini
- MF (il quotidiano dei mercati finanziari) 20/02/2001 "Lo Psicologo: no all'eccesso di ottimismo o di pessimismo. Alla ricerca dell'equilibrio" articolo di Giuseppe di Vittorio
INTERVISTE AL CISP
- PSYCHOLOGIES MAGAZINE Ottobre 2005 "Affrontare la perdita di una persona cara"
- NEWS SETTIMANALE 21/09/2005 "Emergenza droga - alla ricerca di un dialogo" di Alessandro Valdina
- Mensile BENEFIT Agosto 2005 "Il vestito secondo lo psicoanalista"di Silvia Finazzi
-VITA magazine 25/05/2005 "Un gruppo di auto mutuo aiuto per chi ha perso il partner" di Gabriella Meroni
Dal MENSILE INSIEME Agosto 2011 "Dove sei? Aiuto!" di Margherita Geronimo
"...il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che si sono ottime strategie da adottare preventivamente per evitare di perdere d'occhio il proprio bambino al mare... è comunque importante non spaventare il bambino nel prepararlo ad affrontare un'eventuale situazione di tale tipo, altrimenti percepirà il mondo esterno come pericoloso e ostile e sarà sopraffatto della paura..."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 08/07/2011"Rubrica DOMANDE&RISPOSTE SESSO PSICHE: Mio marito è ossessionato dal peso". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Mio marito si è messo a dieta. Ha perso 20 chili in due anni, mangiando meno e meglio, aumentando l'attività fisica e io sono stata molto contenta per lui e l'ho sempre incoraggiato. Lui ora ha raggiunto il peso ideale, ma sembra ossessionato dalla dieta, mangia poco, fa molto esercizio fisico e si pesa ogni giorno. Mi devo preoccupare?" Marica, Bologna
"...La scelta del suo marito di perdere 20 chili di sovrappeso è stata probabilmente salutare e ha stimolato comportamenti che hanno migliorato il suo stile di vita: mangiare meglio e fare attività fisica. Lo dimostra anche il fatto che ha perso peso con gradualità. Dalle sue poche righe lei mi sembra, però, spaventata che suo marito continui a mangiare porzioni ridotte, a fare molto esercizio e a pesarsi e le sembra quasi "ossessionato". L'eventuale disturbo anoressico, seppure raramente, può presentarsi anche negli uomini in età matura. Ciò che lo caratterizza è la presenza di un marcato sottopeso, ossia il rifiuto di mantenere un peso che sia anche al limite minimo ritenuto normale per età e statura, accompagnato da un'intensa preoccupazione di ingrassare, anche quando si è sottopeso. Altro aspetto è che il peso o la forma corporea possono venire percepiti in maniera alterata, per esempio una persona può vedersi grassa nonostante sia molto magra, e possono influire sull'autostima per cui, a volte, ingrassare di un chilo può far sentire la persona abbattuta e portarla a mettere in atto comportamenti "compensatori", come ulteriori restrizioni, provocarsi il vomito, prendere lassativi o andare due ore in palestra. Al termine di una dieta, invece, è salutare continuare a mantenere un'alimentazione sana e fare esercizio fisico, senza dimagrire ulteriormente o vivere il rapporto con la bilancia con eccessiva ansia. E' importante distinguere tra queste due condizioni e individuare in quale si trova suo marito. Se dovesse notare una condizione simile a quella dell'anoressia, le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 20/05/2011"Rubrica DOMANDE&RISPOSTE SESSO PSICHE: Non riesco più a parlare con mio figlio adolescente". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Ho un figlio di 15 anni in piena esplosione adolescenziale. Da un anno l'ho visto trasformarsi nei miei confronti e, ammetto, anch'io sono cambiata insieme a lui, ma in peggio. Mentre prima riuscivamo a comunicare, ascoltava i miei consigli ed era un ragazzo tranquillo, adesso mi rifiuta a priori, contesta tutto ciò che dico e si rifiuta di ascoltarmi. Spesso non rispetta gli orari, non so più quali amici frequenti e dove vada. Ho paura che possa trovarsi con persone poco raccomandabili e con l'incapacità che abbiamo adesso di dialogare, se dovesse trovarsi in difficoltà non verrebbe da me e io non potrei aiutarlo. Come posso fare?" Veronica, Monza
"...L'adolescenza è un'età molto particolare che non riguarda solo il ragazzo che sta crescendo, ma anche comporta un cambiamento da parte di tutta la famiglia. Mentre prima suo figlio era "dipendente" da lei, dai suoi consigli e dalle sue indicazioni, si identifica con l'immagine di sé che gli rimandava la famiglia e accettava le opinioni e le idee condivise dai genitori, ora tutto è messo in discussione. Un adolescente può avvertire la necessità di contrastare idee e valori genitoriali nella ricerca di un proprio punto di vista. La necessità di costruire un'identità adulta e indipendente composta che l'ambiente esterno, in particolare i gruppi di amici, abbiamo un'importanza fondamentale in quanto, attraverso la sperimentazione di nuove immagini di sé basate sul giudizio degli altri e di modalità relazionali, il ragazzo avrà la possibilità di sperimentare ruoli diversi, utili per la sua identità. Queste trasformazioni comportano la necessità per la famiglia di modificare regole, ruoli e relazioni, diventare ormai anacronistiche. I genitori devono consentire ai figli maggiori autonomie, con tutte le difficoltà e la messa in discussione che comportano. Tale processo può essere stressante e doloroso per il padre e la madre, senza tenere conto che probabilmente le sue preoccupazioni non sono ingiustificate. Infatti, un pericolo presente in adolescenza, considerando l'importanza delle amicizie, consiste nell'incontrare gruppi che possono portare su strade pericolose. Il ragazzo, anche se già si crede un adulto, presenta notevoli fragilità e necessità ancora di una guida. La capacità di dialogare e confrontarsi, senza entrare in contrasti che favoriscono la chiusura e la mancanza di comunicazione, diventa fondamentale. Trasmetta a suo figlio fiducia nelle sue capacità di scelta, ricordandogli che lei sarà sempre a sua disposizione nel caso avesse bisogno di un aiuto. Per comprendere meglio le sue difficoltà può anche essere utile una consulenza da uno psicoterapeuta, da sola o con tutta la famiglia.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 13/05/2011"Rubrica DOMANDE&RISPOSTE SESSO PSICHE: Quando il cibo diventa una droga". di Silvia Finazzi
"...il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che la dipendenza da cibo porta la persona a non affrontare i suoi veri disagi e si finisce così con lo strare peggio. In questo modo il malessere, invece di diminuire, aumenta..."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 15/04/2011 "Rubrica DOMANDE&RISPOSTE SESSO PSICHE: Ho avuto un attacco di panico?". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Ho 35 anni a settembre mi è successa una cosa che non riesco a dimenticare e che mi sta facendo sentire male; non saprei con chi parlarne, mi sembra talmente assurda che mi vergogno a raccontarla. Sono andata di sera in spiaggia a portare il mio cane come facevo spesso; non c'era più nessuno, ma io non ho mai avuto paura di essere sola, anzi, l'ho sempre preferito. A un certo punto mi sembrava di avere la testa vuota, era se come tutto fosse finito, e mi scoppiava il cuore, non riuscivo a respirare e ho pensato che stavo impazzendo o che sarei morta. Sono caduta a terra e non so quanto tempo sono rimasta lì con questa angoscia indescrivibile. Poi mi sono sentita un po' meglio, sono tornata a casa ed è tutto passato. Da quel giorno non mi è più successo, ma ho sempre paura che possa accadere di nuovo. Non porto più il cane in spiaggia, ma faccio il giro del palazzo. Sono da sola e ora ho paura di sera e penso che potrei impazzire". Lucia, via email
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 01/04/2011 "Rubrica DOMANDE&RISPOSTE SESSO PSICHE: Non raggiungo il piacere". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Ho 34 anni, sono sposata da tre, dopo quattro di fidanzamento. Mio marito è stato il primo e unico uomo con il quale io abbia avuto rapporti sessuali. Sento che stiamo molto bene insieme, condividiamo tante cose e ci amiamo profondamente. Nonostante questa affinità io non ho mai provato l'orgasmo. Mi sento molto in imbarazzo, non l'ho mai confessato a lui e nemmeno alle mie amiche. Nel fare l'amore provo piacere, ma non ho mai sentito quel culmine che tutte dicono esista. All'inizio ho pensato che fosse per inesperienza, poi mi sono rassegnata ad accontentarmi delle sensazioni che provavo e ho pensato di non essere in grado di arrivare all'orgasmo. Ora, però, comincio a vivere male questa mancanza. Tutte le volte fingo con mio marito perché ho paura di incolparlo e farlo sentire inadeguato, ma non mi sento sincera. Mi sembra, infatti, di non essere veramente uniti come coppia se io non gli dico la verità. Non so che cosa fare, mi dia un consiglio". Marta, Roma
"...Il disturbo dell'orgasmo femminile, che consiste proprio nella persistente o ricorrente assenza o ritardo del piacere dopo una fase di eccitazione normale, può essere un problema legata alla capacità di lasciarsi andare, alla complicità presente con il partner e alla conoscenza del proprio corpo. La capacità di provare un orgasmo matura con l'esperienza sessuale, con la sperimentazione del proprio corpo e delle proprie sensazioni. Può darsi, quindi, che qualcosa l'abbia bloccata in tale processo al punto da non riuscire a condividere adeguatamente con suo marito ciò che prova. Perché le stimolazioni sessuali siano efficaci è importante condividere con il partner le proprie sensazioni, guidandolo verso ciò che piace di più e allontanandolo da ciò che non è gradito. A volte possono essere presenti anche difficoltà a lasciarsi andare che non consentono di rilassarsi bene. Piuttosto che rassegnarsi a una vita sessuale non totalmente soddisfacente, le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta. Con la psicoterapia, infatti, è possibile risolvere le difficoltà individuali e di coppia che sono all'origine del disturbo. Potrebbe, quindi, non solo arrivare a provare l'orgasmo, ma anche a migliorare la qualità della propria vita e quella di coppia".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/03/2011 "Rubrica DOMANDE&RISPOSTE SESSO PSICHE: Mio fratello è dipendente dai videogiochi?". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Ho sentito parlare della dipendenza da videogiochi e volevo sapere se esiste veramente. Mio fratello ha 24 anni e da un po' di tempo ha cominciato a giocare in uno di quei game su internet su cui puoi inventarti un personaggio e farlo vivere in un mondo virtuale. Quello che mi preoccupa è che, da quando si è appassionato a questo gioco, passa notti intere davanti al video, a volte posticipa notevolmente l'orario del pranzo o delle cene e mi pare stia studiando molto meno. Ho anche paura che non riesca a dare gli esami che aveva programmato". Lorenzo, Reggio Emilia
"...La dipendenza da videogiochi è un fenomeno abbastanza recente, comparso con la loro diffusione. Uno degli aspetti che rende pericoloso queste tecnologie, quando non le si usa correttamente, è che facilmente si può perdere il controllo del tempo. La possibilità di fuggire della realtà per rifugiarsi in una virtuale più accattivante le rende, inoltre, molto attraenti. Oltretutto, rimanere per molte ore davanti a un schermo porta la persona ad abbassare le barriere che consentono di distinguere la realtà dal videogioco. La pericolosità di tali caratteristiche è legata alla possibilità di un progressivo abbandono della vita relazionale e sociale reale, in favore di una virtuale più attraente. Quest'ultima, inoltre, viene vissuta come se fosse reale, con un progressivo isolamento e la compromissione delle attività lavorative o dello studio. Come tutte le dipendenze, anche questa si manifesta con fenomeni di "tolleranza", ovvero la necessita di passare un tempo sempre maggiore a giocare, e di "astinenza", con sintomi di agitazione quando non si sta giocando. Ciò può riflettersi anche in disturbi del sonno o della capacità di concentrazione e pensieri, ricordi, immaginazioni e programmazioni continue relative alle partite già giocate e a quelle che si progetta di fare in futuro. Una cura da uno psicoterapeuta può diventare necessaria per ristabilire un certo equilibrio".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/03/2011 "Rubrica DOMANDE&RISPOSTE SESSO PSICHE: Mi piace spiare le donne". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono un ragazza di 20 anni e temo di avere dei problemi. Da circa un anno mi piace sbirciare negli spogliatori e nei camerini delle donne e mi sembra di non riuscire più a farne a meno. Ho cominciato per gioco con degli amici a scuola: abbiamo guardato di nascosto le nostre compagne mentre si cambiavano negli spogliatoi, io mi sono molto eccitato e ho ripetuto l'esperienza diverse volte in gruppo. Poi, però, ho cominciato ad avere fantasie su questi episodi, a ricordarli spesso quando mi masturbavo, e ho iniziato a frequentare negozi e palestre. In pratica, fingo di fare altro per spiare quando le donne si spogliano. Non sono un maniaco, non ho mai fatto male a nessuno e ho anche avuto una ragazza e una vita sessuale normale; continuo, però, a guardare negli spogliatoi, mi eccita molto ricordare e fantasticare. Fino a ora non mi hanno scoperto, ma ho paura che possa accadere: che cosa potranno pensare le persone di me?". Luca, Ravenna
"...Da adolescenti può capitare che in gruppo si attuino dei comportamenti inappropriati e poco rispettosi, come quelli che lei ha descritto, in quanto si può essere maggiormente impulsivi, oppositivi nei confronti delle regole sociali e può capitare di non riflettere adeguatamente sulle implicazioni e conseguenze delle proprie azioni. In gruppo, poi, ci si sente meno responsabili dei propri atteggiamenti in quanto la responsabilità viene condivisa da tutti i membri. In lei, però, queste esperienze sembrano aver avuto un tale impatto da portarla a ripetere i comportamenti in questione anche da solo, assumendosi il rischio di essere scoperti. Quello che lei descrive sembra avere le caratteristiche di un disturbo noto agli esperti: il voyeurismo. La caratteristica principale è proprio quella di sperimentare fantasie, o impulsi sessuali, circa l'osservare, a sua insaputa, una persona nuda o che si spoglia. Tali fantasie possono essere accompagnate da disagio e difficoltà, oppure la persona può metterle in atto con il rischio di andare incontro alle conseguenze di essere scoperta. Osservare una persona mentre si spoglia a sua insaputa viola il suo diritto all'intimità e costituisce un comportamento inappropriato. Dalle sue poche righe sembra emergere tutto il suo disagio e le paure per questi forti impulsi e per la difficoltà che avverte nel cercare di gestirli. Oltretutto, questi comportamenti e la possibilità di essere scoperto la espongono al rischio di compromettere le relazioni con le persone che conosce e frequenta. In tale situazione può essere sicuramente utile rivolgersi a uno psicoterapeuta.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 28/01/2011 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mi vergogno delle mie fantasie". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono molto preoccupata per quello che mi sta succedendo ultimamente: ho seriamente paura di diventare matta. Nell'arco della giornata mi vengono continuamente in mente delle fantasie che non riesco a controllare e delle quali mi vergogno moltissimo. Immagino delle persone che fanno sesso: possono essere conosciute o che mi sono completamente inventata al momento. Ho paura di parlarne con qualcuno perché me ne vergogno troppo e cerco di non incrociare lo sguardo degli altri perché ho paura che possano capire a che cosa sto pensando. Ho provato a controllarmi ma proprio non ci riesco. Quando mi capita mi sento anche molto sporca e ho il bisogno irrefrenabile di lavarmi le mani diverse volte, ma sembra che lo sporco non vada mai via. Da un po' ho cominciato a sciacquarmi anche le braccia fino ai gomiti e questo mi sembra un ulteriore peggioramento. Sto forse impazzendo? Silvia, Milano
"...Capisco il suo imbarazzo e che non sia facile parlarne, ma i sintomi che lei descrive sono abbastanza comuni. Diverse persone possono lamentare di fantasticare idee o immagini che non si aspetterebbero di avere e che sembrano non riuscire a controllare. Queste immagini, proprio perché non non sono ritenute appropriate, possono comportare profondo disagio e ansia al punto da scatenare paure, come quella di essere scoperti, e fanno portare a mettere in atto dei comportamenti per rimediare, anche se apparentemente non sono realisticamente correlati a ciò che li ha scatenati come, per esempio, lavarsi le mani ripetutamente. Le immagini ricorrenti vengono definite ossessioni e i comportamenti ripetitivi che ci si sente spinti a compiere per ridurre l'ansia e il disagio sono chiamati compulsioni. Entrambi costituiscono i sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo che è un disagio che rientra fra quelli d'ansia ed è ben conosciuto dagli psicoterapeuti. Pertanto la invito a vincere l'imbarazzo e a rivolgersi a un professionista; con un percorso di psicoterapia è possibile, infatti, stare meglio e migliorare, quindi, la qualità della propria vita.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 21/01/2011 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il mio partner ha paura dell'aereo". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Il mio fidanzato di 26 anni, con qui ho una storia a distanza da tre, sta mettendo in crisi il nostro rapporto perché si rifiuta ostinatamente di prendere l'aereo dicendo che ha il terrore di volare. Io trovo insensata questa sua paura, che ci costringe a vederci raramente e solo dopo otto estenuanti ore di treno; per non parlare della rinuncia ai viaggi all'estero che erano la mia passione. Lui dice che sono un'egoista a lamentarmi e che non capisco che la sua è una paura enorme e che non può farci niente. A me invece sembra solo una fissazione. Valeria, Milano
"...Il suo fidanzato sembra vivere una fobia di volare che provoca molto disagio alla coppia. Le paure intense verso qualcosa che invece non dovrebbe causare timore possono essere considerate un vero disturbo, qualora interferiscano molto con la vita di tutti i giorni, il lavoro o le relazioni sociali. Le fobie specifiche sono caratterizzate da una paura marcata che si avverte in presenza o nell'attesa di uno stimolo "fobico" che produce una reazione di ansia molto intensa. La paura di volare è classificata come "fobia specifica di tipo situazionale". Per proteggersi, il suo fidanzato ha una strategia che consiste nell'evitare lo stimolo. Ciò, però, non risolve il problema: le consiglio di non considerare il disagio una fissazione, ma di comprendere la suo difficoltà. Parlandone con lei senza sentirsi accusato, lui potrebbe accettare l'idea di chiedere aiuto. L'intervento psicoterapeutico è il più efficace per la risoluzione di questo disturbo".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 24/12/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Una ragazza che odia il suo naso". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono la madre di una ragazza di 15 anni. Non so se mi sto preoccupando eccessivamente per mia figlia o dovrei fare qualcosa di più per aiutarla. Lei è convinta di avere un naso orribile, troppo grosso e che tutti notano. In alcuni periodi passa ore a osservarselo allo specchio, lamentandosi con me della propria infelicità, piange e mi chiede di aiutarla, di portarla da un chirurgo per risolvere il problema; in altri momenti non ne vuole proprio parlare, evita gli specchi, di nasconde con sciarpe e maglioni, e ho notato che lo copre spesso con la mano quando parla con qualcuno. Mi rendo conto che è in una fase della crescita molto delicata e sono preoccupata per lei. Come posso aiutarla? Maria, Modena
"...L'adolescenza è, in effetti, una fase delicata dello sviluppo. Sua figlia è impegnata nella costruzione di una propria identità autonoma e questo processo avviene attraverso il lento abbandono del concetto di sé nella quale ha maggiore importanza il giudizio dei coetanei, dove sono di fondamentale importanza anche l'aspetto fisico e l'attrazione sessuale. L'adolescente può sentirsi valutata negativamente in questi settori e ciò può comportare ansia, frustrazione o tristezza. In situazioni del genere un genitore può essere tentato di diventare iperprotettivo, con il rischio che il figlio si opponga troppo al mondo degli adulti o non riesca a raggiungere una sufficiente e necessaria indipendenza affettiva dai genitori. Dalla sua lettera, però, sembra che le preoccupazioni per un supposto difetto fisico siano eccessive, che sua figlia alterni periodi di maggiore assorbimento in tali preoccupazioni a momenti nei quali cerca di evitare di osservarlo e persiste nel nascondersi. Lei potrebbe provare a parlarle, proprio nei momenti nei quali sua figlia le chiede aiuto e proporle di consultare uno psicoterapeuta per potersi esprimere e avere un supporto in più per raggiungere il proprio benessere".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 26/11/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Ho dolore nei rapporti sessuali: può essere un problema psicologico?". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono una ragazza di 33 anni e ultimamente sto vivendo alcuni problemi sessuali che mi preoccupano molto e stanno letteralmente rovinando la mia vita sentimentale. Ho avuto il primo rapporto a 16 anni e all'inizio ho provato dolore, ma poi non ho più avuto disturbi fino ai 28 anni. Da circa 5 anni, però, ho cominciato a sentire nuovamente dolore durante il sesso. Inizialmente era sopportabile, credevo fosse una questione dovuta all'ansia per il nuovo partner oppure a qualche infezione, poi è diventato sempre più forte e ora non riesco più ad avere rapporti sessuali. Anzi, si è creato una sorta di circolo vizioso: ho paura di sentire male e, quindi, cerco di evitarli del tutto. Inutile dire che a causa di ciò ho dovuto interrompere la mia ultima relazione e mi sento sempre a disagio con i ragazzi. Ho paura a iniziare una nuova storia perché prima o poi sarei costretta a fare i conti con il sesso. Sono andata da diversi ginecologi, ma mi hanno detto che non ho nessun tipo di disturbo fisico. E' possibile che questo problema abbia un'origine psicologica? Che cosa mi consiglia di fare?" Maria, Genova
"...Dai sintomi che lei mi descrive potrebbe trattarsi di un disturbo psicologico ben conosciuto: la dispareunia. E' caratterizzato da dolore genitale, ricorrente o persistente, associato al rapporto sessuale, ma che non è dovuto agli effetti di una condizione come infezioni, variazioni dei livelli di estrogeni oppure menopausa. Il nostro corpo e la nostra psiche sono strettamente legati fra loro, al punto che problematiche di carattere emotivo e relazionale si possono manifestare appunto con sintomi fisici come il dolore. Il dolore durante i rapporti può essere legato a problematiche molteplici che possono essere relative all'ansia, alle relazioni, al rapporto con il sesso e l'intimità. Spesso ci si vergogna di avere disturbi di tipo sessuale, specie se non se ne conosce la causa organica, e può risultare difficile chiedere aiuto; ciò non fa altro che peggiorare il disturbo che, come lei mi descrive, l'ha portata ad avere ulteriori difficoltà interpersonali fino a interrompere una relazione e ad avere paura di iniziare di nuovo. Questo disturbo, però, come anche le difficoltà che ne sono alla base, si può superare attraverso una psicoterapia mirata".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 24/09/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mio marito mi tradisce su internet". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Mi sono accorta che da qualche mese mio marito mi "tradisce". Il suo è un tradimento particolarmente avvilente per me: passa ore e ore a guardare immagini pornografiche su internet. Ho pensato che probabilmente il problema fossi io, perché forse mi stavo trascurando troppo, ma neanche acconciature, trucchi, cenette e biancheria intima maliziosa hanno suscitato il suo interesse. Sembra quasi non essere più attratto da me. Inoltre, mi sembra un tradimento, anche se forse tecnicamente non lo è. Lui dice di amarmi, mi promette che non le guarderà più, ma poi mi accorgo che lo fa di nascosto. Sono molto avvilita e non so più che cosa fare". Lorenza, Napoli
"...Un fenomeno di cui poco mi parla, ma che sta prendendo piede da quando si è diffuso l'utilizzo di internet, è la dipendenza dalla pornografia online. Le immagini pornografiche possono suscitare piacere, ma la loro disponibilità, praticamente infinita oltre che gratuita sulla rete, può comportare l'insorgere di veri e propri sintomi da dipendenza. E' un disturbo che porta la persona a sentire il bisogno di ricercare una quantità sempre maggiore di immagini e filmati per ottenere soddisfazione, perdendo interesse per le altre attività sociali e lavorative e presentando una sindrome d'astinenza con agitazione, ansia, depressione e pensieri ossessivi collegati alle immagini pornografiche. Inoltre, il soggetto reputa impossibile interrompere la ricerca di foto e video in rete, nonostante la consapevolezza dei problemi che questa può provocare. La perdita di interesse che suo marito manifesta nei suoi confronti potrebbe, quindi, essere dovuta al manifestarsi di questo tipo di dipendenza e il motivo per il quale non mantiene le sue promesse può essere dovuto a una difficoltà a controllare il proprio comportamento. I motivi per il quali suo marito sia stato portato a ricercare queste immagini possono essere svariati, legati a difficoltà e stress incontrati nella vita quotidiana, ma anche legati al vostro rapporto. Pertanto, potreste maturare la decisione di consultare insieme uno psicoterapeuta che possa aiutarvi entrambi, sia come coppia sia nelle vostre difficoltà individuali".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 17/09/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono diventata matta"? Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Da diversi mesi faccio cose strane. Prima di andare a letto impiego due ore a spazzolarmi i capelli: mi risulta impossibile smettere prima e mi sento angosciata se non continuo. Lo stesso mi capita al mattino, al punto che sono costretta ad alzarmi molto presto per non arrivare tardi a lavoro. Spesso, però, faccio tardi comunque, perche impiego molto tempo a controllare che tutti i rubinetti siano chiusi, che sia chiuso il gas e tutte le luci spente. Ho sempre la sensazione di non aver controllato bene e che al ritorno troverò la casa allagata, esplosa o le luci tutte accese. Mi sembra di essere impazzita". Grazia, Imperia
"...I comportamenti ripetitivi che lei si sente obbligata a mettere in atto per rispondere all'ansia e per prevenire una situazione temuta, come l'essere spettinata o il trovare la casa allagata, sono definiti " compulsioni ". La caratteristica principale è che, nonostante si sia consapevoli della loro insensatezza, tentare di resistervi comporta angoscia, pertanto è comprensibile che lei si senta come costretta a cedervi. Le compulsioni, insieme alle ossessioni, pensieri e impulsi ricorrenti che causano il disagio, costituiscono i sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo. Molte persone come lei ne soffrono e, lo stato d'animo ansioso che lo caratterizza, può condizionare molto la vita di una persona. E', comunque, un disturbo noto, molte persone sono riuscite a stare meglio, quindi la invito a rivolgersi a uno psicoterapeuta che l'aiuti a migliorare la qualità della sua vita".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 03/09/2010" Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mangia troppo e si vergogna del suo corpo". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Mia moglie da diversi anni si lamenta per il fatto che mangia e pesa troppo. Ha provato diverse diete, ma senza successo. Mi sono chiesto se, invece, i suoi problemi di peso potessero essere causati da qualche meccanismo psicologico: quando mangia sembra senza controllo, quasi non gusta quello che ha davanti, ingurgita una grande quantità di cose molto velocemente e mescola i sapori senza alcun criterio. Poi, si sente in colpa, quando si guarda allo specchio si deprime, a volte piange o diventa nervosa. Talvolta cerca di rimediare saltando la cena o iniziando qualche dieta, ma dopo pochi giorni ricomincia di nuovo. Anche quando deve comprare un vestito e non trova la taglia o non le piace come le sta, mi sembra molto triste e avvilita. Vorrei poterla aiutare". Giorgio via email
"...Spesso dietro un comportamento alimentare alterato si riscontrano problemi di carattere psicologico, come la necessità di calmare un vuoto, do attenuare l'ansia o la depressione. Abbuffate senza controllo, caratterizza dall'assunzione in poco tempo di grandi quantità di cibo, accompagnate dalla sensazione di non riuscire a gestire quanto e che cosa si mangia indicando, probabilmente, la necessità di soddisfare dei bisogni che vanno oltre il semplice bisogno di nutrirsi. Nella bulimia nervosa si riscontrano proprio abbuffate alternate a a comportamenti di compensazione come restrizioni alimentari, ma anche la pratica di sport o il vomito autoindotto. Un altro aspetto importante, che caratterizza questo disturbo è che l'autostima di sua moglie sembra essere legata al peso e alla forma del suo corpo, al punto che si deprime e si innervosisce quando si guarda allo specchio o quando prova un vestito. In queste situazioni seguire semplicemente delle diete non basta, anzi potrebbe diventare un ulteriore sintomo del disturbo, dove il continuo fallimento non fa altro che peggiorare il malessere. Occorre, invece, lavorare sulle problematiche all'origine del cattivo rapporto con cibo, per migliorare la qualità della vita. Per aiutare sua moglie potrebbe proporle di consultare, anche insieme, uno psicoterapeuta. Tenga presente, però, che è fondamentale che lei condivida questa decisione".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 30/07/2010" Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sta sempre collegata alle chat". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Mia sorella, che ha 25 anni, passa ore e ore davanti al computer a chattare. Sembra talmente presa da questa attività che le capita di evitare persino di uscire con gli amici. In più occasioni, quando le ho fatto notare che alla sua età dovrebbe godersi la vita anziché restare a casa davanti al computer, lei mi ha risposto che ha amici molto più interessanti e stimolanti su internet. Io ho paura che, in realtà, si stia isolando, visto che è una ragazza molto timida".
"...Le chat effettivamente sono dotate di alcuni caratteristiche che possono favorire la comparsa di una vera e propria dipendenza. Infatti, se una persona si sente insicura e ha difficoltà nelle relazioni interpersonali, con la barriera del computer ha la possibilità di reinventare se stessa e la sua vita e di evitare di avere un confronto diretto con gli altri e con tutto ciò che questo può comportare dal punto di vista emotivo. Davanti al computer la distanza dall'interlocutore è tale che le persone non vengono conosciute realmente ma immaginate e possono apparire come ideali. Poi, su internet si tende a perdere la condizione del tempo che passa, e può diventare molto difficile controllarne e moderarne l'uso, di conseguenza, possono essere tralasciate tutte le altre normali attività. Se una persona avverte il bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in chat per ottenere soddisfazione, può succedere che preda interesse per le altre attività sociali, presentando una sindrome d'astinenza con agitazione, ansie, depressione e pensieri ossessivi inerenti le chat. Può diventare, poi, sempre più difficile interrompere o tenere sotto controllo l'uso delle chat e vi si rifugia ripetutamente nonostante la consapevolezza dei problemi che provoca. In questo caso, si può parlare di vera e propria dipendenza. Sua sorella potrebbe informarsi sui pericoli che le chat comportano, per maturate la capacità di osservare il proprio comportamento e rivelare la presenza di un eventuale malessere, per esempio legato all'isolamento. Allo stesso tempo, dovrebbe mettere in pratica delle strategie per controllare l'uso che fa delle chat, come stabilire a priori quanto tempo trascorrevi. Se dovesse in questo modo accorgersi di non riuscire a controllare il proprio comportamento, ciò potrebbe aiutarla anche a maturare la decisione di chiedere aiuto a uno psicoterapeuta".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 09/07/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il mio fidanzato potrebbe essere gay"? Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono molto in ansia per il mio compagno. Inizialmente avevamo un rapporto normale, come tutte le altre coppie, ma dopo circa un anno ha cominciato a propormi quelli che sembravano dei giochi erotici innocenti: si divertiva e si eccitava a indossare la mia biancheria intima quando facevamo l'amore. Inizialmente l'ho accontentato e ci siamo divertiti insieme poi, però, mi sono spaventata perché ho paura che questo comportamento indichi che è attratto dagli uomini. Che cosa devo pensare"? Lavinia, Bologna
"...Che il suo partner trovi stimolante indossare la sua biancheria non indica necessariamente che sia attratto dagli uomini. Alcuni uomini eterosessuali e privi di disturbi sulla propria identità sessuale possono trovare eccitante indossare biancheria femminile e fantasticare di essere donna. Se, però, le sembra che per il suo partner questo sia l'unico modo per raggiungere l'eccitamento sessuale e che lui manifesti, secondo lei, un disagio legato a questo comportamento, può anche darsi che non si tratti di semplici giochi erotici, ma di un disturbo. In tal caso, potrebbe cercare di palarne con lui, evitando un atteggiamento accusatorio. E' possibile, infatti, che comportamenti simili siano una risposta a situazioni stressanti, diventando un vero e proprio disturbo. In questi casi, è bene rivolgersi a uno psicoterapeuta che possa aiutare sia chi presenta il problema sia la coppia".
Dal magazine "IO BIMBO" Giugno 2010 "Il suo senso del pudore" di Silvia Finazzi
"...il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che il senso del pudore probabilmente serve a proteggere dalle conseguenze di scelte avventate e a evitare gesti che potrebbero minare profondamente la stima di se stessi..."
Dal MENSILE AIRONE Giugno 2010 "Fate come vi dico io".
"...La persuasione non è solo una dote innata. L'arte di ottenere il consenso e convincere è una questione di tecnica". di Margherita Geronimo
"...il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che spesso la persuasione rientra in uno stile relazionale aggressiva. Tale stile (che non si cura dell'altro) vince solo nell'immediato: un capo aggressivo può ottenere un momentaneo aumento di produttività, ma anche il malcontento degli impiegati e nel lungo termine minore produttività. Lo stile assertivo tiene invece conto del punto di vista di entrambi gli interlocutori, offre decisioni costruttive e benefici duraturi".
Dal SETTIMANALE INTIMITA' 30 Giugno 2010 " Agorafobia - prima l'affronti, prima la curi." di Maria Giubilari
"...il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che l'agorafobia può essere considerata come un campanello d'allarme che segnala che nella propria vita c'è qualche cosa che non va..."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 25/06/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Ho la fobia dello sporco". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono una ragazza di 30 anni e ultimamente mi accorgo di mettere in atto strani comportamenti. Mi lavo continuamente le mani e impiego ore a pulire il bagno e la cucina perché mi sembrano sempre sporchi e ho paura di prendere qualche brutta malattia. Sono consapevole che se ho lavato il bagno un'ora prima e ho bisogno di utilizzarlo non è necessario lavarlo nuovamente, ma mi viene il terrore che possa essere sporco. Così la mia vita sta diventando impossibile perché non riesco più a fare nulla. Che cosa mi sta succedendo?" Paola, Imola
"...Quelli descritti sembrano essere i sintomi di un disturbo ossessivo - compulsivo, caratterizzato dalla presenza di ossessioni, ossia di pensieri ricorrenti che causano un disagio marcato, come il preoccuparsi ripetutamente e in modo eccessivo che certi luoghi della casa vadano puliti a fondo. Questi pensieri le causano ansia e paura e per calmarli è portata, quasi costretta, a mettere in atto dei comportamenti eccessivi e ripetitivi: pulire tutto prima di usare certi oggetti o lavare continuamente le mani. Questi comportamenti vengono definiti * compulsioni *. Il disturbo ossessivo - compulsivo può causare disagio per il tempo impiegato nei comportamenti ripetitivi e delle conseguenze che possono derivare. Ma si può curare con uno psicoterapeuta.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/06/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: E' dipendente dal gioco in Borsa" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Ho un fratello di 39 anni con un serio problema di dipendenza. Premetto che convive da 3 anni e ha un lavoro fisso. Il problema è che gioca in Borsa. Anni fa aveva proprio lasciato il lavoro per dedicarsi a tempo pieno a questa attività. Poi, dopo varie perdite, ha ripreso a lavorare e pensavamo che avesse smesso con la Borsa, ma la sua compagna ci ha confessato, disperata, che continua, che è stressantissimo e pensa sempre a quello. Non riusciamo mai a farlo parlare con uno psicologo. Come possiamo fare?" Silvia, via email
"...Capisco il disagio provocato dalla situazione descritta. Ipotizzo che quando lei parla di *dipendenza dal gioco in Borsa* si riferisca alla *dipendenza dal trading on line* di solito tale dipendenza viene fatta rientrare all'interno della sindrome denominata *Internet addiction disorder*. Internet ha influenzato il mondo e ha fornito numerosi vantaggi ai propri utenti. Allo stesso tempo, però, ha avuto anche delle conseguenze negative. Alcune persone non sono in grado di controllare l'uso e mettono in pericolo il proprio lavoro e le loro relazioni. Il problema è da inquadrare come un disturbo del controllo degli impulsi, molto simile al gioco d'azzardo patologico. Entrambi portano spesso alla rovina di persone e famiglie, ma mentre chi passa la giornata davanti al videopoker è facilmente considerato malato, chi trasforma il trading in una dipendenza non viene sempre visto nello stesso modo. Il disturbo è spesso caratterizzato dai seguenti elementi: il trading domina costantemente pensieri e comportamenti; *giocare* induce delle variazioni nel tono dell'umore; è presente nel tempo la necessità di rivivere l'effetto piacevole della vincita; quando si riduce il comportamento compare, invece, un senso di malessere generale; si verificano conseguente negative a livello familiare, sociale e lavorativo; il problema viene spesso negato. Nelle situazioni in cui il diretto interessato non intende consultare un esperto, è consigliabile che lo facciano i familiari con l'obiettivo di gestire in maniera efficace il rapporto con la persona dipendente.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 16/04/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Non riusciamo ad avere rapporti completi" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Da quando ci siamo sposati, io e mio marito non abbiamo più rapporti sessuali soddisfacenti a causa della sua capacità di eiaculare mentre facciamo l'amore, problema che dice di non avere quando è solo e si masturba. Io mi sento incapace di dargli piacere, credo di non essere più attraente, anche se lui dice che non è vero. Ho paura che questo rovini il matrimonio, anche perché comporta l'impossibilità di avere figli. Che cosa posso fare?" Laura, Milano
"... Da quello che racconta, sembra che suo marito soffra di una disfunzione sessuale chiamata eiaculazione ritardata, che consiste nel persistente o ricorrente ritardo, o anche assenza, di orgasmo, nonostante una stimolazione sessuale adeguata. Questo disturbo può essere di origine organica o psicologica: quindi, per prima cosa, sarebbe opportuno sottoporsi a degli esami medici che possono escludere cause di tipo neurologico. L'origine psicologica del disturbo è molto probabile quando la difficoltà eiaculatoria non si verifichi durante la masturbazione. In questi casi, il disturbo può essere trattato efficacemente con psicoterapie mirate che rintraccino le possibili cause e intervengono nei giusti ambiti per portare a una soluzione. Nelle disfunzioni sessuali, il problema probabilmente non è mai del singolo ma della coppia, e per questo l'ideale sarebbe affrontare insieme la situazione, magari rivolgendovi entrambi a uno psicoterapeuta. In questo modo, si potrebbe esplorare la relazione, per capire se il disagio origina da qualche problema tra voi, di cui forse non siete consapevoli. Sarebbe, inoltre, utile capire come era, prima del matrimonio, la vostra vita sessuale e se andava bene, perché proprio con il matrimonio è insorto questo disagio. Non è da escludere che la possibilità di diventare padre possa spaventare, a livello inconscio, suo marito e che questo gli impedisca di vivere serenamente la vostra sessualità. Spesso inoltre, questo tipo di disturbo nasce da una difficoltà a lasciarsi andare e a perdere il controllo. Una psicoterapia mirerà a farvi affrontare il tema del piacere e la sua riscoperta, in quanto una vita sessuale soddisfacente è sicuramente importante all'interno della coppia.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 09/04/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Ossessionato dalla biancheria intima?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Il mio fidanzato è un appassionato di biancheria femminile e me ne regala in continuazione, spendendo anche molti soldi. Finora questo suo interesse mi ha fatto sentire bella e sexy. La settimana scorsa, però, ho trovato nel suo armadio delle mutandine e dei reggiseni stropicciati che non credo voglia regalarmi. Può essere diventata per lui una sorta di ossessione?" Paola, Milano
"... Per poter capire che cosa succede al suo fidanzato, le consiglio di parlargli delle sue preoccupazioni. La preferenza sessuale indirizzata a una donna che indossa biancheria sexy e il gusto di comprarne non sono elementi sufficienti per pensare che ci sia un problema, a meno che questo non comporti difficoltà in altri ambienti della vita. Se, per esempio, il suo ragazzo spende più di quanto potrebbe permettersi per acquistare intimo femminile e non riesce a eccitarsi senza, allora bisognerebbe approfondire. Il desiderio sessuale rivolto in modo esclusivo a un oggetto inanimato è definito "feticismo". Spesso, dietro questo problema, c'è un alto livello di ansia, che non permette di esprimere la propria sessualità in modo sano. Rivolgersi a uno psicoterapeuta sarà utile per risolvere il problema.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 02/04/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Può essere dipendente dal Lotto?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...La famiglia di mio marito è appassionata del gioco del Lotto. Conoscendo bene come interpretare i sogni o gli eventi per trarne dei numeri da giocare. Spesso si divertono a puntare ma mai grosse cifre . Da quando mia suocera è andata in pensione, ho notato in lei un cambiamento. Gioca molti più soldi, anche se non ci dice mai realmente quanto spende e mi sembra che dedichi sempre più tempo ed energia nel cercare le combinazioni vincenti. E' possibile che anche il gioco del lotto crei dipendenza? Antonia, Firenze
"...Il Lotto può fa parte dei giochi detti "d'azzardo" che promettono di vincere dei soldi a fronte di una spesa iniziale e devo la vittoria è totalmente o in parte indipendente dall'abilità del giocatore. Questi giochi sono molto attraenti ed eccitanti per i giocatori. Davanti a una perdita la persona può anche essere portata a cercare di rifarsi puntando cifre che possono diventare sempre più alte. L'aumento del rischio fa crescere, infatti, l'eccitazione. Se la persona perde il controllo, il gioco può diventare patologico, comportando una dipendenza. In quest'ultimo caso il giocatore può lasciarsi assorbire completamente e avvertire la necessità di giocare somme sempre più alte per provare l'eccitazione desiderata, può tornare a giocare ancora dopo una perdita, può diventare irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco e può fallire ripetutamente in questi tentativi. Una persona dipendente dal gioco d'azzardo può arrivare a mentire circa l'entità del proprio coinvolgimento, a compromettere le relazioni o il lavoro, e anche a rubare per procurarsi il denaro per giocare. A volte, il gioco d'azzardo può essere utilizzato per sfuggire ai problemi o a sensazioni di impotenza, colpa, ansia o depressione. Sua suocera potrebbe avere difficoltà ad affrontare il pensionamento e ciò potrebbe averla resa più fragile nei confronti dell'attrazione suscitata dal gioco d'azzardo. L'aiuto di uno psicoterapeuta sarà utile per superare questo periodo difficile.
Dal magazine "IO BIMBO" Marzo 2010 "Come scegliere il regalo giusto" di Silvia Finazzi
"...il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, Presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che difficilmente i giocattoli possono sostituire l'affetto e la protezione che possono dare due genitori presenti..."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 26/03/2010 " Il pronto soccorso di coppia" di Lorenzo Oliviero
"...il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, Presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che le relazioni felici e durature sono probabilmente accomunate dalla buona comunicazione, dalla capacità di gestire le crisi, dalla stima e fiducia reciproche, dall'impegno, dal tempo passato in comune, dalla condivisione dei valori fondamentali e dall'attenzione per l'altro."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 19/03/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mia figlia vuole vivere da sola" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono una donna di 59 anni, scrivo perché mia figlia di 28 anni, con cui ho sempre avuto un ottimo rapporto, vuole andare a vivere da sola. Io ho sempre pensato che se ne sarebbe andata via solo quando si fosse sposata. Mi sembra assurdo stare separate visto che siamo due donne sole, ma lei insiste tanto. Che cosa devo fare?" Tiziana, Forlì.
"...Trovare la propria autonomia può essere un traguardo importante e non necessariamente legato al matrimonio. E' normale che sua figlia, a 28 anni, nonostante abbia con lei un buon rapporto, abbia necessità di avere spazi/tempi personali e anche di mettersi alla prova nella gestione autonoma della propria vita. Nella nostra società ormai, i ragazzi tendono a rimanere a lungo nella casa dei genitori, molto spesso per ragioni economiche, ma a volte anche per il timore di assumersi la responsabilità che comporta la vita di un adulto. Per queste ragioni è ammirevole il coraggio di sua figlia e, se fossi in lei non ostacolerei questa sua importante occasione di crescita. Fra l'altro, vivere da sola non coincide con l'essere sola: il piacere di una vita in un appartamento tutto per sè può regalare serenità, ma anche far nascere il gusto di invitare e ospitare amici. Questo può valere anche per lei: perché non cogliere questo cambiamento come occasione per uscire, inscriversi ad un corso interessante e conoscere nuova gente? Per questo le assicuro che non è mai troppo tardi!
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 12/03/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: E' possibile che sia dipendente dalla rete?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono una donna di 50 anni, molto preoccupata perché mio marito, da quando abbiamo attivato in casa la connessione a internet, passa ore e ore davanti al computer, soprattutto di notte. E' sempre stato molto attento alle esigenze di tutti, mentre ora trascura famiglia e lavoro ed è diventato intrattabile. Lui non ci vede niente di male e dice che stare su internet è il suo modo per rilassarsi, ma io lo vedo sempre più stanco e nervoso. E' possibile che abbia sviluppato una dipendenza?"
"...La dipendenza da internet è conosciuta con il nome inglese di "Internet addiction disorder" ed è un disturbo del controllo degli impulsi. In questa categoria rientrano anche le altre dipendenze, come per esempio quella da sostanze stupefacenti o da gioco d'azzardo patologico, tutte accomunate dall'impossibilità, di chi ne soffre, di controllare il rapporto con l'oggetto della dipendenza. In genere, chi sviluppa una dipendenza da qualche cosa, acquisisce con il tempo la consapevolezza dei danni causati da questa, ma nonostante ciò, non riesce a farne a meno. Probabilmente suo marito è ancora in una fase iniziale e non si rende conto del problema, ma è importante che lei l'aiuti ad ammetterlo in modo da poter intervenire tempestivamente. Da ciò che mi racconta, infatti, sembra che il problema interferisca già negativamente nella sua vita, in quanto lo danneggia nelle sue prestazioni lavorative e nelle sue relazioni. Quello che lei può fare è cercare di parlargli serenamente, puntando sulla vostra relazione e su come si sente lei per la sua mancanza, piuttosto che accusarlo; questo potrebbe portarlo ad accettare l'idea di avere un problema e a chiedere aiuto ad uno Psicoterapeuta. Una psicoterapia potrà essere utile per uscire dalle dinamiche di dipendenza e anche per affrontare le cause del suo instaurarsi: molto spesso, infatti, dopo una fase iniziale di scoperta di internet, che affascina per la possibilità di esplorare le cose più disparate in anonimato, si entra in una seconda fase in cui la rete costituisce una tecnica di fuga dalla realtà e dalle sue problematiche.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 05/03/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: L'irascibilità premestruale" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono una ragazza di 28 anni e da diverso tempo mi sono accorta di soffrire molto, soprattutto a livello psicologico, per diversi giorni prima dell'arrivo del ciclo mestruale. So che è normale un po' di malumore e qualche dolore fisico ma io non riesco neanche a uscire di casa e non faccio altro che mangiare e litigare con chiunque. Tutto questo può essere davvero causato dalle mestruazione?" Anna, Rimini
"...Da quello che racconta la sua sofferenza potrebbe essere causata dal disturbo disforico premestruale. I sintomi sono quelli che lei descrive. Anche le frequenti liti di cui parla potrebbero rientrare nelle manifestazioni caratteristiche di questa sindrome: infatti, nei giorni precedenti il ciclo, può esserci un aumento dell'irritabilità. Il non riuscire a uscire di casa fa pensare a dei veri e propri episodi depressivi che compromettono la sua vita. Provi a registrare i sintomi su diario giornaliero: questo permetterà di confermare il legame fra il ciclo e il suo disturbo. Spesso infatti, nel momento premestruale può esserci una acutizzazione delle manifestazioni di disturbi presenti e sottovalutati in altri periodi".
Dal SETTIMANALE INTIMITA' 03/03/2010 "Se la malinconia della neomamma diventa depressione" di Livia Pettinelli
"........il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che se non è rara un po' di malinconia nei primissimi giorni della nascita del bambino, la depressione che si protrae nel tempo, va invece considerata come un campanello d'allarme."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 26/02/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Ho l'impulso di rubare" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Ho 34 anni e mi vergogno molto ad ammettere che spesso mi capita di rubare. Ormai da 2 anni quando sono in un negozio, nell'ufficio di un collega o a casa di un amico, non riesco a resistere all'impulso di portare via qualcosa. In genere sono cose insignificanti come una penna, un posacenere o un cucchiaino e dopo averli conservati qualche ora li butto, ma avverto un certo piacere nel rubarli. Finora non sono mai stata scoperta, ma ho paura che succeda. Che cosa posso fare?" Iolanda
"...La cleptomania è la ricorrente incapacità di resistere al'impulso di rubare oggetti senza valore. Il furto avviene spesso al fine di soddisfare l'impulso e la sensazione di tensione che l'accompagna e comporta piacere. Certamente può compromettere la qualità della vita di una persona esponendola al rischio di essere scoperta. La consapevolezza dell'insensatezza dei comportamenti messi in atto può portare a un senso di colpa che influisce sull'umore. L'impulso di rubare probabilmente per lei è molto forte e difficile da controllare. La sensazione di tensione crescente in presenza di un oggetto e il desiderio inarrestabile di prenderlo, la portano a compiere il furto. Una volta preso l'oggetto, probabilmente lei si sente gratificata e tenderà a ripetere il comportamento stesso nel momento in cui si ripresenterà il medesimo impulso. Per curare questo disturbo è importante, innanzitutto, riconoscerlo. Le consiglio quindi di rivolgersi a uno psicoterapeuta".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 12/02/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: E' normale che si ecciti se setto i tacchi?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Convivo con il mio compagno ormai da 5 anni. Spesso, quando facciamo l'amore mi chiede di indossare scarpe con il tacco. Inizialmente mi sono prestata a questo desiderio, perché mi sembrava un gioco da fare insieme, ma non so se si tratta di un comportamento accettabile o perverso." Agata
"...Il feticismo consiste nel raggiungimento dell'eccitazione sessuale attraverso fantasia, impulsi e comportamenti che coinvolgono un oggetto inanimato. Talvolta questi comportamenti, impulsi e fantasia possono prevedere la condivisione e il coinvolgimento del / della partner, altre volte no. Nel secondo caso di solito riguardano, quindi, solo l'attività masturbatoria e tendono a essere nascosti. Il comportamento diventa malattia nel momento in cui la persona arriva ad avere assoluto bisogno di quel determinato oggetto per raggiungere l'eccitazione ( per esempio, in sua assenza un uomo può presentare difficoltà di erezione). Un aspetto molto importante di queste fantasie, impulsi e comportamenti, è che possono influire negativamente sulla relazione di coppia per la loro persistenza ed esclusività. Dunque, più che interrogarsi sulla natura della richiesta del suo partner a livello generale, se lei ritiene che influisca negativamente sulla vostra relazione può essere più utile riflettere insieme al suo compagno su come questa si inserisca all'interno della vostra unione".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 05/02/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: La fobia per gli uccelli." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono una ragazza di 26 anni e, anche se mi imbarazza un po' dirlo, sono terribilmente spaventata dagli uccelli. Ogni volta che un piccione passeggia lungo la mia strada provo una grande paura, cerco di evitarlo e, se malauguratamente spicca il volo, tendo anche a perdere il controllo e a scappare urlando, con il rischio di attraversare la strada senza guardare. Evito di andare in luoghi nei quali so di trovare molti uccelli. Se costretta, riesco comunque anche a sopportare la loro vicinanza pur provando molta ansia e disagio. Mi rendo conto dell'insensatezza di questa mia paura e mi imbarazza molto. Dovrei forse consultare uno specialista?" Annalisa, Roma
"... La paura eccessiva e irragionevole per qualcosa di specifico che solitamente non provoca tali reazioni viene definita "fobia specifica". Questo tipo di disagio si presenta con reazioni di evitamento e ansia, scatenate dalla presenza o dall'attesa del presentarsi dell'oggetto in questione, nel suo caso, appunto, gli uccelli. L'ansia che ne deriva può essere tale da compromettere anche significativamente la vita di una persona. Per esempio può influire sulle sue relazioni sociali, sulla capacità di affrontare la normale routine quotidiana a casa e al lavoro. Se lei ritiene che questa fobia le provochi molto disagio sia nel suo presentarsi, sia per l'imbarazzo che le crea, sia per le strategie che si sente costretta a mettere in atto per evitare gli uccelli, consultare uno psicoterapeuta la potrà aiutare a migliorare notevolmente la qualità della sua vita. Vale la pena di fare un tentativo."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 29/01/2010 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Teme di essere malato." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono preoccupata per mio marito. Due anni fa un suo collega ha avuto un infarto. Fortunatamente oggi sta abbastanza bene e conduce una vita normale. Da allora, pero, mio marito ha cominciato a preoccuparsi della salute del proprio cuore. A volte, quando fa degli sforzi o è agitato, lo sente battere forte e comincia ad avere paura che si tratti di un problema cardiaco. Ha consultato due specialisti che gli hanno garantito che il suo cuore sta bene; ma continua ad avere queste preoccupazioni. Io comincio a non sopportare più le sue lamentele a richieste d'aiuto." Laura, Bologna
"...I sintomi che descrive possono far supporre che suo marito soffra di ipocondria. Questo disturbo è caratterizzato dalla paura di avere una malattia seria in base a un'interpretazione errata di alcuni sintomi somatici. Per intenderci, quando suo marito avverte l'accelerazione del battito cardiaco, la interpreta come indice di una malattia cardiaca, non tenendo in considerazione che le cause possono essere anche rintracciate nell'avere compiuto uno sforzo. Un'ulteriore caratteristica di questo disturbo è che le preoccupazioni continuino, nonostante le rassicurazioni dei medici. Fattori psicosociali stressanti come quello vissuto da suo marito durante la malattia del collega, poi, sono noti per essere in grado di acuire preoccupazioni già provate relativamente alla propria salute. Il mio consiglio, dato che il problema di suo marito rischia di minare la vostra relazione, è di provare a consultare uno psicoterapeuta per affrontarlo insieme."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 08/01/2010"Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Non raggiungo l'orgasmo." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"...Sono una donna di 43 anni. Io e mio marito siamo tornati insieme da qualche mese, dopo una breve separazione a causa di una sua relazione extraconiugale. Sono riuscita a perdonarlo e ora fra noi va anche meglio di prima, siamo innamoratissimi e ci desideriamo molto. Nonostante questo, io ho un problema: durante i nostri rapporti sessuali non riesco più a raggiungere l'orgasmo, anche se sono molto eccitata e provo piacere. Con lui fingo, perché ho paura che ci rimanga male, ma vorrei risolvere il problema. Che cosa posso fare?" (Giovanna, Firenze)
"...La prima cosa da sottolineare è che problemi sessuali di questo tipo raramente riguardano il singolo individuo ma, molto più spesso, la coppia. Il raggiungimento dell'orgasmo per la donna dipende infatti da un insieme di fattori emotivi, oltre che fisici, e un ruolo fondamentale è giocato dalla relazione con il proprio partner. Do ciò che racconta mi sembra che la sua difficoltà a raggiungere l'orgasmo sia persistente e ricorrente e che durante i rapporti lei si senta adeguatamente eccitata; in questo caso si parla di anorgasmia. Inoltre, la sua sarebbe un'anorgasmia di tipo secondario in quanto lei, per un periodo della sua vita, non ha avuto problemi a raggiungere il picco del piacere, mentre questi sono sopraggiunti in un secondo momento, in un periodo particolare della relazione fra lei e suo marito. Sarebbe opportuno che riuscisse a parlare a lui delle sue difficoltà, senza colpevolizzarlo e sottolineando che lei prova comunque un intenso piacere durante i rapporti. In seguito, potreste rivolgervi insieme a uno psicoterapeuta che potrà aiutarvi a rintracciare le cause all'origine del problema e a risolvere il caso, esplorando anche le dinamiche più profonde della vostra relazione, in una fase peraltro così delicata. Non è da escludere, infatti, la possibilità che, anche se lei sente di aver perdonato suo marito, possa essere in difficoltà a lasciarsi andare completamente poiché questo richiede una grande e profonda fiducia reciproca."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 24/12/2009"Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: In amore lui è troppo veloce." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"...Ho 22 anni e sto con un ragazzo da 4 mesi. Lui non aveva mai avuto rapporti sessuali, quindi abbiamo aspettato un po' per la nostra prima volta. Quando, però, finalmente è successo, per me è stata deludente perché ha raggiunto troppo velocemente l'orgasmo. Abbiamo avuto anche un secondo rapporto ma con gli stessi risultati. E' possibile che soffra di eiaculazione precoce?" Lara
"... Per il suo ragazzo queste sono le primissime esperienze sessuali e, per tali motivo, probabilmente molto cariche di ansia da prestazione. La maggior parte dei ragazzi che inizialmente possono presentare questo problema imparano a ritardare l'orgasmo con l'esperienza sessuale. La stabilità della vostra relazione e il sentirsi comunque accolto da lei, con un po' di pazienza, potrebbero renderlo più sicuro e più capace di controllarsi e ritardare l'orgasmo. Per parlare di eiaculazione precoce, gli episodi in questione dovrebbero essere persistenti o ricorrenti comportando un serio disagio per il ragazzo; infatti, chi ne soffre può arrivare anche a evitare di intraprendere delle relazioni per il timore che gli accada nuovamente."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/12/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono sempre stanca." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"...Sono una donna di 42 anni, insegno in una scuola elementare, sono sposata e ho tre bambini piccoli. Fino ad ora sono sempre riuscita ad occuparmi di tutto con amore e efficienza, ma ultimamente sto rovinando tutto a causa di una stanchezza cronica che mi porta a dormire molto durante la giornata, a svegliarmi tardi la mattina senza avere la forza di fare niente. Sono riuscita ad addormentarmi persino in classe davanti ai bambini. Credo che tutto dipenda da uno stress accumulato precedentemente e sto tentando di recuperare riposandomi sempre di più, ma sembra non bastare mai e la mia famiglia non sopporta più la mia sbadataggine e le lunghe pause che sono costretta a prendermi per dormire." (Laura, Firenze)
"....Penso
che non sia consigliabile affrontare da sola questa situazione;
da ciò che racconta posso immaginare infatti, la difficoltà e la frustrazione
che sta vivendo in questo periodo, anche perché il suo disagio le sta creando
problemi sul piano lavorativo e familiare. In questo caso è consigliabile cercare sia l’appoggio della sua famiglia, parlando del suo problema e
facendosi aiutare da suo marito per le incombenze che non riesce a svolgere, sia
di uno psicoterapeuta, in quanto le difficoltà che racconta potrebbero segnalare
un disturbo che deve essere affrontato anche a livello specialistico. La
sonnolenza eccessiva, tale da provocare un disagio in ambito sociale, familiare
e lavorativo potrebbe essere il sintomo di una ipersonnia primaria, un disturbo
evidenziato da episodi di sonno notturno prolungato, che possono durare dalle
otto alle dodici ore con difficoltà nello svegliarsi al mattino, e da episodi
di sonno diurno che si verificano quasi ogni giorno. In genere, chi soffre di
questo disturbo tende ad addormentarsi anche involontariamente in momenti di
bassa attività, trovandosi per questo in situazioni imbarazzanti o anche
potenzialmente pericolose. Gli episodi di sonno diurno, volontari o no, spesso
non sono sentiti come ristoratori e non migliorano il successivo stato di
veglia, anzi la sensazione di sonnolenza aumenta nel tempo.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 13/11/2009 "Primo appuntamento. Gli errori da evitare" di Lorenzo Oliviero
"... il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che la prima uscita procura sempre un po' di ansia ed eccitazione, che rischiano di compromettere la rilassatezza e la spontaneità della situazione, ma ci si può comunque organizzare per aumentare la probabilità del successo..."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 30/10/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mi tradisce con i giochi di ruolo." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"...Sono fidanzata da 5 anni. Fino a 6 mesi fa andava tutto bene, poi, il mio ragazzo ha iniziato a passare molto tempo a fare i "giochi di ruolo" su internet. Ormai è diventata una vera e propria dipendenza. Ci stiamo vedendo poco e anche quando è con me, mi parla spesso della sua "vita parallela". Che cosa posso fare? (Nadia, via email)
"...Il problema della dipendenza da internet (Internet addiction disorder) sta diventando sempre più frequente. Il gioco di ruolo permette di assumere una seconda identità. Così, si pensa costantemente alle strategie e ai personaggi dei giochi anche quando si è "off line", cioè nella realtà. Gradualmente l'umore si modifica e si perdono le relazioni interpersonali. Si ha spesso un'alterazione del vissuto temporale tanto che il mondo virtuale prende piano piano il soppravvento sul mondo reale. Le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta, che possa aiutarvi a definire il problema per arrivare a una soluzione."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 23/10/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mio marito si tocca continuamente i genitali." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"...Ho 41 anni e sono sposata felicemente con un professionista molto apprezzato. Il problema, però, è che mio marito imbarazza me e i nostri figli di continuo per un brutto difetto che non riesce a superare, quello di toccarsi i genitali di continuo, in pubblico e in casa. Vorrei riuscire a fargli capire che è un gesto maleducato e volgare. Lui mi da ragione, ma in concreto la situazione non migliora."
"...Penso che il suo imbarazzo e la sua esasperazione siano comprensibili. Addirittura una sentenza della Corte di Cassazione vieta di toccarsi i genitali in luoghi pubblici perché considera il gesto indecente e punibile con una multa. Probabilmente, però, non è un caso che suo marito, pur dandole ragione, non riesca a evitare di ripetere continuamente quel gesto. Il problema descritto potrebbe consistere in un tic motorio complesso. Il tic è, infatti, un movimento involontario e compulsivo che si verifica in un breve arco di tempo. Denota la presenza di uno stato di tensione, di imbarazzo o di ansietà. Attraverso l'aiuto di uno psicoterapeuta è possibile "scardinare" questo circolo visivo e trovare un nuovo equilibrio."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 18/09/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Lei non mi desidera più." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"...La mia compagna non ha desiderio sessuale per me da diversi mesi e io ne soffro molto, ogni giorno di più. Credo che il passare degli anni mi renda sempre meno desiderabile. Lei cerca di tranquillizzarmi, dicendo che il suo calo del desiderio può dipendere da alcuni farmaci che sta prendendo per un disturbo d'ansia, ma a me sembra una scusa poco credibile. E' davvero possibile che alcuni medicinali facciano finire la passione e l'attrazione"? (Guido, via email)
"...E' senz'altro possibile che il calo del desiderio della tua compagna dipenda dai farmaci che prende. Alcune sostanze possono indurre, infatti, veri e propri problemi sessuali con compromissione del desiderio: in questo caso si parla di disfunzione indotta da sostanze, come le droghe, l'alcol, ma anche alcuni tipi di farmaci come gli ansiolitici, quelli che probabilmente usa la sua compagna. Sarebbe opportuno che la sua compagna parlasse di questi effetti collaterali sulla vita sessuale al medico che le ha prescritto i medicinali, in modo da rivedere il dosaggio o pensare a una cura alternativa. E' possibile anche considerare che lo stress disturbo d'ansia, per il quale la sua compagna prende i farmaci, potrebbe essere causa, o concausa, di difficoltà nella vita amorosa. Spesso, infatti, l'ansia è implicata nelle disfunzioni sessuali. Se così fosse, si parlerebbe di disfunzione sessuale combinata in cui giocano un ruolo il disturbo d'ansia, l'assunzione di sostanze e di altri fattori psicologici. E' consigliabile anche una psicoterapia di coppia che possa esplorare le diverse ragioni del calo di desiderio e proporre gli interventi adeguati alla risoluzione del problema".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/09/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Una coppia disinteressata." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"...Ho 57 anni, mia moglie 5 di meno, e sono da poco andato in pensione, dopo aver lavorato come impiegato in un'azienda. Abbiamo due figli, entrambi laureati e andati a vivere per lavoro in altre città. Li vediamo raramente, anche se ci sentiamo spesso al telefono. Mia moglie e io siamo rimasti da soli, ma anziché cercare di imprimere una svolta e un senso nuovo alla nostra vita, conduciamo un'esistenza sostanzialmente malinconica, con interessi discordati e sessualità ridotta praticamente a zero. Per quanto mi riguarda, la vita sessuale di coppia è sempre stata la componente essenziale di una serena convivenza e il disinteresse di mia moglie nei miei confronti mi ferisce e mi avvilisce, togliendomi interesse per ogni altra cosa. Ho provato a parlargliene, ma lei mi risponde bruscamente, attribuendo anche alla menopausa il suo disinteresse per l'intimità e negandomi anche le più semplici dimostrazioni d'affetto. Un rapporto che mi sta deprimendo, togliendomi il gusto della vita. Quale via d'uscita potrei prendere, in considerazione anche del fatto che mia moglie rifiuta, come le ho proposto, una visita da uno psicoterapeuta di coppia?" (Edoardo, Gorizia)
"...Se la vita di coppia è sempre stata per lei la componente essenziale di una serena convivenza, capisco che non sia piacevole vivere un rapporto così "malinconico" con sua moglie. E comprensibile che, con tali vissuti, sia facile deprimersi e perdere il gusto della vita. Mi sembra molto apprezzabile il suo desiderio di imprimere una svolta e un senso nuovo alla sua esistenza. Se sua moglie rifiuta la terapia di coppia, questo non significa che lei non possa usufruire di una psicoterapia individuale, finalizzata ad acquisire le abilità per gestire in maniera funzionale la situazione che sta vivendo. Poi, non è escluso che, se sua moglie la vedrà andare regolarmente da uno psicoterapeuta, ci sia la possibilità che si incuriosisca e che decida di partecipare a questa sua iniziativa, anche solo per non sentirsi esclusa".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/09/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Capelli e cappelli: che fissazione!" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"...Frequento da circa due mesi una splendida ragazza di cui sono innamorato. Il problema è che non riesco a capire una sua fissazione: indossa sempre cappelli, sia fuori sia dentro casa, ne ha una marea e si rifiuta di farsi vedere senza. Dice di avere dei capelli inguardabili che deve per forza coprire, ma da quello che si riesce a intravedere sono capelli normalissimi. Non riesco a convincerla a togliere il cappello, nemmeno nei nostri momenti intimi e sto iniziando a pensare che abbia dei problemi". (Roberto, via email)
"...Le preoccupazioni per il proprio aspetto fisico, e in particolare per alcuni parte del corpo che non piacciono, sono molti comuni, ma possono diventare un problema qualora creino un disagio così forte da interferire nella vita di tutti i giorni, sociale e lavorativa. Nel caso della sua ragazza, sembra che la preoccupazione per i capelli sia davvero eccessiva e che tutto ciò possa condizionare il vostro rapporto. Si potrebbe ipotizzare un disturbo di dimorfismo corporeo, un problema che in genere compare in adolescenza ma che viene diagnosticato con difficoltà, in quanto, chi ne soffre, è riluttante a rivelare i propri sintomi per vergogna e per evitare attirare ancora più l'attenzione sulla parte del corpo che considera inguardabile. Questo disturbo provoca molta sofferenza e chi ne è colpito passa tantissimo tempo a pensare a difetto, a guardarsi allo specchio per controllarsi e a pensare a una seria di strategie per trovare il coraggio di uscire di casa e vedere altre persone. Molto spesso il difetto è immaginato o, comunque, talmente lieve da non giustificare le preoccupazioni. La sua ragazza probabilmente è riuscita finora ad aggirare il problema con l'uso di cappelli, per coprire quello che crede che essere il suo problema, ma ovviamente questa strategia non può funzionare a lungo. Il dismorfismo dovrebbe essere, invece, affrontato con una psicoterapia, anche perché molto spesso è collegato ad altri disturbi, come la depressione e l'isolamento sociale".
Dal MENSILE BIMBISANI & BELLI Agosto 2009 "Un amico a quattro zampe" di Camilla Buffoli
"....Gianni Lanari afferma che occuparsi del proprio cane, magari semplicemente tenendolo al guinzaglio, aiuta probabilmente il bambino a sentirsi responsabile e ad acquisire più fiducia nelle proprie possibilità....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 10/07/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il mio ragazzo è un feticista?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"...Da qualche mese il mio compagno mi chiede di indossare scarpe con il tacco nei nostri momenti intimi. All'inizio l'ho assecondato, pensando che fosse un gioco, ma ora per lui sta diventando un'ossessione: è una richiesta continua e se non lo accontento dice che rovino tutto. Ma desidera me o le mie scarpe"? (lettera firmato)
"...Sembra che il suo ragazzo abbia scelto un oggetto inanimato come stimolo preferito per i suoi impulsi sessuali. Si potrebbe parlare di feticismo, una particolare perversione in cui le fantasie, gli impulsi sessuali e i comportamenti eccitanti riguardano oggetti, detti "feticci". Le calzature femminili sono un oggetto feticistico comune, in particolare le scarpe con i tacchi alti che, nell'immaginario maschile, evocano la seduzione. Inoltre i tacchi sono accessori femminili che valorizzano la bellezza delle gambe, dei glutei, parti del corpo con un grande potenziale erotico. Non è strana come fantasia sessuale. Il problema nasce quando l'eccitazione è possibile solo in presenza dell'oggetto preferito, mentre se è assente ci sono disagi nella relazione. Le persone che sviluppano una perversione compromettono la possibilità di avere una vita erotica appagante e possono sviluppare disfunzioni sessuale in assenza dello stimolo. E' comprensibile che lei si senta svalutata: parli con lui di questo malessere e non si senta costretta ad assecondare la sua "ossessione". Certi comportamenti, inoltre, possono diventare più intensi nei periodi stressanti".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 03/07/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Una fidanzata "asociale". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"...Sono fidanzato da un anno con una ragazza molto dolce e intelligente che amo profondamente. L'unico problema fra noi è il suo rifiuto totale a stare insieme ad altre persone: stiamo sempre da soli e quando abbiamo occasione di vedere o conoscere gente nuova lei si inventa mille scuse. Si rifiuta di conoscere i miei amici e i miei genitori e non frequenta nessuno al di fuori di me. All'inizio la sua timidezza mi ha affascinato, ma ora sento di dover fare qualcosa per aiutarla. Anche perché la sua difficoltà di relazione le stanno facendo pensare addirittura di lasciare il lavoro". (Fabio, via email)
"...E' comprensibile il suo desiderio di fare qualche cosa per aiutare la sua ragazza. Da quanto descritto,ogni suo comportamento sembra teso a evitare situazioni di interazione con persone non famigliari. L'intensità e la persistenza di questi atteggiamenti fanno pensare che il problema, piuttosto che una semplice timidezza, possa essere una vera e propria fobia sociale. Questo disagio rientra nella categoria dei disturbi legati all'ansia ed è caratterizzato da una paura molto forte e persistente di vivere situazioni sociali in cui si è esposti e si interagisce con persone non famigliari, o si affronta il giudizio degli altri. In genere, chi ne soffre fa di tutto per evitare di doversi trovare nella situazione fobica e, se comunque ci si trova, prova una forte ansia che può manifestarsi con diversi sintomi, come per esempio palpitazioni, tremori, sudorazione, malessere gastrointestinale, tensione muscolare, arrossamento del viso, confusione. Il timore della manifestazione di questi sintomi davanti ad altre persone, fa insorgere una forte ansia anticipatoria, che porta a evitare molti comportamenti, come per esempio parlare in pubblico o mangiare davanti a persone non famigliari. Si cerca di evitare il più possibile i contatti con gli altri, per impedire che si accorgano di queste difficoltà. Può incoraggiare la sua ragazza a parlare di questa sua difficoltà, in modo che non abbia più bisogno di inventare scuse. Probabilmente con lei può trovare la forza di iniziare un percorso psicoterapeutico per uscire da una situazione difficile. Da quanto raccontato nella lettera, infatti, un aiuto sembra proprio necessario, in quanto la sua difficoltà interferisce in modo negativo non solo nella vostra relazione, ma anche nella sua vita professionale".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 05/06/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Non riesco a eccitare il mio uomo". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"... Sono una donna di 46 anni e sto vivendo da qualche mese una relazione con un uomo poco più grande di me. Abbiamo entrambi riscoperto l'amore dopo due matrimoni drammatici. Fra noi è tutto bellissimo, ma non riusciamo ad avere rapporti sessuali soddisfacenti: lui dice di essere attratto da me, ma non ha mai un'erezione completa. Con la ex moglie non gli capitava, nonostante i problemi: quindi credo di essere io a non piacergli abbastanza..." (Beatrice, Lugano)
"... Da ciò che racconta, sembrerebbe che il suo compagno soffra di disfunzione erettile. Questo disturbo, molto comune soprattutto dopo i 50 anni, consiste nella difficoltà a raggiungere o a mantenere un'erezione adeguata. Quando gli esami medici e gli appositi test escludono qualsiasi tipo di causa organica, si parla di disfunzione erettile a prevalenza psicologica, i cui fattori scatenati più comuni sono depressione, stress, ansia e scarsa autostima. La fine di un matrimonio, per esempio, è un momento delicato che può aumentare notevolmente il livello di stress. La donna può percepire questo disagio come un rifiuto, che la porta a sentirsi inadeguata e poco attraente. E' sconsigliabile per entrambi i partner autocolpevolizzarsi, arrabbiarsi o lasciare spazio alla frustrazione perché, in questo caso, può instaurarsi un circolo vizioso che aumenta ulteriormente il livello d'ansia, rischiando di peggiorare la situazione".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 22/05/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Paura di volare, disturbo o fissa?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"... Il mio fidanzato di 26 anni, con cui ho una storia a distanza da 3, sta mettendo un crisi il nostro rapporto perché si rifiuta di prendere l'aereo dicendo che ha paura di volare. Io trovo insensata questa fobia che ci costringe a vederci poco e dopo 8 ore di treno. A me sembra una fissazione". ..(lettera firmata)
"... Il suo fidanzato vive una fobia di volare che, da quanto lei dice, provoca un disagio alla vostra coppia. Le paure intense verso qualcosa che ragionevolmente non dovrebbe causare timore, possono essere considerate un vero disturbo qualora interferiscano significativamente con la vita di tutti i giorni, il lavoro o le relazioni. La paura di volare viene classificata come "fobia specifica di tipo situazionale", da distinguersi da altri tipi di fobie, come la paura degli insetti o degli eventi naturali come i temporali. Il suo fidanzato ha messo in atto, per proteggersi, una strategia di evitamento: evitare lo stimolo ansiogeno. Le consiglio di non considerare il disagio del suo ragazzo come una sciocca fissazione, ma di comprenderne la difficoltà e il senso di impotenza che questo disturbo può generare. Parlandone con lei senza sentirsi accusato può accettare l'idea di rivolgersi a uno psicoterapeuta".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 17/04/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono troppo frettoloso". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Ho 36 anni, sono divorziato da un anno e, da qualche mese, ho una relazione con una ragazza molto più giovane di me. Con lei però non sono ancora riuscito ad avere rapporti sessuali soddisfacenti perché mi basta vederla nuda per avere un'eiaculazione. Prima non ho mai avuto problemi di questo tipo: che cosa mi succede?" (lettera firmata)
"... L'eiaculazione precoce è un problema sessuale molto diffuso e, spesso, le cause del disturbo sono psicologiche: periodi di vita stressanti, difficoltà sul lavoro, eventi famigliari importanti, cambiamento nello stile di vita possono avere ripercussioni sulla sessualità. Nel suo caso l'eiaculazione precoce potrebbe essere legata alla particolare situazione che sta vivendo: un evento come un divorzio potrebbe aver provocato uno stato di stress che ancora non ha superato. Inoltre, il fatto che la sua compagna sia molto più giovane di lei, può contribuire a creare uno stato di ansia da prestazione. Come la maggior parte dei disturbi della sfera sessuale, è preferibile affrontarlo in due: le consiglio, quindi, di intraprendere una psicoterapia che coinvolga anche la sua attuale compagna".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 27/03/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il primo amore del figlio." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono molto preoccupata per mio figlio di 17 anni che, due mesi fa, si è fidanzato con una ragazza di due anni più grande di lui e ha cambiato totalmente il suo stile di vita: prima studiava, faceva sport e aveva tanti amici; ora sta di continuo con lei, escono quasi sempre da soli e non si dedica più allo studio come prima. Come devo comportarmi? E' opportuno che gliene parli, o devo fare finta di niente?" (Laura S., via email)
"...Suo figlio si è probabilmente imbattuto nella sua prima storia d'amore seria. Non c'è da stupirsi che un evento così importante influisca su tutti gli ambiti della sua vita, modificandola inevitabilmente. Il primo amore, come in genere tutto ciò che accade durante l'adolescenza, è spesso vissuto in modo estremo, con grande passione ed esclusività, caratteristiche tipiche di questa fascia di età. All'inizio di un rapporto, inoltre, è normale che la coppia viva una fase di forte vicinanza: questa fase è caratterizzata dall'idealizzazione dell'altro, dal bisogno di stare sempre insieme e dalla conseguente chiusura nei confronti del mondo esterno. Dopo questo periodo di "idillio" e fusione si passa, di solito, a una differenziazione, in cui crolla il sogno di perfezione dell'altro ed emergono le prime incompatibilità. Segue, quindi, una fase di esplorazione in cui i due diventano consapevoli in modo più realistico dell'altro e iniziano a "negoziare" la reciproca accettazione. Infine, si ha una fase di riavvicinamento, durante la quale la coppia consolida la propria unione, in modo più consapevole, equilibrato e realistico, rispetto all'idealizzazione e alla fusione delle fasi iniziali. Questo è ciò che dice la letteratura, ma nella realtà non si possono avere tempistiche certe e assolute: non si può, per esempio, sapere quanto dureranno le singole fasi, perché queste cambiano da coppia a coppia. Suo figlio probabilmente è immerso nella prima fase. L'evoluzione del rapporto dovrebbe portare a un cambiamento graduale nel modo di vivere la relazione, tale da risvegliare nei ragazzi gli interessi accantonati fino a quel momento. Non possiamo sapere i tempi necessari per questa evoluzione della coppia, anche perché la prima storie d'amore porta i ragazzi a confrontarsi con impegni e situazioni nuove. Il problema potrebbe sussistere solo quanto si arrivi a una "fissazione permanente" all'attuale stato simbiotico, cioè si resta incastrati nella prima fase. Ma dopo due mesi di relazione è ancora presto per dirlo.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 20/03/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono una spiona sessuale?". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"... Ho 30 anni e temo di avere qualcosa che non va: tempo fa ho sentito la mia coinquilina e il suo ragazzo durante un rapporto sessuale. Mi sono eccitata molto e ho cominciato a sperare che accadesse di nuovo. Ora è un'ossessione. Faccio in modo di essere in casa quando lei invita il suo ragazzo, prendo giorni di permesso al lavoro e invento scuse per non uscire con il mio fidanzato, che ormai non desidero più." (lettera firmata)
"... La situazione che descrive fa pensare a una dipendenza sessuale, caratterizzata dalla centralità del sesso nei pensieri di una persona, che la porta a trascurare gli altri aspetti della sua vita. E' importante sottolineare che provare un'eccitazione sentendo due persone durante un amplesso non è un fatto di per sé patologico: lo diventa se rappresenta l'unico modo per provare piacere e se danneggia o limita la vita di una persona. Inoltre, lei ha sostituito l'intimità con il suo partner con la ricerca di stimoli sessuali alternativi. Infatti, non lo desidera più e inventa scuse per non vederlo. La invito a riflettere sul perché prediliga un modo passivo di vivere la sessualità. E' importante capire anche come sta vivendo il rapporto con il suo compagno. Provi a concentrarsi sulla vostra relazione e a condividere con lui questa problematica, magari con l'aiuto di uno psicoterapeuta."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 13/03/2009 "Obiettivo: famosi a tutti i costi." di Silvia Finazzi
"... Abbiamo chiesto al dottor Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del CISP (Centro italiano sviluppo psicologia) di Roma un'opinione su questo fenomeno."
Oggi molti giovani ambiscono a lavorare nello spettacolo. Quali sono le ragioni principali di questo fenomeno?
Molti ragazzi vivono la possibilità di lavorare nel mondo dello spettacolo come un'occasione per uscire dall'anonimato e rincorrere il miraggio di guadagni elevati. Inoltre, in un mondo in cui l'apparire sembra vincere sull'essere, svolgere tale tipo di attività può essere vissuto come un modo per fare emergere se stessi e per dare un senso alla propria vita.
Come possono comportarsi i genitori di fronte a un figlio con queste ambizioni?
Il loro ruolo non è mai semplice. Da un lato i genitori hanno il diritto di dare consigli, ma dall'altro hanno il dovere di rispettare le decisioni del figlio. Meglio evitare un secco no: è un atteggiamento che crea distanza ed è inutile. La cosa migliore è cercare di costruire un dialogo con il ragazzo: la famiglia è l'unica che può stabilire dei limiti e allo stesso tempo allenare i figli a superarli, in modo da renderli più forti. E il modo migliore per raggiungere questi obiettivi è dialogare.
Come evitare che il ragazzo si illuda troppo?
Per evitare che il ragazzo si illuda in modo eccessivo è consigliabile stimolarlo ad avere delle aspettative realistiche sul mondo dello spettacolo. Un contesto in cui i sogni sono tanti, ma le realizzazioni poche. Mamma e papà dovrebbero insegnarli a essere ottimista e determinato, ma anche realista. Dovrebbero fargli capire che se ci si impegna tutto è possibile, ma non dovuto. Può succedere di mancare l'obiettivo, perché la sconfitta rappresenta esattamente il 50% delle possibilità.
Come gestire un eventuale insuccesso?
Ricordando le aspettative realistiche e aiutando il ragazzo a definire un tempo limite massimo per eventuali nuovi tentativi. E' bene non assumere un atteggiamento troppo consolatorio, ma nemmeno ignorare quanto successo: palarne insieme, analizzare la situazione con obiettività può aiutarlo a capire i motivi dell'insuccesso e a prendere coscienza di cosa è andata storto e di quali sono i suoi reali desideri.
E un successo?
Da una parte, è bene che i genitori gratifichino il successo del figlio, ma dall'altra devono aiutarlo a non crearsi aspettative eccessive. Il loro compito è anche quello di prepararlo alla gestione del momento in cui il successo non ci sarà più. E' importante continuare a essere presenti e, pur appoggiando il ragazzo, cercare di fargli capire che non è detto che tutto continuerà all'infinito.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 06/03/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mio marito non mi desidera più". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"... Sono una dona di 45 anni, sposata da 20. Da un anno non ho più rapporti sessuali con mio marito: lui non prende l'iniziativa e, se lo faccio io, mi rifiuta. Ho provato a parlarne, ma dice che non ci sono problemi, semplicemente non ne ha più voglia. A me sembra impossibile, perché abbiamo sempre avuto un'ottima intesa. Ho paura che abbia un'altra." (lettera firmata)
"... Forse suo marito non ha un'altra, ma soffre di un disturbo del desiderio sessuale. Il desiderio è un fenomeno dinamico, legato agli eventi della vita, e può andare dalla passione all'indifferenza, arrivando perfino all'avversione. Sono tre le componenti che lo costituiscono: una biologica, una psicologica e una culturale. Il livello del desiderio è il risultato della loro interazione. Suo marito potrebbe soffrire di un "disturbo del desiderio sessuale ipoattivo", caratterizzato della diminuzione o dall'assenza di fantasie erotiche e da una riduzione consistente dell'appetito sessuale, legato a cause soprattutto psicologiche. Per capirne le ragioni potrebbe essere utile interrogarsi sul periodo che state vivendo. E' stato un anno stressante? Il rapporto è cambiato? Sarebbe bene chiedersi se sia successo qualcosa in concomitanza alla scomparsa del desiderio. In genere, è consigliabile rivolgersi a uno psicoterapeuta che, dopo una valutazione accurata, vi aiuterà a rintracciare le cause e a risolvere il problema.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 13/02/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Che cos'è la dipendenza sentimentale?". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"... Mia sorella ha 34 anni e fin dall'adolescenza ha collezionato storie d'amore disastrose. Mi ha fatto conoscere tutti i suoi ragazzi di cui era sempre pazzamente innamorata. Purtroppo, però, non è mai riuscita a farsi rispettare: ha subito tradimenti e umiliazioni ed è sempre stata lasciata. Appena finisce una storia si catapulta in un'altra. Ora frequenta un uomo sposato che non intende lasciare la moglie. Che cosa posso fare per risparmiarle l'ennesima delusione?" (Barbara, Milano)
"...Da quello che racconta, il problema di sua sorella si può ricondurre a ciò che viene definita "dipendenza sentimentale". Tale problema interessa soprattutto le donne. La dipendenza fa si che chi ne soffre abbia continuamente bisogno di un'altra persona a cui appoggiarsi per trovare un proprio equilibrio. Le cause di tutto ciò possono essere molteplici: in ogni caso, le donne più vulnerabili e insicure sono quelle maggiormente esposte al rischio. Speso, infatti, dietro la dipendenza sentimentale c'è una percezione distorta di sé: una persona può sentirsi incapace di provvedere a se stessa e credere di poter vivere solo all'interno della relazione di coppia. Il bisogno ossessivo di stare con qualcuno porta, spesso, ad assumere comportamenti sottomessi nei confronti dell'altra persona. La paura di perdere l'altro è così forte che, pur di evitare che tutto ciò accade, si annulla la propria personalità e, di conseguenza, anche la propria dignità. In tal modo, i bisogni dell'altro prendono il posto dei propri. Molto spesso essere dipendenti emotivamente da qualcuno è l'unica maniera che queste persone conoscono per mantenere un legame. Vorrei precisare che la dipendenza sentimentale non ha nulla a che vedere con l'amore. E' difficile vivere una relazione in modo "sano" se non si risolvono i problemi con se stessi. Per uscire da questo legame invischiante, è consigliato un aiuto professionale: potrebbe proporre a sua sorella di iniziare un percorso di psicoterapia, che le farà prendere maggiormente coscienza di sé."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 06/02/2009 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Lui soffre di eiaculazione precoce". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono preoccupata per il mio ragazzo: stiamo insieme da 2 anni e la nostra vita sessuale non va bene. Ho paura che soffre di eiaculazione precoce. Io sono la sua prima ragazza e pensavo che il problema fosse dovuto all'emozione e all'inesperienza. Credevo che col tempo tutto sarebbe risolto, ma così non e stato. I nostri rapporti sessuali sono sempre appaganti, a volte tutto finisce già con i preliminari. Abbiamo provato a parlarne con il risultato che lui si sente in colpa. Esiste una soluzione?" (Chiara, via email)
"...In queste situazioni, è importante impostare un buon dialogo di coppia, incentrato sulla complicità e comprensione reciproche. La consulenza di uno psicoterapeuta permette, inoltre, di riconquistare l'autostima, vincere l'ansia da prestazione e di avere una vita sessuale appagante. Dopo una diagnosi accurata per la miglior comprensione del problema, di solito si procede con esercizi rivolti alla coppia. La tecnica più diffusa è quella conosciuta con il nome di stop/start (arrestarsi e ricominciare): consiste in una serie di esercizi e manovre per bloccare l'eiaculazione nel momento in cui sta per cominciare, per poi riprendere la stimolazione sessuale; prevede anche di prestare maggior attenzione alle sensazioni che provengono dal proprio corpo per conoscerle e gestirle meglio. In tal modo, gradualmente il tempo trascorso fra l'inizio della stimolazione sessuale e il momento dell'eiaculazione aumenta. Di solito si può raggiungere un buon controllo eiaculatorio in 2-10 settimane di esercizio. Come le ho già accennato, il trattamento è rivolto alla coppia nel suo insieme e questo è molto importante per migliorare la complicità e l'intesa. Per alleviare il suo senso di colpa, provi a parlarne con suo ragazzo come di un problema che riguarda entrambi e che dovrete affrontare insieme."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 21/11/2008 "Mamma, mi sono fidanzato!" di Lorenzo Olivero
"... il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma dice che probabilmente la prima cotta si vive già all'asilo. Nei limiti dettati dalla mancanza di autonomia del bambino, i genitori dovrebbero conciliare le proprie esigenze con quelle del piccolo, cercando di rappresentare una sorta di "base sicura" da cui lui possa partire per sperimentare serenamente le emozioni..."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 14/11/2008 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE:Gli adolescenti dormono poco?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Mia nipote di 15 anni ha cominciato da alcuni mesi a dormire poco la notte, perché resta alzata fino a tardi dicendo che non ha sonno; poi, però, la mattina ha difficoltà a svegliarsi e resta sonnolente per l'intera giornata. Sono normali alla sua età queste difficoltà nell'addormentarsi?" (Lina, Milano)
"...Durante l'adolescenza lo sviluppo puberale può, a volte, comportare un aumento della sonnolenza, bisogno che, però, può non essere soddisfatto a causa delle nuove esigenze sociali, legate appunto all'età. La ragazza, probabilmente, trascorrerà più tempo con gli amici, magari nel week-end, protraendo l'ora del sonno. Questa abitudine, poi, si consolida anche quando, pur restando in casa durante la settimana, non ha voglia di andare a letto. Negli adolescenti, l'esigenza di coltivare le amicizie, i maggiori impegni scolastici e la spinta a contrastare le norme imposte, portano a non rispettare gli orari di sonno e risveglio, scatenando insonnia. Se sua nipote, però, risulta essere molto stanca, come lei dice, è consigliabile indurla a modificare le abitudini errate con un programma di comportamento corretto da adottare. E' bene, poi, consultare direttamente uno psicoterapeuta per verificare che l'eventuale disturbo del sonno non sia legato anche ad altri problemi."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 17/10/2008 "Si droga? C'è un test per scoprirlo" di Silvia Finazzi
"... il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che fare effettuare un test di questo tipo su un'altra persona, per quanto possa essere a noi molto cara, come un figlio, un partner o un amico, implica un controllo che oltrepassa la sfera privata. Nonostante lo si possa eseguire a fin di bene, un'iniziativa di questo tipo può implicare una mancanza di rispetto. A volte, si arriva ad assumere sostanze stupefacenti proprio per sfuggire a un rapporto asfissiante, nel quale ci si sente inglobati, per rifugiarsi nell'illusione di indipendenza e differenziazione che la droga può offrire. In tal caso, sentirsi controllati in modo così intrusivo può far emergere il disagio che sta alla base dell'uso di droghe. Per questo, bisogna fare molta attenzione..."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 10/10/2008 "Film vietati ai minori. Sono pericolosi?" di Silvia Finazzi
"... il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che da alcune ricerche americane, risulta che il 12,5 % dei giovani statunitensi fra i 10 e i 14 anni infrange i divieti e guarda film inadatti alla loro età. Viene quinti spontaneo domandarsi se c'è il rischio che la violenza delle scene possa desensibilizzare i bambini nei confronti dell'aggressività e portarli a considerarla normale..."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 19/09/2008 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Questo è mobbing?". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Ho 38 anni e vivo a Roma, dove lavoro come impiegata in una piccola società immobiliare. Da circa sei mesi la mia vita professionale è diventata impossibile. Il mio diretto superiore, dopo che gli ho fatto delle osservazioni su un problema che abbiamo avuto, mi rimprovera costantemente in maniera esagerata, non risponde alle mie domande, mi ha dato delle mansioni avvilenti, mi ha isolato dai colleghi e mi ha fatto sapere indirettamente che vorrebbe le mie dimissioni. Non riesco più a gestire questa situazione, che mi sta creando anche dei problemi di salute e nel rapporto con il mio partner. Che cosa posso fare?" (Francesca, Roma)
"...Il mobbing consiste in una situazione di aggressione, esclusione, emarginazione di un lavoratore da parte di colleghi o superiori. Chi ne è vittima viene isolato, sabotato, sminuito e deriso. La violenza psicologica esercitata di solito si evidenzia tramite le critiche distruttive più o meno velate, la maldicenza, l'isolamento, le richieste senza risposta, l'ostentazione di indifferenza o scarsa stima, i rimproveri ingiustificati o eccessivi, l'attribuzione di incarichi avvilenti. In una situazione del genere, il lavoratore prova disagio e, a volte, diventa aggressivo. Infatti, mette in discussione il suo valore, si sente insicuro, ansioso e depresso. Tutto ciò provoca una serie di disturbi (per esempio abbassamento delle difese immunitarie, problemi cardiaci, intestinali, tiroidei, della sfera sessuale, astenie e manifestazioni psicosomatiche), che possono diventare cronici. Con l'aiuto di uno psicoterapeuta avrà la possibilità di sapere come gestire al meglio questa situazione e ritrovare così il giusto benessere."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 19/09/2008 "Il benessere? Va coltivato" di Silvia Finazzi
"...il dr Gianni Lanari, Psicoterapeuta, Presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che l' horticultural therapy è una riabilitazione attraverso la natura, che comprende la piantagione e la cura dei fiori, piante e ortaggi, ma anche programmi di educazione ambientale, paesaggistico e progetti di sostegno per persone con vari problemi..."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 22/08/2008 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mio figlio è eccessivamente timido". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono preoccupata per mio figlio di 17 anni. E' sempre stato un ragazzo molto timido, ma ultimamente la sua timidezza e aumentata. Dice che a settembre non vorrà più tornare a scuola, perché non riesce ad affrontare le interrogazioni, prova troppo vergogna quando deve parlare in presenza della classe. Ha difficoltà a confrontarsi anche con gli insegnanti da solo. Si sente in forte imbarazzo persino con i suoi compagni che vengono a studiare con lui a casa. Di che cosa può trattarsi?" (Lara, Milano)
"...La descrizione effettuata fa pensare a una fobia sociale. La caratteristica principale di tale disturbo è una paura, marcata e persistente, delle situazioni sociali in cui si è esposti a un possibile giudizio sulle proprie prestazioni. L'esposizione alla situazione temuta, tende a essere evitata e provoca ansia. La persona che ne soffre, riconosce spesso che le paure provate sono irragionevoli ed eccessive. L'evitare le persone, l'ansia anticipatoria o il disagio provato possono interferire significativamente con il rendimento lavorativo o scolastico. La presenza di diventi nell'infanzia può rendere il problema più sfavorevole, in quanto il disturbo attuale potrebbe essere connesso a caratteristiche strutturale di personalità, piuttosto che a situazioni temporanee. Sono consigliabili quindi una valutazione psicologica accurata e una eventuale successiva psicoterapia."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 01/08/2008 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Credo di essere masochista". Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma.
"...Sono una ragazza di 34 anni e penso proprio di essere masochista. A volte, infatti, trovo eccitante essere umiliata, rimproverata o legata dal mio compagno. Io so che lui non mi fa del male, ci amiamo e siamo davvero molto affiatati. Sarebbe forse il caso di rivolgersi a uno psicoterapeuta? Credo che non sia un comportamento del tutto normale". (Marta, Foggia)
"...Nel masochismo sessuale una persona prova eccitamento in situazioni reali nelle quali viene umiliata, picchiata oppure fatta soffrire in qualche altro modo. Nel sadismo sessuale, al contrario, il sadico prova eccitamento nel compiere azioni reali che inducono sofferenza psicologica, oppure fisica, nella propria vittima. Per considerare tutto ciò "malato", gli impulsi, le fantasie e i comportamenti in questione devono causare disagio e comportare problemi significativi nella vita di relazione, in quella sociale oppure sul posto di lavoro. In una coppia sado-masochista, queste pratiche possono anche costituire dei "giochi di coppia" che rafforzano il legame, creando maggiore complicità fra i partner. In tal caso, infatti, le pratiche in questione sono volontarie e non comportano mai alcun tipo di sofferenza (per esempio perdita di autostima, senso di insicurezza e vergogna, paura, ansia o addirittura danni fisici). Il confine fra normalità e disturbo in questo campo è, però, molto sottile. La vittima, per esempio, potrebbe non essere veramente consenziente, ma indotta a questi comportamenti da parte di un partner sadico. Di conseguenza, se lei avverte un certo disagio per questo genere di pratiche, rivolgendosi a uno psicoterapeuta avrà la possibilità di sviluppare fino in fondo il proprio benessere personale e anche quello di coppia."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 01/08/2008 "Mi vergogno del mio cognome" di Camilla Buffoli
"...Abbiamo chiesto al dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma un'opinione in merito alla questione "cognome"
-Secondo lei può esistere davvero una sorta di depressione da cognome, o comunque una correlazione tra il cognome e la sfera psicologica?
-La depressione viene spesso correlata agli eventi di vita stressanti e per alcune persone il proprio cognome può diventare un fattore stressante. Dipende dal significato che si da agli eventi. Un evento, infatti, può essere considerato stressante da una persona e addirittura divertente da un'altra. E' l'interpretazione che si attribuisce alle situazioni a determinare i vissuti emotivi, che quindi variano da persona a persona. Un cognome ridicolo può essere un motivo di forte stress, malessere e sofferenza per alcune persone, particolarmente sensibili, fragili o provate da altre situazioni, mentre può essere solo un buffo accessorio per altri, che ne fanno oggetto di autoironia .
-Quali sono le possibili dinamiche psicologiche alla base?
-Un "cognome particolare" può diventare, con un pizzico di autoironia, il pretesto per stare bene con gli altri e farsi due risate. D'altro canto, può anche diventare la causa di vissuti emotivi sempre più negativi, che spingono a evitare gli altri e a vedere il mondo con "le lenti scure". L'ago della bilancia, il fattore determinante, in questo caso è proprio il vissuto della persona, il suo carattere, la sua capacità di reagire al problema o meno.
-Che cosa suggerisce per trovare una soluzione al problema?
-Con l'aiuto di una psicoterapeuta si può imparare progressivamente a modificare i propri vissuti soggettivi e i comportamenti disfunzionali, così da uscire della depressione e da conquistare il proprio benessere personale. Gli psicoterapeuti sono a disposizione anche di chi ha un cognome particolarmente non gradevole e che lo vivono, o rischiano di viverlo, con tensione e profondo malessere.
Dal quotidiano IL TIRRENO 18/07/2008 "In spiaggia ci si abbronza anche con il pc" di Elisa D'Alto
Tutti d'accordo a usare internet in spiaggia? A quanto pare no. Questa "moda", infatti, fa sorgere un dubbio: possibile che non siamo in grado di staccarci dalla rete nemmeno in vacanza? "Internet è diventato uno strumento del quale non possiamo fare di meno - risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma -, con la sua diffusione è cambiato il modo di lavorare, relazionarsi e divertirsi, tanto che è diventato un'estensione delle nostra mente della quale sentiamo la mancanza quando non è a disposizione". In alcuni casi, quindi, risulta quasi impossibile farne di meno: "Per le sue caratteristiche - continua Gianni Lanari internet è un mezzo che può portare a dipendenza, infatti consente di sostituire il mondo reale con uno artificiale. Facile quindi provare un gratificante sentimento di fuga della vita reale". Ma quando si parla di una vera e propria dipendenza? "Possibili campanelli d'allarme possono essere costituiti dall'eccessivo quantitativo di ore passate on line, dall'irritabilità manifestata quando si viene distratti o distolti dal computer e dal progressivo isolamento. La dipendenza della rete ha un suo nome: IAD (Internet Addiction Disorder) ed è caratterizzata dalla presenza di sintomi comuni alle altre dipendenze, come la sindrome d'astinenza, l'ansia e la depressione". Casi limite, forse. Sull'uso di internet in spiaggia, comunque, non pende un divieto assoluto: "Internet non dovrebbe rubarci il tempo da dedicare alla vacanza, se ci accorgiamo che ci stiamo perdendo qualcosa del mondo reale perché troppo presi da quallo virtuale allora è meglio provare a dimenticarsene, perlomeno in spiaggia". Come in ogni cosa, basta usare un pizzico di buonsenso: "Poiché internet fa parte della nostra vita, non sorprende che sorga la necessità di connettersi anche in vacanza, ma, come per la vita quotidiana - conclude Gianni Lanari -, è preferibile usarlo con moderazione".
Da PAN – Rivista Trimestrale
LIDAP (Lega Italiana contro i Disturbi d’Ansia, da Agorafobia e da Attacchi di
Panico) n. 2-3/2008
Non si può affrontare il tema della “cura” prescindendo
dal concetto di “cura di sé”: è improbabile che una persona incapace di
cogliere e rispettare i propri bisogni, sappia occuparsi in modo sano di
un’altra persona.
Grazie intanto a
tutti e tre, per averci regalato un po’ del vostro tempo: approfitto subito
della vostra disponibilità e chiedo, a ciascuno di voi, una definizione
personale di CURA.
Dr. Lanari: Tutto ciò che noi possiamo fare per trovare il giusto equilibrio
tra il voler bene a noi stessi e agli altri. Tale equilibrio diventa molto utile
per migliorare la nostra autostima.
Dr. Minervino: Cura è,
secondo me, quell’insieme di atti materiali, affettivi, professionali e non,
che una persona può rivolgere a un’altra persona oltre che a sé in una
condizione di bisogno da soddisfare.
Dr. Stefanini:
La cura, nei secoli, è stata una funzione affidata quasi esclusivamente ai
componenti la famiglia e ai vicini di casa (il prossimo). Nel tempo la funzione
si è specializzata in molti ambiti e, soprattutto nell’ultimo secolo e nei
paesi economicamente sviluppati, si è costruito un vero e proprio sistema di
servizi (educativi, sociali, sanitari) che hanno assorbito molte delle funzioni
di cura a suo tempo svolte dai componenti la famiglia allargata. Il senso di
insoddisfazione che spesso pervade le persone che entrano in questi sistemi
specialistici ripropone il tema della cura come fattore che ha componenti
psico-sociali e relazionali molto importanti. Sovente le persone, infatti,
lamentano, in questo caso, scarsa attenzione a se stessi. Non c’è sufficiente
cura per esempio nei processi massificati o quando “aiuto” e do aiuto
secondo schemi precostituiti, senza curarmi di comprendere i bisogni e i
desideri profondi delle persone. Potrebbe capitare che l’essere persone
aiutanti sia solo una nostra convinzione.
Un problema
specifico riguarda le persone che svolgono professioni di cura: spesso si dice
che la scelta di professioni di cura è motivata, in fondo, dai propri bisogni
di cura e, inoltre che essere centrati esclusivamente su processi di cura
rivolti agli altri può provocare vere e proprie malattie professionali o
quantomeno la sindrome del burn-out
(stress lavorativo specifico delle helping
professions).
Dottor Minervino, ci
può dare una definizione precisa di AUTOSTIMA? È una parola che compare spesso
nel linguaggio comune, ma non credo che sia un concetto semplicissimo e sempre
condiviso da noi profani...
È vero, si tratta di una
parola che, come tante altre, dall’universo delle parole psicologiche è
migrata nel linguaggio comune acquistando in familiarità, ma perdendo di
specificità. Il concetto di autostima si riferisce alla considerazione che uno
ha di sé, ed è una complessa confluenza di elementi percettivi, biografici,
affettivi di cui si ha una parziale coscienza. Intendo dire che una buona parte
degli elementi che vanno a costituire quella che indichiamo come autostima sono
inconsci, o per meglio dire non sono nel campo della consapevolezza: questo ci
rende conto della frequente differenza che si può riscontrare fra la stima che
abbiamo di noi e quella che hanno gli altri.
A lei, dottor
Lanari, chiedo invece di introdurci al concetto di ASSERTIVITA'...
Per assertività si intende la nostra capacità, nelle
situazioni conflittuali, di rispettare contemporaneamente noi stessi e gli
altri, invece che essere aggressivi (aggressivo è colui che rispetta se stesso,
ma non l’altro) o passivi (passivo è colui che rispetta l’altro, ma non se
stesso).
Dottor Minervino,
dottor Lanari, è sostenibile a vostro avviso la teoria che, alla base del
disagio psicologico, al di là dei sintomi con cui esso si manifesta, ci siano
problemi legati all’autostima e alla capacità di essere assertivi?
Dr. Minervino:
Certamente mi sembra sostenibile e per le ragioni che in parte ho esposto prima:
una collaudata capacità di essere assertivi e un sano livello di autostima
riparano dal rischio di disagi psicologici.
Dr. Lanari: Sono
delle variabili correlate. Di solito, se abbiamo una buona
autostima e siamo assertivi, abbiamo anche la capacità di stare bene.
Dottor Stefanini,
non solo gli individui, ma anche i gruppi sociali, possono essere incapaci di
essere assertivi: può tracciare l’identikit di un’organizzazione
anassertiva? Che tipo di disagio produce nelle persone che la compongono?
Per assertività si
intende la capacità di esprimere i propri bisogni e i propri desideri; in una
prospettiva relazionale comunicativa (nel senso che l’assertività gioca nelle
relazioni e non solo sulla singola persona), i gruppi sociali possono essere
aperti o chiusi all’espressione dei bisogni e dei desideri dei suoi componenti
oppure ne possono frustrare l’espressione con azioni sanzionatorie. Anche le
organizzazioni (intese come insieme di relazioni finalizzate al raggiungimento
di obiettivi condivisi) sarebbe auspicabile si sviluppassero secondo la logica
assertiva e quindi attenta a che i propri componenti possano, il più
liberamente possibile, esprimere i propri desideri e bisogni e non solo operare
in modo finalistico per gli obiettivi neutri dell’organizzazione stessa. In
sostanza, la qualità della organizzazione è definita anche dalla capacità di
essa di porre tra i propri obiettivi la soddisfazione dei propri componenti.
Dottor Minervino,
l’autostima si può imparare davvero?
Si può fare davvero molto per migliorare un livello di autostima
insufficiente e può essere proprio necessario farlo. Di solito è meglio
chiedere aiuto, non cimentarsi da soli in un’impresa che partirebbe senza i
minimi presupposti necessari: primo fra tutti proprio un livello di autostima
sufficiente. Molti sono gli strumenti cui ricorrere, più professionali come una
vera e propria psicoterapia individuale o di gruppo a vario orientamento, o meno
professionali come la partecipazione a gruppi di varia esperienza: teatro,
danza, meditazione, ecc.
E secondo lei,
dottor Lanari, come si può “curare” la mancanza di assertività?
Iniziando un trattamento psicoterapeutico
cognitivo-comportamentale.
Dottor Stefanini,
che rapporto c’è secondo lei tra la capacità di aiutare l’altro e il
livello di autostima e di assertività di colui che si presta a erogare tale
aiuto?
Un professionista
(ma non solo) se non ha un buon livello di autostima non può dare aiuto; questo
è un problema, ad esempio, per le professioni di aiuto a scarso valore sociale
(che spesso produce basso livello di autostima), pensiamo alle badanti (termine
quanto mai improprio e in sé spregiativo), agli ausiliari, ma anche agli
infermieri rispetto ai medici, ecc. Nello stesso tempo, proprio nelle relazioni
di cura spesso le persone sperimentano emozioni negative connesse
all’eccessivo senso di autostima di certi professionisti (“senza di me, il
deserto…”). È difficile definire il livello ‘giusto’ di autostima, se
non sulla base dei significati ed emozioni che esso trasmette nelle relazioni
tra le persone.
Se la mancanza di
autostima e la difficoltà a essere assertivi fossero una malattia, sarebbe una
malattia altamente contagiosa?
Dr. Lanari: A volte siamo schiavi di false credenze: ad es. nella vita di
tutti i giorni bisogna essere aggressivi per esser rispettati, oppure, chi
riesce a ottenere dei successi essendo aggressivo è da rispettare. Chi pensa
questo è fondamentalmente miope perché, con l’aggressività, anche se si ha
un apparente successo iniziale, nel breve e lungo termine si ha un effetto di
ritorno abbastanza negativo. Può succedere quindi di avere delle
convinzioni disfunzionali relative al “come stare bene” che tendono ad
essere “contagiose” finché. non troviamo il coraggio di metterci in
discussione ed iniziare una psicoterapia…
Dr. Minervino: Il
concetto di contagiosità si rifà classicamente ad agenti patogeni di tipo
virale o batterico, ma non è improprio parlarne anche in termini psicologici:
l’ansia ne è il miglior esempio. Per l’autostima e l’assertività, quando
difettano, non saprei dire, ma posso immaginare che alcuni atteggiamenti o
comportamenti che ne derivano potrebbe essere condizionanti per chi sta vicino e
forse in questo senso si potrebbe parlare di contagiosità.
Dr.
Stefanini: Evidentemente
esiste la possibilità, soprattutto nelle organizzazioni che si occupano di
cura, che si sviluppino sentimenti condivisi di scarsa autostima e assertività.
Questo induce a dare risposte standardizzate e quindi a ‘difendersi’ dal
dolore o dalla malattia altrui utilizzando schemi di riferimento collaudati
(peraltro, anche a tutela dell’ammalato, si pensi ai protocolli di intervento
su molte patologie ed eventi particolari). Se la persona agisce solo in virtù
di un protocollo effettuerà una buona (si spera) prestazione ma questo potrebbe
avere scarso valore terapeutico (inteso come capacità di produrre un vero
cambiamento).
Segnalo poi un
altro aspetto. La persona che si prende cura, spesso può andare in depressione
perché non trova spazi personali di manifestazione dei suoi bisogni e dei suoi
desideri: troppo presa a occuparsi dei bisogni degli altri non riconosce o non
si sente legittimata a parlare dei propri. Questo potrebbe innescare un circuito
negativo che, nel tempo, sarebbe molto negativo per lei stessa oltre che per le
persone di cui si cura.
*
Dr.
Gianni
Lanari,
psicoterapeuta,
responsabile
del Centro
Italiano
Sviluppo
Psicologia
di
Roma
Dr. Antonino
Minervino, medico, psichiatra, psicoterapeuta (Parma)
Dr. Pietro
Stefanini, sociologo (Parma)
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 07/07/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il sesso non mi piace" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
Sono molto a disagio nel rapporta di coppia con il mio compagno perchè credo di avere dei problemi sessuali. Non mi sento eccitata durante i rapporti, non ho mai raggiunto l'orgasmo e ho perso da tempo interesse per il sesso. Sono attratta da lui, ma non riesco a provare piacere e questo mi porta a evitare i rapporti sessuali, preferisco le coccole, e lui si sente un può rifiutato. Si può guarire? (Paolo, Mestre)
Dalla sua descrizione mi sembra di capire che il problema consista nell'incapacità di provare piacere. Di conseguenza, non riesce a raggiungere l'orgasmo e ha perso interesse per il sesso. Potrebbe trattarsi di disturbo dell'eccitazione femminile. Il trattamento si basa su un'accurata valutazione, che permette di scegliere le tecniche di intervento più opportune. Di solito, vengono prescritti alcuni esercizi per aumentare il tono dei muscoli implicati nella penetrazione, interventi che mirano alla stimolazione della fantasie sessuali, tecniche che si rivolgono alla coppia e alla loro relazione, capacità di comunicazione e intimità. Una buona psicoterapia, quindi, sicuramente può essere utile.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 02/06/2008"Vado in vacanza, che stress!" di Lorenzo Olivero
"........il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma dice che le persone più a rischio stress pre-vacanze sono soprattutto quelle che già soffrono d'ansia, magari anche solo in forma latente. L'imminenza del periodo di vacanza, ricco di novità, può scatenare agitazione nelle persone ansiose perché comporta l'assunzione di tante responsabilità...."
Dal MENSILE NATURAL STYLE maggio 2008" Caro, proviamo a capirci " di Margherita Geronimo
"........il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che non e difficile, assistere nel rapporto di coppia, a dei fraintendimenti tra lei e lui. Di solito i fraintendimenti aumentano quando vengono deluse le aspettative iniziali e viene a mancare la fiducia reciproca...."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 09/05/2008 " Bullismo : la battaglia inizia a scuola " di Silvia Finazzi
"........il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che la maggior parte dei casi di aggressione avviene nell'ambito scolastico. Il bullo, infatti, prova probabilmente dei sentimenti di inferiorità nei confronti dei compagni, magari per una serie di brutti voti o perché non si sente capito o integrato nel gruppo. Ecco perché molti istituti, in collaborazione con degli Psicoterapeuti, hanno lanciato delle iniziative speciali che puntano a coinvolgere direttamente gli adolescenti....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 02/05/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Non riesco a smettere di fumare." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
Fumo da 30 anni e, nonostante numerosi tentativi, non sono mai riuscito a smettere. Ho provato da solo e con l'aiuto di farmaci ma, dopo brevi pause, ho ripreso. Esiste una terapia di tipo psicologico per risolvere questo problema? (Lorenzo, Milano)
Nel 1994 il tabagismo è stato inserito fra i disturbi psichiatrici nel Dsm (manuale di classificazione diagnostica dei disturbi mentali) come nicotino-dipendenza. Il fumo è una dipendenza provocata della nicotina, che comporta tolleranza (necessità di quantità sempre maggiori della sostanza o di assumere sempre la medesima quantità) e astinenza (manifestazioni fisiologiche e psicologiche in seguito a riduzione o interruzione dell'uso della sostanza). Il "fattore fumo" si inserisce nella personalità del fumatore e sembra aiutarlo nel gestire le emozioni, il tempo e le relazioni umani. Tali fattori rendono ragione del fatto che una terapia solo farmacologia può non bastare. Potrebbe rivolgersi a uno psicoterapeuta esperto in questa dipendenza e iniziare un percorso individuale o di gruppo. Il vantaggio è che è possibile condividere l'esperienza con altre persone con lo stesso problema. Ciò aiuta nei momenti di difficoltà, consente di rafforzare le motivazioni, crearne delle altre, consolidare la decisione presa e potenziare il benessere personale.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 02/05/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Ho paura che mi venga un infarto." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Negli ultimi due anni mi capita spesso di provare inaspettatamente la sensazione di avare un infarto. Ho dolore al torace, palpitazioni e non riesco a respirare. Ho paura di morire. Ho consultato un cardiologo, ma non sembra che ci siano problemi. Mi può aiutare? (Livio, Caserta)
"I sintomi descritti fanno pensare a un disturbo da attacco di panico. Tale disturbo rientra nella categoria dei disturbi d'ansia. Nonostante presenti una sintomatologia apparentemente somatica, si tratta di un disturbo psicologico. Indubbiamente la sua sofferenza è reale, ma non dovuta a problemi cardiaci, bensì a problemi legati alle emozioni. L'ansia e l'angoscia avvertite sono l'espressione di un segnale di pericolo, ma nel caso dell'attacco di panico il pericolo non è visibile. L'attacco si presenta in situazioni che non appaiono pericolose per l'integrità fisica della persona che lo sta provando. Il pericolo viene dall'interno, dalla parte più profonda della coscienza. Tali sensazioni potrebbero essere legate a situazioni di vita particolari che lei sta attraversando. Questo disturbo, se non tempestivamente curato, può comportare limitazione della libertà personale, dovuta alla tendenza a evitare luoghi e situazioni vissuti come potenzialmente scatenati l'emergere di un nuovo attacco e può compromettere la vita sociale, familiare e lavorativa, oltre a causare stati depressivi. Da tutto ciò però si può guarire rivolgendosi a uno psicoterapeuta e migliorando così la qualità della propria vita.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/04/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Dopo l'incidente non riesco più a guidare." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Un mese fa ho fatto un brutto incidente con l'auto. Fortunatamente non mi sono ferita gravemente, ma da allora sono terrorizzata all'idea di ricominciare a guidare. Mi faccio sempre accompagnare o uso i mezzi pubblici. Di notte spesso ho degli incubi relativi a incidenti d'auto e, a volte, durante la giornata mi capita di ricordare improvvisamente il momento della frenata brusca e sobbalzo spaventata. E' possibile che un'esperienza così comune a tante persone mi sconvolga a tal punto? (Maria, Empoli)
"L'episodio che lei ha vissuto, anche se comune, ha delle caratteristiche potenzialmente traumatizzanti, in quanto ha minacciato la sua integrità fisica. Ciò ha provocata in lei una forte paura, accompagnata dalla sensazione di essere inerme e impotente nei confronti della situazione pericolosa. Le reazioni ad avvenimenti di questo tipo dipendono molto dal vissuto soggettivo di chi li subisce e dai significati che si attribuiscono all'evento. Alcune persone possono essere più o meno vulnerabili di altre. Uno stesso evento può portare a reazioni in alcune persone e non in altre. Nel disturbo post-traumatico da stress si presenta, per almeno un mese dopo il verificarsi dell'evento traumatico, un insieme di sintomi fra i quali, il rivivere continuo dell'evento (nei sogni, nei pensieri o con frequenti flashback), l'evitamento degli stimoli associati con il trauma e variazioni della reattività generale. Si vive, quindi, una diminuzione dell'interesse per attività precedentemente ritenute piacevoli, sentimenti di distacco o diminuita capacità di provare emozioni. Un grosso aiuto per ritrovare la serenità e per riprendere sue normali attività quotidiane, come appunto tornare a guidare la macchina, potrà riceverlo rivolgendosi a uno psicoterapeuta.
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/04/2008 "Sorelle: amiche o nemiche?" di Silvia Finazzi
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma dice che a volte tra sorelle si è in perfetta sintonia, altre volte non ci si sopporta proprio, altre ancora questo "vincolo" oscilla tra amore e ostilità. Spesso crescere con una sorella aiuta però a sviluppare il senso della "condivisione" sia materiale che affettivo, della collaborazione e dell'unione. In tal modo si imparano fin da piccoli le regole basilari dei rapporti sociali e si sviluppa un maggiore altruismo e una propensione verso l'altro........"
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 28/03/2008 "Perfezionismo. Virtù o mania?" di Silvia Finazzi
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma dice che il perfezionista è tendenzialmente rigido, perché pensa che lasciarsi andare può significare scivolare, cadere, fallire e dato che difficilmente cede, dovrebbe offrirsi la possibilità qualche volta di " fare del proprio peggio"........."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 21/03/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Esiste la dipendenza da internet? " Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Il mio ragazzo ha 24 anni, stiamo insieme da tre ed è ormai qualche mese che le cose non fanno che peggiorare. E' sempre stato un grande appassionato di internet, ma ultimamente non fa altro che passare il tempo davanti al computer: è ossessionato dalla posta elettronica, che controlla continuamente, oppure passa ore a chattare con amici e sconosciuti. Noi ci vediamo sempre meno e se riesco, a fatica, a farlo uscire, mi accorgo che è sempre nervoso. Non sono preoccupata solo per il nostro rapporto, ma anche per lui. Sono mesi che non riesce più a dare un esame all'università e sta abbandonando i suoi progetti." di Giulia, Firenze
"Dalla sua descrizione potrebbe trattarsi di un disturbo chiamato "internet addiction disorder", ossia dipendenza da internet. Questo tipo di problema è caratterizzato dal bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione, mancanza di interesse per le altre attività sociali, utilizzo ripetuto nonostante la consapevolezza dei problemi che provoca, sindrome d'astinenza (agitazione psicomotoria, ansia, depressione e pensieri ossessivi) quando se ne interrompe l'uso. La rete, per le sue caratteristiche, ben si presta come oggetto verso il quale è possibile sviluppare una dipendenza. Infatti, consente di sostituire il mondo reale con uno virtuale. Si sperimenta la sensazione di evasione o fuga dai problemi e di onnipotenza per la possibilità di superare i limiti personali, di spazio e di tempo. Per le persone presentano questo problema è difficile chiedere aiuto. Internet è, infatti, generalmente apprezzato ed è frequente il trincerarsi dietro l'opinione che il suo uso non può fare male. Chi ha tale disturbo, spesso, si sente solo. Ciò comporta ulteriori difficoltà a riconoscere il problema e a chiedere aiuto. Le consiglio, quindi, di parlare con calma con il suo fidanzato e di indirizzarlo verso una psicoterapia mirata."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 14/03/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono ossessionata dal sesso. " Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Ho 30 anni e mi sento ossessionata dal sesso. Da qualche tempo non faccio che pensarci, sono attratta e ho fantasie sulla maggior parte degli uomini che incontro. Ho sentito parlare della dipendenza dal sesso e ho paura che questo sia il mio caso. Che cosa ne pensa?" (Sonia)
"La dipendenza dal sesso, detta anche sex addiction, è caratterizzata dalla centralità della posizione occupata dal sesso nella vita della persona in questione, al punto da farle trascurare la famiglia, il lavoro, le relazioni, gli amici. Intorno al sesso ruotano tutti i pensieri e le azioni. E' vissuto come impulso irrefrenabile, indipendentemente dagli eventuali effetti negativi che può procurare a se stessi e agli altri. Tali comportamenti hanno un effetto sull'autostima e sulla gestione delle emozioni. Il partner sessuale spesso non viene "scelto", non si instaura una relazione con lui, ma è visto come un oggetto che consentirà la soddisfazione di un impulso. Pertanto, è facilmente sostituibile e può anche essere aggredito. Infatti, i comportamenti provocati dall'ossessione per il sesso sono compulsivi, fuori controllo e, per questo motivo, a volte anche ad alto rischio. Se lei avverte disagio in relazione ai suoi desideri e comportamenti sessuali, le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta, che potrà fare una diagnosi accurata e aiutarla a risolvere tutti i suoi dubbi."
Dal MENSILE FOX Marzo 2008 "Schiavi del web" di Marco Faletti
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che fare a meno della rete diventa per molti sempre più difficile. In alcune situazioni si è in presenza di un vero e proprio disturbo: l'internet addiction disorder. Il Centro Italiano Sviluppo Psicologia si occupa da diversi anni di tale dipendenza, fornendo una rete di psicoterapeuti e gruppi di auto mutuo aiuto....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 15/02/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Ci sono dei siti per parlare del proprio malessere?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Soffro di attacchi di panico da circa dieci anni. Questo disturbo mi ha portato gradualmente a evitare sempre più spesso le situazioni che consideravo rischiose. Avrei bisogno di sapere se esistono siti internet validi per poter condividere il malessere quotidiano con altre persone che soffrono dello stesso disturbo." di Martina, Firenze
"Oltre all'aiuto psicologico specialistico (psicoterapia), è importante anche l'auto-mutuo-aiuto. Al riguardo, le consiglierei di dare un'occhiata al sito www.ilsolenellavita.com: è rivolto alle persone che stanno vivendo disturbi psicologici, tra cui anche le crisi di panico. Collegandosi avrà la possibilità di capire l'origine della sua sofferenza. All'interno del sito esiste un forum di auto-aiuto, dove le persone possono confrontarsi sui propri disturbi e sulle esperienze di vita quotidiana. E'importante anche parlare con gli altri delle paure che chi sta male si trova ad affrontare. Paure che purtroppo, a volte, non vengono confidate neppure allo psicoterapeuta, quasi per una sorte di vergogna. Paure che comunque possono essere condivise e riconosciute nel vissuto dell'altro. Ciò aiuta a sentirsi più forti e a migliorare sempre di più la propria qualità di vita."
Dal quotidiano
ROMA - Rete? Non è ancora sinonimo
di accessibilità. Se è vero che in molti paesi i "silver surfer" -
gli utenti internet di età avanzata - sono
in netta crescita, il panorama presenta anche diverse ombre.
In Italia il gap fra chi naviga abitualmente e chi invece è tagliato fuori da
questo universo è ancora profondissimo. L'altra faccia del mondo connesso,
quella che spesso rimane nascosta, è isolata per un problema di infrastrutture,
ma soprattutto culturale e sociale. "Internet cresce anche fra le fasce di
età avanzate ma per gli over-65 siamo ancora a cifre molto basse", dice
Paolo Zocchi, docente alla facoltà di Scienze della Comunicazione all'Università
Il divario in Italia, spiega, è più ampio rispetto ad altre realtà e a
risentirne di più sono proprio gli anziani, che vivono soli e isolati.
"Appena sono fuori dal mondo del lavoro, scompaiono. E non è solo una
questione di banda larga: non si può pensare che una volta messo un cavo tutto
sia risolto. E' un problema di motivazione e bisogni", dice Zocchi. La
resistenza psicologica, più volte additata come deterrente numero uno, viene
meno nel momento in cui si capiscono i benefici che dalla rete si possono
ricavare: dal pagare la bolletta senza fare la fila, allo scambio di foto con il
figlio che magari vive in America. Quello che manca, secondo Zocchi, è un
sistema di assistenza "sociale". "Le singole iniziative dei
comuni o dei volenterosi vanno bene ma non sono risolutive. Bisogna mettere in
piedi operazioni sistematiche". In pratica? "Penso ad un sistema di
'network angels', ad esempio, che siano disponibili ad aiutare a risolvere i
problemi di accesso per chi muove i primi passi in questo mondo, che siano in
grado di intercettare gli utenti 'senior' in luoghi per loro facili e
stabiliscano con loro un legame di fiducia. Qualcuno che si possa chiamare ogni
volta che si ha un intoppo, a partire dal cavo che si stacca dal muro; che non
perda la pazienza e sia un referente cui ci si può rivolgere sempre, per non
sentirsi abbandonati". Ma un'idea del genere è davvero realizzabile?
"Siamo ancora in fase embrionale ma la stiamo studiando, cercando accordi
con altri ministeri, con le regioni e gli enti locali. E' da lì che si deve
partire, in modo capillare".
A tenere lontani dalla rete i potenziali 'silver surfer' nostrani c'è anche un
problema di costi. Chi non vive con la famiglia, con figli, difficilmente ha a
disposizione un computer. Poi ci altre difficoltà, che possono essere di
apprendimento, di lettura e scrittura: in media gli anziani compiono cinque
errori digitando contro uno dei giovani. Eppure sapersi muovere nel web può
diventare un balsamo per anima e mente. "La rete tiene in allenamento le
funzioni cognitive e la curiosità intellettuale dell'anziano. Permette di
rimanere al passo con l'avanzare della società mantenendo una maggiore
autonomia. Chat e forum aumentano i contatti sociali, fanno nascere nuove
relazioni. E
coltivare le proprie passioni online contrasta la sensazione di diventare vecchi
e di perdita di contatti e salute" spiegano Gianni
Lanari e Barbara Rossi, psicoterapeuti e, rispettivamente, presidente e
presidente onorario del Centro Italiano sviluppo Psicologia di Roma, che studia
da vicino internet.
Tutto, certo, se si riescono a superare gli ostacoli della scarsa accessibilità
di molti siti e lo shock che provoca in chi è a digiuno di inglese e "webbese"
l'impatto con browser e affini. Molti portali hanno ancora grossi problemi di
usabilità: "Internet non è accessibile proprio a chi ne avrebbe più
bisogno. Non è solo un discorso anagrafico, ma di stile di vita" ammette
Anna Bianco, presidente di Eldy. org, un'associazione nata per avvicinare le
persone in età matura alle nuove tecnologie con l'obiettivo di farle
"diventare uno strumento di inclusione e miglioramento sociale", come
si legge nella presentazione del sito. "Ci sono settantenni che in chat ci
stanno benissimo, cercano nuovi stimoli e contatti. E' fondamentale per loro, li
mantiene in gioco". Ma gli altri, quelli che si spaventano solo a sentirlo
nominare internet? "Vanno aiutati, facilitandogli l'accesso e facendoli
anche divertire in rete". Un aiuto lo dà proprio il software creato da
Eldy, che permette di entrare in rete guidati da percorsi di navigazioni
intuitivi.
Una volta scaricatolo gratuitamente dal sito, sullo schermo del computer si
visualizzano sei grossi bottoni per altrettante funzioni base: dalla posta
elettronica alle foto, dalla "passeggiata in internet" alle
"chiacchiere", dagli appunti al meteo. Tutto rigorosamente in
italiano, con caratteri grandi e contrasti cromatici per facilitare chi ha
problemi di vista. "La mia esperienza è che molte persone in età matura
hanno voglia di capirci qualcosa, sono curiosi ma rimangono fuori perché
considerano internet una cosa difficile. Ma quando cominciano ad usarlo, la
voglia cresce parallelamente all'autostima. Non si sentono più esclusi"
dice ancora Bianco. E internet per loro diventa non solo un luogo di ritrovo, ma
di aggiornamento, di condivisione delle proprie conoscenze, di assistenza, di
partecipazione alla vita comunitaria.
Proprio l'inclusione sociale è uno dei vantaggi più preziosi avvertito dai
neofiti del web in età matura. Ne è convinta Sonia Stefanizzi dell'Università
Milano-Bicocca, che insieme a Giulio Martinotti ha condotto uno studio sugli
over-65 che hanno partecipato al progetto Internet Saloon, una delle iniziative
pilota di alfabetizzazione informatica sponsorizzata a Milano da Microsoft. Il
campione dello studio era altamente selezionato: persone bene inserite
socialmente, con alle spalle professioni di livello alto, 67 anni di età in
media. Eppure la risposta che hanno dato è esemplare: "Per il 53 per cento
degli intervistati il vantaggio maggiore ricavato da questa esperienza era il
sentirsi maggiormente integrati nella società", spiega Stefanizzi.
Un bisogno che la dice lunga e che non andrebbe ignorato. "Io però non mi
sento particolarmente ottimista", ammette Paolo Zocchi, che non vede
all'orizzonte grossi miglioramenti. "Ci vuole una visione diversa, che
colga l'opportunità come già succede in altri paesi - Finlandia, Svezia e
Stati Uniti in testa - dove le persone mature sono incentivate a rientrare nel
mondo del lavoro, a rimettersi in gioco, perché sono considerate produttive; da
noi questo non succede". Internet, a questo proposito, gioca un ruolo
importante perché è una leva di sviluppo sociale. Finora le politiche hanno
inseguito soprattutto i giovani; la sfida ora è aggiustare il tiro anagrafico,
offrendo servizi per le fasce d'età alte della popolazione, sempre più
numerose e destinate a continuare la loro ascesa. Ci riusciremo? "E' una
bella sfida" conclude Raffaele Pastore del Censis: "anch'io sono
curioso di vedere come andrà a finire".
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/01/2008"Scuole superiori. E'ora di scegliere" di Valeria Ghitti
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che, per quanto riguarda le scuole superiori, l'offerta formativa è varia e i ragazzi a volte non riescono a prendere facilmente una decisione. Un adolescente insicuro potrebbe optare per scelte scolastiche meno impegnative per paura di confrontarsi con situazioni che ritiene troppo complesse. In questo caso è fondamentale l'aiuto dei genitori e degli insegnanti che conoscono le sue attitudini e sono in grado di incoraggiarlo....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/01/2008 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il sesso? Non gli interessa" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma"
"Sono sposata da 5 anni. Dopo i primi due pieni di passione, gradualmente il desiderio sessuale di mio marito è svanito. In pratica, sono circa 2 anni che non abbiamo più rapporti sessuali completi. In che modo si cura di solito questo problema? (lettera firmata)"
"Il cosiddetto Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo sta diventando sempre più una causa frequente di ricorso alla psicoterapia sessuale. Durante tale trattamento, è importante che la persona senza desiderio diventi consapevole dei propri sentimenti negativi (ansia, paura, risentimento e ira) nei confronti del sesso. Tramite questa fase riuscirà a comprendere l'origine e la funzione di tali emozioni. Poi la persona apprende alcune strategie mentali che la aiutano ad affrontare le situazioni ansiogene e a migliorare l'immagine che ha di sé. Tutto ciò la porterà pian piano, anche da un punto di vista comportamentale, a vivere con piacere le situazioni intime con il partner. Sebbene il trattamento di tale problema sia spesso abbastanza complesso, esiste tuttavia nella realtà la possibilità di superarlo."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/01/2008"NATALE. C'é anche chi lo odia" di Silvia Finazzi
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma dice che per la maggior parte delle persone il Natale è fonte di allegria, gioia e felicità. Luci e regali non sempre però sono motivo di gioia. Alcune delle ragioni possono essere le seguenti:
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 16/11/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Perché si arriva a tentare il suicidio?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Mio nipote, sposato con un figlio, libero professionista di 34 anni, con grande sorpresa di tutti, quando sembrava ormai ripreso da un periodo depressivo, ha tentato il suicidio. Che cosa può far scattare comportamenti di tale tipo? Che cosa può fare lo psicoterapeuta in tali casi? di Nando, Catanzaro"
"Spesso la persona che tenta il suicidio non riesce a immaginare soluzioni alternative al proprio problema. Paradossalmente, appare agli altri in condizioni psichiche migliori proprio poco prima del suo tentativo. Secondo gli esperti, i motivi che portano al suicidio sono fondamentalmente due: liberarsi di una sofferenza percepita come eccessiva e senza via d'uscita; richiamare l'attenzione su di sé per stimolare eventuali cambiamenti. Comunque, è meglio non generalizzare: ogni caso deve essere considerato nella sua specificità, diverso degli altri. Sarà lo psicoterapeuta, che avrà il compito di entrare nel mondo del suo paziente per aiutarlo, a progettare una via di uscita a favore della vita."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 12/10/2007 "Pregare aiuta a stare meglio? di Silvia Finazzi
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che la fede dona forza ai credenti e aiuta a trovare la serenità anche nelle situazioni più grigie....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 05/10/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Che cos'è la psicoterapia cognitiva? " Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Da alcuni anni soffro di depressione. Mi hanno detto che la cura più efficace consiste nella psicoterapia cognitiva. Ne avevo sentito spesso parlare, ma non ho le idee molto chiare al riguardo. Quali sono i principi su cui si basa questo trattamento? Lorenzo, Sassari"
"Questo tipo di psicoterapia si basa sull'ipotesi che il malato utilizzi schemi che rendono difficile la valutazione oggettiva di ciò che gli succede nella realtà. Per comprendere la depressione è, inoltre, importante la visione che la persona ha di se stessa, delle sue esperienze e di conseguenza degli errori cognitivi che mette in atto. Durante la terapia vengono utilizzate tecniche comportamentali e cognitive. Le prime consistono prevalentemente in compiti a casa, che riescono ad allontanare lo stato d'anima depressivo. Le seconde sono, invece, finalizzate al superamento dei pensieri disfunzionali. All'inizio, durante e dopo il trattamento, un'attenzione particolare viene data alla valutazione costante di tutto ciò che succede fino al superamento del problema"
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 31/08/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: L'ansia mi blocca." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Ho 27 anni e quando devo prendere delle decisioni importanti, come scegliere tra più alternative di lavoro, l'ansia mi blocca e non riesco a capire qual è la strada migliore da seguire. La difficoltà emotive mi portano a essere incapace di affrontare i problemi in modo costruttivo e razionale. Esistono soluzioni?" Mario, Roma"
".....La psicoterapia cognitivo - comportamentale utilizza, in casi come il suo, una tecnica chiamata "problem solving". Con tale procedura si diventa consapevoli che:
Tale tipo di intervento, oltre a rendere disponibile una ampia gamma di alternative e di risposte utili, aumenta la probabilità di fare la scelta giusta. Questa particolare tecnica di intervento viene utilizzata anche con le persone obese, i tossicodipendenti e nella terapia di coppia"
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 31/08/2007 "Non e vero, ma ci credo" di Norberto Festo
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che vere o no che siano, dare ascolto alle credenze popolari per alcuni può essere divertente, l'importante però, è riuscire a non farsi prendere la mano....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 24/08/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Lo stress mi attanaglia." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Ho 40 anni e la mia vita da diverso tempo è tutta uno stress. Ho costantemente la sensazione di avere a che fare con montagne altissime da scalare con una gamba rotta. Non riesco più a trovare un attimo di pace. Tra poco andrò in ferie, ma penso che sarò stressato anche lì. Come posso affrontare il problema?" Lettera firmata
"Di solito la strada più efficace per affrontare problemi di stress consiste nel rivolgersi a uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale che si occupi di "Stress Inoculation Training". Nello stesso modo in cui un vaccino combatte una malattia, tale intervento mira a favorire gradualmente nella persona lo sviluppo di strategie preventive per affrontare le difficoltà. Si passa, quindi, da una percezione in cui l'evento problematico è subito a una in cui esso è affrontabile con tecniche specifiche. Questo metodo è utile per la gestione diretta dello stress, dell'ansia, del dolore e della rabbia."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 24/08/2007 "Genitori e figli: come andare d'accordo." di Valeria Ghitti
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che la "rottura" avviene di solito durante l'adolescenza, quando i ragazzi iniziano a diventare adulti e a decidere della propria vita. In tale contesto e importante dare fiducia, ma contemporaneamente non abbandonare a sé stessi i propri figli....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 27/07/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Il mio ragazzo è un esibizionista." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma"
"Il mio ragazzo sta attraversando un periodo difficile e mi ha recentemente confessato che è stato arrestato per un problema di esibizionismo. Dice che non riesce a evitare di comportarsi così e mi ha supplicato di non lasciarlo" Carolina
"L'esibizionismo è un disturbo caratterizzato da fantasie, impulsi o comportamenti ricorrenti, relativi all'esposizione dei propri genitali a estranei che non se lo aspettano. Tutto ciò di solito comporta un'intensa eccitazione sessuale. Anche se a volte la persona si masturba mentre si mostra o fantastica di mostrarsi, di solito non ci sono tentativi di attività sessuale con l'estraneo. L'esibizionista, in genere, è consapevole di provocare una sorpresa spiacevole a chi lo guarda: raramente pensa che lo spettatore si ecciti. Questi comportamenti causano disagio all'esibizionista stesso: per superarlo serve l'aiuto di uno psicoterapeuta."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 27/07/2007 "Servono i compiti delle vacanze?" di Silvia Finazzi
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma evidenzia che i compiti delle vacanze non sono una perdita di tempo, a patto però, di svolgerli con regolarità e come stimolo per imparare..."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 20/07/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mia figlia è anoressica?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma"
"Ho una figlia di 20 anni che, in seguito a una delusione d'amore, ha iniziato a mangiare pochissimo. Attualmente, pur essendo alta un metro e settanta, pesa 42 chili e continua a fare la dieta. Come se non bastasse, ogni giorni va in palestra per molte ore e abusa di lassativi. In famiglia sospettiamo che sia stata colpita da anoressia. Quali sono le caratteristiche di tale disturbo?" (via e-mail )
"L'anoressia nervosa è un disturbo, prevalentemente femminile, caratterizzato dal voler mantenere un peso corporeo al di sotto di quello normale. La perdita di chili viene ottenuta riducendo la quantità di cibo introdotta, con comportamenti forzati di eliminazione (vomito, uso di lassativi e diuretici) e con la pratica di eccessiva attività fisica. Una persona anoressica, anche quando è sottopeso, ha una forte paura di ingrassare e solitamente rifiuta di ammettere la gravità della situazione. La sua autostima è eccessivamente e senza motivo influenzata dal peso e dalla forma del corpo e può scomparire il ciclo mestruale. Il disturbo si manifesta in medie intorno ai 17 anni ed è raramente presente in donne altre i 40 anni. L'esordio viene di solito collegato a un evento fortemente stressante della vita. Il problema è maggiormente presente nei paesi industrializzati, dove vi è abbondanza di cibo e dove, soprattutto per le donne, è enfatizzato il valore della magrezza. Purtroppo c'è la tendenza a rivolgersi allo psicoterapeuta, sotto pressione dei familiari, solo quando la situazione risulta già abbastanza seria."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 20/07/2007 "40 anni e vive ancora con la mamma" di Silvia Finazzi
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma dice che per evitare dei figli "mammoni" i genitori dovrebbero responsabilizzarli fin da piccoli e contemporaneamente dare il buon esempio, prendendosi dei propri spazi da dedicare a se stessi e alla coppia....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 20/07/2007 "PASSIVI O AGGRESSIVI ? MEGLIO ASSERTIVI" di Valeria Ghitti
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che c'è chi rinuncia a dire ciò che pensa e chi, invece, vuole imporre sempre le proprie idee. Il modo migliore di comunicare sta probabilmente nel mezzo. Al riguardo il C.I.S.P organizza periodicamente dei CORSI DI ADDESTRAMENTO ALLA COMUNICAZIONE ASSERTIVA....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 06/07/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Non smette di giocare." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Mio marito ha lasciato da due anni il lavoro e passa gran parte del suo tempo a scommettere sui cavalli. A mia insaputa è arrivato anche a ipotecare la casa. Lui dice che presto riuscirà a recuperare tutte le perdite e potremo vivere di rendita." Serena, Vibo Valentia
"L'eccessivo coinvolgimento di suo marito fa pensare al gioco d'azzardo patologico. Il disturbo porta a un bisogno di giocare con quantità crescenti di denaro per raggiungere l'eccitazione. Il giocatore si irrita facilmente se tenta di ridurre o interrompere questa usanza. Dopo aver perso, gioca ancora per recuperare. Di solito lo fa per sfuggire ai problemi. La persona con tale caratteristiche tende a mentire per nascondere l'entità del proprio coinvolgimento nella malattia. Credo che, giunti a questo punto, debba solo convincerlo a farsi seguire da uno specialista. Un tentativo potrebbe farlo con l'utilizzo contemporaneo di psicoterapia e gruppi di auto mutuo aiuto"
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 06/07/2007 "Cucina che ti passa" di Valeria Ghitti
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che il cucinare, se fatto con piacere, può diventare un potente antistress e una gradevole pausa distensiva....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 29/06/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mio Figlio fa uso di cocaina." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Mio figlio ha 20 anni e usa quasi tutti i giorni la cocaina, da almeno 2 anni. Malgrado ciò, lui non si definisce "drogato" e continua a ripetermi che il suo non e un problema: se volesse, sostiene lui, riuscirebbe a smettere anche subito. Io però mi sto accorgendo che ha cambiamenti di umore repentini e mi attacca, anche in maniera aggressiva: l'altro giorno mi ha addirittura picchiata. Pensa che un intervento che coinvolga tutta la famiglia potrebbe essere utile?"
"E' molto importante intervenire psicologicamente sulle tossicodipendenze, anche tenendo conto della rete di relazioni familiari nella quale la persona con il problema specifico è inserita. Se ben preparati, i genitori possono influire in modo significativo, affinché il comportamento dei figli si modifichi. Di solito, in queste situazioni lo psicoterapeuta propone alle famiglie un intervento di "parent training", un percorso durante il quale si lavora soprattutto sulle difficoltà di comunicazione e si aiuta la famiglia ad accettare il problema. Prerogativa essenziale per poterlo affrontare e risolvere. I disagi dei figli possono essere compresi solo analizzando l'organizzazione di tutto il nucleo familiare. Affinché la dipendenza perda la sua ragione d'essere dovrà dunque verificarsi un cambiamento che coinvolga tutta la famiglia."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 08/06/2007 "Burraco, il gioco che piace alle donne" di Camilla Buffoli
"..... Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che il burraco è un gioco e come tale va vissuto, senza che si trasformi in un rifugio ai propri problemi o in un palliativo per riempire altre mancanze. Il rischio potrebbe consistere che da innocuo divertimento si trasformi in una forma di dipendenza..... "
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 08/06/2007 "Gemelli: la loro individualità va rispettata" di Camilla Buffoli
"..... Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma dice che i gemelli sono molto uniti dalla nascita e hanno un rapporto esclusivo, ma è importante insegnare loro a sviluppare ciascuno la propria personalità....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 01/06/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Con le mani nei capelli." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Fin da quando ero bambina mi attorciglio i capelli intorno alle dita e provo un piacere fisico nel farlo; tutti quelli che mi conoscono (genitori, parenti, amici) mi hanno sempre rimproverata per questo "vizio", che io non sono mai riuscita a togliermi, per quanto mi sia impegnata. Da qualche anno il semplice attorcigliare si è trasformato in strappare i capelli e, da un po' di tempo, anche i peli del pube. Ho provato di tutto per smettere, ma non ci sono riuscita. Di che cosa si tratta?" Luisa, Milano
"La sua descrizione fa pensare alla tricotillomania, un disturbo che consiste in un ricorrente strappamento dei propri capelli e che ne causa la perdita. Possono essere interessante anche altre regioni del corpo in cui crescono i peli. Spesso l'esordio si ha nella prima fanciullezza: di solito si avverte una tensione crescente immediatamente prima o quando si tenta di resistere al comportamento. Mentre si strappano i capelli si prova invece gratificazione e sollievo. Negli adulti il disturbo sembra essere più comune tra le donne che tra gli uomini. Per risolverlo, tuttavia, occorre rivolgersi a uno psicoterapeuta"
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 01/06/2007 "Volontariato fa bene anche a se stessi" di Silvia Finazzi
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma dice che: aiutare gli altri è impegnativo, ma si guadagna in autostima....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 25/05/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Sono una "caffeinomane"?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Il mio compagno mi critica perché ogni mattina inizio la giornata con due tazzine di caffè espresso. Ne prendo altre due dopo i pasti principali. Se per caso un giorno non me le concedo, è come se non avessi l'energia sufficiente per far fronte a tutte le attività e mi sento molto nervosa. Mi devo considerare "intossicata della caffeina?" Felicia, Roma
"L'intossicazione da caffeina è caratterizzata da un forte consumo di caffè, di solito in dosi superiori ai 250 mg di caffeina. La persona sviluppa di solito almeno cinque delle seguenti caratteristiche: irrequietezza, nervosismo, eccitamento, insonnia, vampate al volto, turbe gastrointestinali, aumento della diuresi, contratture muscolari, flusso incoerente del pensiero e del parlare, tachicardia, periodi di insensibilità alla fatica oltre che agitazione. Tali sintomi causano un disagio tale che incide sul funzionamento sociale e lavorativo della persona. L'intossicazione da caffeina può comunque non presentarsi, a causa dello sviluppo di tolleranza, nonostante se ne faccia un uso smodato. Anche in quest'ultimo caso, riterrei comunque utile ricorrere all'aiuto di uno psicoterapeuta, per affrontare i motivi che spingono la persona a consumare in maniera eccessiva la sostanza in questione"
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/05/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mio marito soffre di pornodipendenza web?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Mio marito di notte si alza e sta ore davanti al computer. Circa due mesi fa l'ho sorpreso a masturbarsi davanti a immagini pornografiche. La nostra comunicazione, che già era scarsa, da quel momento si è completamente interrotta. Ho sentito parlare di "pornodipendenza web". Che cosa posso fare?" Enza, Cagliari
"Il "pornodipendente web" soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo. Non può fare a meno della pornografia ed è posseduto da essa. Perde l'integrità personale e si rifugia in un mondo di fantasie sessuali, lontano dalla normale vita amorosa e dal rapporto con gli altri. Tramite internet, a un costo relativo, comodamente seduto, il pornodipendente osserva immagini di ogni tipo, alla ricerca di una scarica di piacere. Le relazioni diventano però sempre più virtuali, in un mondo non reale, dove la persona ha la possibilità di far accadere tutto ciò che desidera, ma perde la propria autostima. Negli Stati Uniti esistono centinaia di gruppi di auto-aiuto online per contrastare il problema. Negli ultimi anni ne è stato creato uno anche in Italia (www.noallapornodipendenza.it) a cui sono iscritte attualmente circa 2.350 persone. E' comunque consigliabile anche un supporto psicoterapeutico"
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 04/05/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Traumatizzato da un incidente." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Tre mesi fa, mentre guidavo in autostrada, sono stato tamponato violentemente da un autobus. Al pronto soccorso mi hanno assicurato che le mie condizioni erano buone. Ma da allora mi capita spesso di rivivere tutta la situazione con angoscia e di notte non riesco a dormire. Cosa mi sta accadendo?" Carlo, Livorno
"La sintomatologia che lei descrive mi fa pensare al disturbo post-traumatico da stress. Chi vive questo problema, di solito ha subito un evento traumatico che ha implicato morte, lesioni gravi o comunque una minaccia all'integrità fisica. Come reazione, la persona prova paura intensa e sentimenti di impotenza o di orrore. L'evento traumatico viene rivissuto con ricordi spiacevoli, incubi ricorrenti, iperreattività agli stimoli che lo ricordano e disagio psicologico. Spesso possono amplificarsi anche i sintomi del cosiddetto arousal (difficoltà a prendere sonno e a mantenerlo, scoppi di collera, scarsa concentrazione, ipervigilanza, risposte di allarme esagerate). Il disturbo, che può essere definito tale solamente se dura più di un mese, in genere causa un grande disagio a chi ne soffre, sia nella vita privata sia in quella sociale e lavorativa"
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 27/04/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Mi abbuffo e sto male" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Mi capita sempre più spesso di ingoiare qualsiasi tipo di cibo in quantità incredibili, allo scopo di dare una risposta a quel "mostro"che è dentro di me. Arrivo poi a un punto in cui sono completamente piena e così passo alla fase di "depurazione" attraverso il vomito. Alla fine una vocina interiore mi dice che ci sono ricaduta un'altra volta. Che cosa mi sta succedendo?"
"La sua descrizione fa pensare a una possibile bulimia nervosa, un disturbo caratterizzato da abbuffate ricorrenti. In quei momenti la persona mangia una quantità di cibo significativamente maggiore a quello che sarebbe possibile immaginare. Questo comportamento anomalo nei confronti del cibo continua finché la persona non si sente così piena da stare male. Di solito, le "crisi" sono accompagnate della sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non riuscire a controllare che cosa e quanto si stia mangiando. Sono, inoltre, seguite da comportamenti compensatori per prevenire l'aumento di peso (vomito autoindotto, abuso di lassativi e diuretici, digiuno, esercizio fisico eccessivo eccetera). Il rapporto particolare con il cibo è, nella maggior parte dei casi, un segnale che indica una difficoltà a gestire gli aspetti relazionali e affettivi della propria vita. Può, quindi, risultare utile rivolgersi a uno psicoterapeuta esperto di disturbi alimentari"
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 20/04/2007 "Il nonno vuole fare un viaggio" di Rossana Pessione.
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma dice che da solo o in compagnia di amici, anche a un anziano può venir voglia di fare una vacanza senza figli e nipoti. Se la salute lo consente e si ha un buono spirito di adattamento e di orientamento, può far bene al fisico e anche alla mente ...."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 20/04/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Con gli altri sono aggressivo" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma"
"Fin da piccolo sono stato aggressivo: pensavo fosse necessario per raggiungere i miei obiettivi, ma ora ho scoperto che non è così. Vorrei cambiare ma non ci riesco. Come posso fare?" Guido, Trapani
"Le consiglierei di partecipare a un corso di addestramento alla comunicazione assertiva. Questo training è basato sull'apprendimento di una serie di abilità sociali, volte a favorire la valorizzazione delle risorse comunicative e a promuovere lo sviluppo della personalità. L'individuo non assertivo usa modalità comunicative passive e aggressive. Il passivo rinuncia all'espressione di sé e si sottomette al volere dell'altro, mentre l'aggressivo esprime se stesso tenendo in considerazione solo il proprio punto di vista. Tutto ciò finisce con l'interferire con il benessere della persona e compromettere la possibilità di avere relazioni soddisfacenti. La persona che comunica assertivamente, invece, si esprime rispettando se stessa e l'interlocutore. Tale strategia comunicativa aiuta ad affrontare in maniera efficace qualsiasi situazione conflittuale: è, quindi, uno strumento molto utile nella gestione dei rapporti interpersonali"
Dal SETTIMANALE DI TUTTO 16/04/2007 "Il talamo nuziale si sdoppia. Ed è boom per le CAMERE DA LETTO SEPARATE" di Monica Marzano.
"..... Negli States molte coppie rinunciano alla sala per avere due stanze da letto e dormire in solitudine. E in Italia.....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma dice che per la stabilità di marito e moglie sono fondamentali intimità e complicità. Grazie alla convivenza si creano momenti di condivisione e di dialogo. Un aspetto fondamentale per la maturità del rapporto di coppia è anche il riconoscimento reciproco di spazi individuali. Le stanze separate sono un compromesso valido se condiviso con serenità, a patto di non ridurre drasticamente i momenti di condivisione, vicinanza, intimità e dialogo....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 06/04/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Con gli altri sono a disagio" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Quando devo fissare un incontro con altre persone (riunioni, pizza con gli amici, chiacchierata al bar eccetera) mi sento subito in ansia perché comincio a pensare a come il mio stato d'animo sarà visibile a tutti. All'appuntamento, poi, sono immerso nella costante speranza che i miei sintomi ansiogeni scompaiano perché non ce la faccio a sostenerli. Che cosa posso fare?" Claudio, Como
"..... Dai sintomi che descrive è ipotizzabile che lei possa soffrire di fobia sociale: è un disturbo caratterizzato da una paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali, nelle quali la persona è esposta al possibile giudizio degli altri. Emerge quindi la paura di fare qualche cosa che agli occhi degli altri risulta imbarazzante. La persona riconosce che questi timori sono irragionevoli; il problema è che l'esposizione alla situazione temuta quasi sempre provoca ansia, che può trasformarsi anche in un vero e proprio attacco di panico. Di conseguenza, le occasioni sociali vengono evitate o sopportate con intenso disagio. Tutto ciò interferisce significativamente con le abitudini normali della persona e con l'attività lavorativa. In tali situazioni diventa utile il potenziamento delle abilità sociali, tramite un apposito "addestramento alla comunicazione assertiva" effettuato da uno psicoterapeuta. Tale strategia psicoeducativa consente di potenziare il proprio benessere relazionale....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 30/03/2007 "rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Ho delle paure assurde!" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"Da diversi anni sono succube di alcune paure (iniezioni, ferite e sangue) e non riesco a liberarmene. A causa di tutto ciò, la mia vita sta diventando sempre più stressante. Che cosa devo fare?" Ketty, Enna
"Le fobie sono caratterizzate da una paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza di un oggetto o da situazioni specifiche (iniezioni, ferite, sangue, animali, temporali, acqua, aeroplani, luoghi chiusi eccetera). Il contatto, la vicinanza o la visione dello stimolo che causa paura provocano quasi sempre una risposta ansiosa immediata, che può diventare un vero e proprio attacco di panico. La persona, però, riconosce che i suoi timori sono eccessivi o irragionevoli. Oggi l'esposizione graduale ai fattori che generano paura viene considerata una delle tecniche più efficaci per il trattamento delle fobie. Si basa sul principio dell'abituarsi alle situazioni che generano agitazione. In effetti, succede che ci sia una riduzione progressiva dell'ansia percepita. Questa tecnica ha successo nel 90% dei casi e diversi studi confermano che i progressi rimangono duraturi nel tempo."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI12/01/2007 "Parenti serpenti"di Claudia Ziliani
"..... Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma afferma che per potenziare le abilità di gestione delle situazioni conflittuali che si creano con gli altri (all'interno o all'esterno del nucleo familiare), si può utilizzare il corso di addestramento alla comunicazione assertiva....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 16/03/2007 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Come riconoscere gli attacchi di panico?" Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
".......Da circa sei mesi penso di soffrire di attacchi di panico. Quali sono i sintomi per diagnosticare tale tipo di problema? E' necessario rivolgersi a uno psicoterapeuta?" Nicole, Savona.
".....Gli attacchi di panico sono caratterizzati da un periodo preciso durante il quale la persona vive, con paura o disagio intensi, almeno quattro dei seguenti sintomi, che si sviluppano improvvisamente e raggiungono il picco nel giro 10 minuti: tachicardia, sudorazione, tremori; sensazione di soffocamento, senso di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali; sensazioni si sbandamento,di instabilità, di testa leggera o di svenimento, sensazione di irrealtà o di essere distaccati da sé stessi, paura di perdere il controllo o di impazzire, timore di morire, sensazioni di torpore o di formicolio, brividi o vampate di calore. Il panico è un segnale che comunica alla persona che è arrivato il momento di realizzare dei cambiamenti nella propria vita. Lo psicoterapeuta aiuta a comprendere e modificare emozioni, pensieri e comportamenti disfunzionali per il benessere. Grazie al suo aiuto, il panico si può trasformare in un'opportunità per comprendere se stessi e per migliorare la qualità della propria vita....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 09/03/2007 "Rubrica MENTE CUORE SESSO PSICHE: Lavo le mani di continuo." Risponde il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta, responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma
"....Sono casalinga e passo buona parte della giornata con dei pensieri infondati di tradimento da parte di mio marito. Per calmare la tensione, pulisco la casa senza sosta e lavo le mani di continuo (tra le 30 e le 40 volte al giorno). Mi devo preoccupare?" Laura, Bari.
"..... La descrizione data fa pensare a un possibile disturbo ossessivo-compulsivo. E' caratterizzato da pensieri o impulsi ricorrenti vissuti spesso come intrusivi e che causano ansia. La persona riconosce tali sintomi come un prodotto della propria mente e si rende conto che sono semplicemente preoccupazioni eccessive. Tenta quindi di ignorarli e di neutralizzarli con altri pensieri o azioni. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, pulire, riordinare) o azioni mentali (pregare, contare,ripetere parole mentalmente), che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta a un'ossessione. Le ossessioni e le compulsioni causano disagio marcato e interferiscono con le normali attività. Penso che un aiuto psicoterapeutico potrebbe esserle utile....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 23/02/2007 "Scherzi della parola: colpa dell'inconscio?" di Nadia Accardi
"..... A chi non è mai capitato di chiamare il marito con il nome del proprio padre o del fratello? E quante volte succede di avere una parola "sulla punta della lingua" ma di non riuscire a ricordarla?...Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma, dice che questi due fenomeni, lapsus il primo e T.o.t. (da "Tip of the tongue", "punta della lingua") il secondo, appartengono a quelli che la psicoanalisi definisce "atti mancati", cioè azioni apparentemente insensate e frutto di semplici distrazioni, ma che in realtà nascondono un desiderio inconscio....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI 24/11/2006 "Sempre più figli unici" di Lorenzo Olivero
".....Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma, dice che crescere da soli non comporta solo lati negativi. Ad es. la vita familiare per il bambino solo è probabilmente più semplificata. Il rapporto con mamma e papà è infatti più diretto e non subisce "ingerenze", anche affettive, da parte di fratelli e sorelle maggiori. Il bambino si sente così più sereno, sicuro e inserito all'interno della vita della famiglia....."
Dal MENSILE BENEFIT Ottobre 2006 "I nuovi complici della ciccia" di Silvia Finazzi
"..... Dallo stress ai condizionatori, dall'inquinamento all'infedeltà... Oggi l'aumento di peso è soprattutto il risultato di comportamenti che influiscono sul nostro metabolismo riducendo il dispendio energetico...Il dr. Gianni Lanari, psicoterapeuta e responsabile del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma, conferma che secondo una recente ricerca italiana il 92% delle coppie è ingrassata durante il primo anno di vita insieme....probabilmente durante tale periodo uomo e donna tendono a rilassarsi e spesso, ormai sicuri dell'amore dell'altro, non curano come prima il proprio aspetto....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 29/09/2006 "Vincere il mal da rientro di Lorenzo Olivero"
"..... Dopo la pausa dalle vacanze sono in molti a soffrire di malesseri legati alla ripresa delle abitudini di tutti i giorni....Il dr. Gianni Lanari evidenzia come probabilmente da un punto di vista emotivo in tale situazione la persona subisce un vero e proprio cambiamento al quale si adatta con difficoltà: passa cioè da un clima vacanziero caratterizzato da libertà, spensieratezza, assenza di orari, svago e relax, alla routine fatta di regole e impegni spesso pressanti che, in alcuni casi, può divenire fonte di un forte stress. Si trova ad affrontare una situazione simile ad un "piccolo lutto": l'abbandono di una realtà che porta benessere ( la vacanza) e la ripresa di una che implica responsabilità individuali, familiari, lavorative quotidiane. Di conseguenza possono subentrare malinconia, noia, apatia, scontrosità....."
Dal SETTIMANALE DONNA MODERNA 23/08/2006 "Il panico ti attacca? E tu attaccalo" di Laura D'Orsi
"..... Chi
ha
provato
un
attacco
di
panico
è
terrorizzato
dall'idea
che
possa
capitare
ancora.
Perchè,
recuperare
la
calma
e
la
freddezza
quando
si
perde
il
controllo
in
maniera
così
irrazionale
e
ingiustificata,
non
è
facile.
Il
dr.
Gianni
Lanari
nel
libro
-
Lanari
G.,
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 18/08/2006 "Attacchi di panico: possono diventare positivi" di Silvia Finazzi
"..... Si
calcola
che
circa
il
2%
delle
persone
soffra
di
attacchi
di
panico.
Un
disturbo
più
diffuso
di
quanto
si
pensi,
anche
se
difficile
da
riconoscere
e,
soprattutto,
da
accettare.
Eppure
questo
problema
così
negativo
può
trasformarsi
in
una
risorsa
inaspettata
per
migliorare
la
qualità
della
propria
vita...ciò
afferma
il
dr.
Gianni
Lanari
autore
di
-
Lanari
G.,
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 4/08/2006 "Chi ha paura delle vacanze?" di Silvia Finazzi
"..... C'è anche chi le vacanze non le ama proprio e preferisce non farle, oppure le fa senza godersele....Lo psicoterapeuta Gianni Lanari afferma che per godersi appieno le vacanze potrebbe essere utile:
-non darsi l'imperativo di divertirsi a tutti i costi, altrimenti le ferie diventano un lavoro
-concedersi di esplorare nuovi aspetti di se stessi
-aprirsi a nuove conoscenze per allargare la cerchia di amicizie
-eliminare i pensieri negativi
-scattare foto mentali degli attimi più belli e pieni, in modo da poterle utilizzare durante l'inverno per trovare nuove energie
-non darsi troppo regole....."
Dal MENSILE INSIEME Agosto 2006 "Spiaggia. Lui dov'è?" di Margherita Geronimo
"..... Basta una piccola distrazione e lui, che era al nostro fianco fino ad un attimo prima, sparisce inghiottito nel mare di folla. Ammettiamolo: è la nostra più grande paura. Ecco perchè dobbiamo imparare ad affrontarla con i bambini. Usando le parole giuste, le strategie efficaci...Lo psicoterapeuta Gianni Lanari ipotizza che probabilmente se il bambino si allontana e la mamma lo perde di vista, più è piccolo e più è preferibile raccoglierlo senza sgridarlo, intimorirlo e colpevolizzarlo. Va anzi consolato per l'eventuale spavento che forse si è preso, mostrandogli la propria gioia nell'averlo ritrovato. Tale comportamento lo aiuterà a maturare fiducia in se stesso. Solo successivamente, se è in grado di comprendervi, sarà opportuno spiegargli, con calma e fermezza, l'importanza di avvisare sempre i genitori prima di allontanarsi....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 16/12/2005 "Dislessia: vincerla si può" di Silvia Finazzi
"..... La dislessia è da intendere come un disturbo della lettura ed è classificata tra i disturbi dell'apprendimento....di fatto benchè si tratti di un disturbo ormai noto, spesso si verificano ritardi nel riconoscimento del problema e quindi nella diagnosi e nella cura...se il disturbo viene individuato precocemente, quando il bambino è alle sue prime esperienze scolastiche, diventa più semplice trovarne la soluzione tramite la psicoterapia, la riabilitazione didattica e la logopedia....."
Dal MENSILE DONNA IN FORMA Dicembre 2005 "Per essere sexy basta volerlo" di Annamaria D'Alessandro e Silvia Finazzi
".....il termine "sexy" non va per forza associato solo a elementi esteriori, come le forme procaci o gli abiti provocanti.....a volte è sexy un particolare unico, personale, come un tono della voce, un modo di guardare o di muoversi, paradossalmente anche una lieve imperfezione fisica....."
Il matrimonio lungo ma infelice non giova alla salute
27/01/2006
Secondo
l
‘ultimo
studio
effettuato
da
due
ricercatori
americani
della
Penn
State
University
i
matrimoni
lunghi
ma
infelici
nuocciono
alla
salute.
Il
livello
di
stress
psicologico
è
molto
più
alto
negli
sposi
insoddisfatti
che
fatalmente
si
ritrovano
con
un’autostima
molto
più
bassa.Per
rimediare
e
recuperare
in
salute,
secondo
i
due
studiosi
,non
c’è
che
il
divorzio
perché
l’impatto
negativo
di
un’unione
triste
supera
di
gran
lunga
i
benefici
apportati
dall’unione
in
sé.Ma
quando
si
può
dire
che
una
coppia
di
lungo
corso
è
effettivamente
vincente
sotto
il
profilo
della
soddisfazione
reciproca?
Come
si
riesce
a
raggiungere
una
stabilità
matrimoniale
felice?
Secondo
gli
esperti
il
buon
affiatamento
tra
due
individui
si
verifica
quando
ciascuno
dei
due
mantiene
i
i
propri
spazi,
ossia
preserva
parte
di
quegli
interessi
personali
che
non
coinvolgono
l’altro
e
nello
stesso
tempo
costruisce
un
patrimonio
di
valori
comuni
che
sono
generalmente
la
gestione
della
convivenza,
la
sessualità,
la
comunicazione
affettiva,
la
casa,
il
tempo
libero,
i
figli
se
ci
sono,
i
rapporti
con
le
rispettive
famiglie
d’origine.
Anche
se
in
percentuali
diverse
questi
elementi
dovrebbero
essere
sempre
presenti
in
quello
spazio
che
i
due
partner
hanno
in
comune,
denominato
lo
spazio
del
“noi”
che
si
distingue
appunto
dallo
spazio
del
“sé”
e
da
quello
“dell’altro”.
“Non
c’è
da
preoccuparsi,
per
esempio,
se
la
donna
dichiara
di
voler
trascorrere
tutto
il
suo
tempo
libero
col
marito,
mentre
lui,
anche
se
ama
passare
le
vacanze
con
la
famiglia,
preferisce
di
domenica
andare
allo
stadio
con
gli
amici.
Ma
diversa
è
la
situazione-
ha
spiegato
lo
psicoterapeuta
Gianni
Lanari
-
se,
nello
spazio
comune,
lei
mette
la
sicurezza
economica,
i
figli,
l’affetto,
la
sessualità
e
lui
invece
mette
il
vantaggio
di
trovare
le
camicie
stirate,
qualcuno
che
lo
consola
se
il
lavoro
non
va
come
dovrebbe,
una
casa
dove
tornare
dopo
il
lavoro,
la
serata
con
gli
amici
al
bar”.
Ma
si
può
a
priori
prevedere
se
una
coppia
sarà
felicemente
stabile?
Secondo
lo
psicoterapeuta
italiano
Roberto
Cadonati,
autore
del
libro
“I
giochi
di
coppia,
le
posizioni
mentali
del
rapporto”,
le
probabilità
di
successo
di
una
relazione
dipendono
dalle
combinazioni
che
possono
instaurarsi
tra
i
partner.
Posto
che
ciascuno
riveste
un
ruolo,
occorre
vedere
se
si
combina
bene
con
quello
dell’altro.C’è
chi
gioca
a
fare
il
Bambino
sollecitando
nell’altro
l’istinto
di
protezione.
Delega
insomma
l’altro
di
compiti
e
responsabilità
offrendo
in
cambio
la
sua
dipendenza
emotiva.L’Adolescente
è
invece
quel
tipo
di
partner
che
vuole
mantenere
spazi
autonomi:
gli
piace
passare
le
serate
con
amici
piuttosto
che
intimamente
tra
le
pareti
domestiche.
Può
essere
infedele.Il
partner-
Madre,
affettuoso,
altruista,
rischia
invece
di
soffocare
l’autonomia
dell’altro
con
il
suo
affetto,
con
lo
spirito
altruista
e
la
capacità
di
perdonargli
ogni
cosa
anche
se
in
un
certo
senso
instaura
un
ricatto
del
tipo”se
ti
allontani,
soffro”.Il
partner
–Padre
che
raramente
si
mostra
affettuoso
e
non
si
lascia
mai
andare
alla
tenerezza,
pone
all’altro
delle
regole
precise
da
rispettare.
Il
suo
obiettivo
di
coppia
è
soprattutto
la
solidità
economica.Ora
le
combinazioni
vincenti
sono
Madre-Bambino
e
Padre-
Adolescente
perché
si
tratta
di
ruoli
complementari,
mentre
quelle
tra
partner
che
rivestono
ruoli
uguali
sono
a
rischio.
Senza
dire
che
il
futuro
è
molto
dubbio
anche
per
le
combinazioni
Padre-
Bambino
e
Madre-
Adolescente.Nel
primi
caso
il
Bambino
si
rende
conto
che
il
Padre
non
accetta
la
sua
fragilità
e
il
Padre,
dal
canto
suo,
si
sente
sovraccaricato
dai
compiti
quotidiani
che
il
Bambino
gli
delega
in
continuazione,
in
tutti
gli
ambiti.Il
Bambino
poi
ha
bisogno
di
dimostrazioni
affettive
mentre
l’altro
lesina
le
attenzioni.
Nel
secondo
caso,
invece
,il
partner
Madre
vuole
soddisfare
i
bisogni
affettivi
dell’altro,
mentre
l’Adolescente
non
permette
che
qualcuno
si
prenda
cura
di
lui
e
anzi
cerca
di
evitare
ogni
interferenza
alla
sua
autonomia.
Così
il
gioco
rischia
di
far
soffrire
entrambi.
Insomma,
per
far
sì
che
una
relazione
sia
felicemente
duratura,
bisogna
evitare
il
punto
di
non
ritorno
facendo
attenzione
a
quegli
sguardi
di
troppo
o
a
quelle
parole
non
dette
che
possono
far
divampare
il
litigio.
Spezzare
cioè
la
spirale
negativa
delle
incomprensioni.
Dice
John
Gottman,
autore
della
teoria
del
flooding
(in
inglese
allagamento):”
La
molla
che
fa
“allagare”
la
comunicazione
tra
i
partner
è
diversa
nei
due
sessi.
Nell’uomo,
il
meccanismo
si
mette
in
moto
in
seguito
alle
reazioni
aggressive
della
moglie
che
nascono
da
un
eccesso
di
difesa.Le
donne
invece
diventano
vittime
del
flooding
se
il
marito
interrompe
bruscamente
la
discussione,
scuotendo
la
testa,
sbattendo
la
porta
o
esplodendo
in
un
“lasciamo
perdere.”
In
entrambi
i
casi
si
forma
una
sorta
di
memoria
negativa,
una
piccola
cicatrice
che
si
va
ad
aggiungere
a
quelle
incise
precedentemente.
Cosicché
questo
accumulo
di
ricordi
negativi
fa
aumentare
la
sensibilità
al
conflitto
accelerandone
la
comparsa.
Ne
consegue
che
se
la
coppia
raggiunge
il
flooding
alla
prima
discussione
dopo
una
mezz’ora,
la
volta
successiva
ci
metterà
di
meno.Secondo
gli
studiosi
americani
la
riduzione
del
tempo
di
sopportazione
alle
risposte
del
partner
è
direttamente
proporzionale
al
divorzio:prima
si
raggiunge
il
punto
di
non
ritorno,
più
si
avvicina
la
crisi.
“Bisogna
gettare
acqua
sul
fuoco
conflittuale.
Invece
di
lanciare
accuse
è
bene
usare
nel
dialogo
col
partner
formule
come
“forse
non
è
colpa
tua”,
oppure
“cerca
di
capire,
suggerisce
John
Gottman
secondo
il
quale
c’è
un
sistema
aritmetico
molto
efficace
per
riconoscere
le
coppie
destinate
al
naufragio.
Se
nei
primi
dieci
anni
di
matrimonio,
su
cento
commenti
a
proposito
del
partner,
meno
di
cinque
sono
negativi,
la
coppia
è
destinata
alla
stabilità.
Se
invece
i
commenti
negativi
sono
più
di
dieci,
l’unione
è
destinata
a
finire
con
tempi
tanto
più
ravvicinati
quanto
crescono
i
numeri.
Dal MENSILE BIMBISANI & BELLI Febbraio 2006 "Perchè mi sento così triste? La depressione post-partum, un fenomeno dalle molte sfaccettature" di Silvia Finazzi
"..... La gravidanza può essere un evento anche stressante e il modo in cui la donna l'affronta può influire sui suoi stati d'animo dopo la nascita del bebé. Una leggera depressione può quindi essere considerata normale e passeggera. In alcuni casi, invece, è consigliabile l'aiuto dello psicoterapeuta....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 17/02/2006 "L'ossessione dello shopping" di Valeria Ghitti
"..... Malgrado la classificazione controversa, il problema viene spesso fatto rientrare nella categoria generale dei disturbi ossessivi compulsivi.... chi ne è colpito non può fare a meno di comprare, si sente come costretto a fare acquisti e non riesce a smettere, tanto che tale comportamento può avere serie conseguenze sulla situazione economica della persona, alterando anche i rapporti familiari...per ricevere un aiuto efficace è bene rivolgersi ad uno psicoterapeuta....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 17/03/2006 "Bacio di donna" di Lorenzo Olivero
"..... Romantico, ma anche stuzzicante e malizioso, il bacio è un ingrediente fondamentale del gioco erotico, non solo come preliminare, ma anche come forma di comunicazione e fonte di intimità... forse non a caso è spesso una delle prime cose che vengono a mancare all'interno di una coppia in crisi..... "
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 5/05/2006 "Quando diventare papà fa paura" di Silvia Finazzi
"..... Probabilmente oggi gli uomini tendono ad essere più coinvolti nella crescita e nell'educazione dei propri figli, ma ciò non toglie che siano spesso spaventati all'idea di diventare padri. Oltre alle preoccupazioni concrete, soprattutto di tipo economico, molte volte subentrano timori di natura psicologica...a volte infatti la nascita di un figlio può essere vissuta come inconciliabile con il desiderio di affermazione di sé attraverso il lavoro e la ricerca di piacere immediato....."
da LA STAMPA web 7/12/2005 "Pornodipendenza web: Il fenomeno sommerso del popolo della rete" di Ivan Fulco
Tra i fenomeni di dipendenza dalla Rete è uno tra i meno conosciuti, ma non per la scarsa diffusione. Negli Stati Uniti si contano più di cento gruppi di aiuto online, frequentati ogni giorno da migliaia di cybernavigatori, che sfruttano l'anonimato offerto dalla rete per fare outing e, in questo modo, una sorta di terapia di gruppo. La pornodipendenza web rientra tra i cosiddetti IAD, Internet Addiction Desorder. In campo medico se ne parla dalla fine degli anni '90, ma dal punto di vista sociale rimane un fenomeno parzialmente sommerso. Gianni Lanari, psicoterapeuta, è uno dei pochi specialisti ad occuparsi oggi di questo problema in Italia. «Il pornodipendente web – spiega Lanari, presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia - soffre di una patologia ossessivo-compulsiva. Non può fare a meno della pornografia web ed è posseduto da essa. Perde l’integrità personale e la libertà: si rifugia in un mondo di fantasie sessuali, lontano spesso dalla normale vita amorosa e dal rapporto con gli altri».Un'ossessione, racconta chi di pornodipendenza ha sofferto, che può portare fino all'annullamento della coscienza psico-fisica, inducendo a trascorrere anche dieci ore consecutive davanti al monitor, privandosi di cibo e sonno. Ma che trascina, soprattutto, in un vortice di isolamento dal quale è difficile uscire. In Italia, come detto, sono ancora pochi ad occuparsi del problema. Anche per questo, nel 2003, Vincenzo Punzi ha deciso di fondare un sito dedicato, "No alla Pornodipendenza", per raccogliere le testimonianze dei navigatori dipendenti, ma soprattutto per metterli in contatto tra loro. Quali sono le iniziative del gruppo? «La principale – racconta Punzi - è quella di aiutarsi scambievolmente, raccontandosi, rispondendo l'uno alle domande dell'altro, consolandosi ed anche criticandosi, mettendo ognuno a disposizione la propria esperienza. L'altra iniziativa che vorrei riuscire a realizzare è la creazione di gruppi dal vivo, come gli alcolisti anonimi. Ma purtroppo ancora non ci siamo riusciti, a causa del problema "vergogna"». È soprattutto a causa delle inibizioni sociali, infatti, che ancora oggi è difficile definire le dimensioni del fenomeno, sia in Italia che a livello mondiale. «Io credo – prosegue Punzi - che non sia possibile avere dei dati attendibili. Per il semplice fatto che il pornodipendente non ha coscienza della sua condizione di dipendenza e, in ogni caso, si vergogna totalmente di confessarla. Se io faccio una statistica fra, ad esempio, 1000 fruitori di Internet e ad un certo punto ad ognuno chiedo "ma lei è dipendente dalla pornografia?", il 100% risponderà di no. L'unica cosa che si può dire è che "sono tanti". E questi scaricano pornografia appena possono: a casa, al lavoro, in biblioteca. In Italia, per quello che mi risulta, c'è un solo gruppo realmente attivo di auto-aiuto online. Negli USA ce ne sono 110, su yahoo.com, tra grandi e piccoli». La nascita di gruppi di discussione è in parte una conseguenza del ritardo della medicina ufficiale, ancora in una fase iniziale di analisi: «La particolare natura della pornodipendenza web – spiega il dottor Lanari - e la sua relativa "novità" sullo scenario dei disturbi di dipendenza ne fanno un problema ancora in fase di studio. Esistono tuttavia centri specializzati per il trattamento della dipendenza sessuale. Al riguardo, il Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma sta organizzando un gruppo di auto-mutuo-aiuto per dipendenti dalla pornografia online e/o da chat erotica. |
| |
|
|
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 11/11/2005 "L'amore che non ti aspetti" di Silvia Finazzi
"..... Dopo la fine di una storia d'amore, molti vivono un periodo di crisi. C'è chi si butta a capofitto in nuove relazioni e chi, invece, si isola. In ogni caso molte persone faticano ad innamorarsi anche se magari lo vorrebbero.... a volte però accade: ci si innamora veramente quando ormai non ci si sperava più oppure si torna ad amare dopo una storia finita male... spesso però è solo dopo aver coltivato la propria autostima che ci si innamora davvero....."
Da PSYCHOLOGIES MAGAZINE Ottobre 2005 "Affrontare la perdita di una persona cara"
".....Il gruppo di auto mutuo aiuto per persone che hanno perso il partner organizzato dal CISP è un momento di conforto e condivisione delle proprie emozioni ed esperienze. Nasce nell'intento di stare vicino agli individui nel periodo di smarrimento così che non si sentano soli e, imparando ad accettare il cambiamento traumatico, possono superare il passato e guardare al futuro....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 7/10/2005 "Piromani: perchè appiccano il fuoco" di Sonia Parzani
".....Per piromania si intende una tendenza a provocare intenzionalmente degli incendi in modo ripetuto, senza scopo di lucro. I piromani di solito provano tensione o eccitazione emotiva prima di appiccare l'incendio.....si tratta spesso di un impulso irrefrenabile che viene placato solo appiccando l'incendio e osservando le fiamme....se si sospetta che una persona cara abbia tali caratteristiche, è bene aiutarla consigliandole di parlarne con uno psicoterapeuta....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 26/08/2005 "Se ti piace l'uomo di un'altra" di Silvia Finazzi
"..... L'attrazione nei confronti di una persona probabilmente affonda le sue radici profonde nel desiderio sessuale. Di solito tutto ciò vuol dire però anche vivere il desiderio di possesso e di esclusività del partner. Perchè allora alcune donne frustrano questo desiderio, cercando l'amore di un uomo impegnato? L'origine di tale tendenza potrebbe risalire all'età infantile.... è probabile quindi che se da piccola la bambina non ha vissuto con calore ed empatia la relazione con i genitori, nella vita adulta tenderà a ricercare situazioni difficili o addirittura impossibili....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 29/07/2005 "Lingue velenose - perchè si sparla" di Silvia Finazzi
"..... Il pettegolezzo viene di solito inteso come un "chiacchierare in merito alla vita privata altrui, una sorta di intrusione verbale incentrata su questioni intime riguardanti qualcuno che si conosce....l'intento è quasi sempre quello di esprimere giudizi e critiche........dedicare gran parte del tempo a parlare male degli altri può significare anche allontanarsi da sé, dalle proprie passioni , come se la curiosità per la propria persona fosse poco viva o addirittura inesistente....e la difficoltà a parlare di sé e del proprio mondo è spesso la spia di una scarsa fiducia nelle proprie capacità....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 10/06/2005 "Dai sfogo alla tua rabbia" di Silvia Finazzi
".....La collera è spesso considerata un'emozione scomoda, sconveniente, associata all'aggressività, tanto che spesso la nostra cultura ci suggerisce di reprimerla per non compromettere relazioni rilevanti e per essere accettati e amati. Così si cresce nella convinzione che quando si è arrabbiati sia meglio stare zitti, perchè urlare "non sta bene"...Eppure, ogni tanto, arrabbiarsi può dare alcuni benefici: libera dalla tensione e magari permette di risolvere la situazione......La rabbia può essere inoltre utilizzata costruttivamente trasformandola in energia che ci permette di realizzare in maniera funzionale i nostri desideri....."
Dal MENSILE BENEFIT Giugno 2005 "La coppia che scoppia" di Arrigo Ribolla
".....Dice lo psicoterapeuta Gianni Lanari ....nelle coppie ideali probabilmente l'intelligenza, il buon senso e l'affiatamento sono le armi vincenti dell'unione...oltre a ciò, nella coppia felice c'è probabilmente la capacità di mantenere i propri spazi: ciascuno dei due partner dovrebbe preservare una parte degli interessi personali, che non coinvolgono l'altro e, allo stesso tempo, costruire un patrimonio di valori comuni....le basi in comune di solito corrispondono alla gestione della convivenza, alla sessualità, alla comunicazione affettiva, ai rapporti con le famiglie d'origine ecc....."
Da VITA magazine 25/05/2005 "Un gruppo di auto mutuo aiuto per chi ha perso il partner" di Gabriella Meroni
"..... Il Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma organizza un GRUPPO DI AUTO MUTUO AIUTO PER PERSONE CHE HANNO PERSO IL PARTNER . Un momento di confronto, di condivisione delle proprie emozioni e delle proprie esperienze. L'intento è quello di dare la possibilità alle persone che hanno perso il partner di non sentirsi sole nel momento di smarrimento e di lottare per costruire la propria vita....."
Dal
MENSILE
BENEFIT
Aprile
2005
"Il
manuale
del
primo
incontro"
di
Vera
Pigorini
".....Dopo mesi di occhiate furtive, di saluti appena accennati e di rossori, lui si fa avanti e ti chiede di uscire. Naturalmente gli dici di si e naturalmente pensi che dovrai fare tantissime cose per arrivare perfetta al primo appuntamento: ceretta, magari un massaggio, messa in piega. E poi, comprare qualcosa di carino da indossare...Ma fra tutti questi impegni troverai anche il tempo di fermarti a riflettere su quale comportamento dovrai tenere? Sarà meglio mostrarsi timida per non spaventarlo oppure fargli capire subito che ti piace? E se dici o fai qualche cosa di sbagliato, e lui non ti volesse più vedere? Meglio prepararsi anche mentalmente all'incontro, oltre che fisicamente: con l'aiuto di Gianni Lanari, psicoterapeuta a Roma, abbiamo stilato un possibile decalogo dei probabili comportamenti da adottare (o da evitare) durante un primo appuntamento....."
Dal SETTIMANALE DONNA MODERNA 9/03/2005 "Le piccole, grandi vergogne" di Serena Viviani
".....Chiedere uno sconto. Rifiutare un favore a un'amica. Dire di no a un invito a cena. Per te sono tutte imprese impossibili. Ti preoccupi troppo delle reazioni degli altri e le tue vere emozioni rimangono bloccate. La via d'uscita c'è. Caso per caso, gli esperti ti suggeriscono le probabili mosse vincenti....."L'ideale, nel confrontarsi con un altro, è riuscire ad essere assertivi" spiega Gianni Lanari, Psicoterapeuta e Presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma "Significa che, anche in una situazione di difficoltà, si riesce a trovare un modo di comunicare rispettoso, evitando l'aggressività e la passività. Ma in alcune situazioni specifiche si può anche decidere di adottare una soluzione diversa, perchè più vantaggiosa... ad esempio l'aggressività strategica o la passività strategica....Il Centro Italiano Sviluppo Psicologia al riguardo organizza periodicamente a Roma il Corso di Addestramento alla Comunicazione Assertiva ....."
Dal SETTIMANALE PANORAMA 24/02/2005 "Aiuto web per pornotossici" di Angelo Sica
".....Riconosciuta negli Stati Uniti dalle assicurazioni sanitarie, anche in Italia la pornodipendenza tiene accesi molti pc. Se ne è reso conto Vincenzo Punzi quando, il 23 aprile 2003, su consiglio dello psicoterapeuta che lo aveva in cura, ha fondato l'unico gruppo italiano telematico di autoaiuto...Oggi gli iscritti al gruppo sono 880...."Il pornodipendente" spiega Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia "soffre di una patologia ossessivo compulsiva. Non può fare a meno della pornografia ed è posseduto da essa. Perde l'integrità personale e la libertà: si rifugia in un mondo di fantasie sessuali, lontano spesso dalla normale vita amorosa e dal rapporto con gli altri.....Internet non solo ha ampliato la quantità del materiale pornografico, ma lo ha reso facilmente accessibile....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 18/02/2005 "Collezionismo: passione o mania?" di Silvia Finazzi
".....Il collezionismo, in generale, è la tendenza ad accumulare oggetti di vario genere. Si tratta di una passione che alcune volte è presente fin dall'infanzia. Tipica dei bambini è la tendenza a collezionare figurine o quella di conservare oggetti di valore soggettivo: si tratta di comportamenti pieni di senso in un'età di passaggio (le collezioni, infatti, permettono probabilmente di mantenere un legame con il passato)....Il collezionismo è una passione che contagia molte persone. Per un collezionista, probabilmente, il valore del "chi sono" si misura attraverso il "che cosa possiedo": una collezione è una conferma di sé, delle proprie competenze e delle proprie capacità.....In alcuni casi, il collezionare, più che un hobby diventa una mania.....La passione diventa mania quando il collezionista è irretito nel desiderio dell'accumulo fino a cadere in una voragine che attrae e a cui è impossibile sottrarsi. Il questo modo, il collezionista corre il rischio di non essere il protagonista della sua collezione, ma di diventare succube degli oggetti raccolti....."
Da YOURSELF il magazine della psicologia Gennaio 2005 "Nell'era delle veline" di Chiara Settingiano
".....Il mito della donna dea resiste"..... Così la pensano Gianni Lanari e Roberta De Bellis, Psicologi del CISP (Centro Italiano Sviluppo Psicologia) ai quali abbiamo chiesto che cosa incarna la velina nell'immaginario comune. "Molto probabilmente" comincia Lanari "incarna il mito della bellezza, della sensualità, della femminilità e dell'erotismo.....Quando si parla di televisione o cinema, viene in mente la figura e l'immagine della velina come punto di partenza per tutte quelle ragazze che vogliono 'sfondare' nel mondo dello spettacolo. La velina rappresenta un trampolino di lancio, un inizio per poi arrivare (e non sempre) a far qualcosa nel mondo mediatico....è la 'dea' del 2000, se volessimo usare una metafora....."
Dal SETTIMANALE ANNA 21/12/2004 "Acqua in bocca" di Paola Brianti
".....Uno, nessuno, centomila: non importa quanti sono gli scheletri degli ex che tenete nell'armadio. Avete comunque due modi per agire con il partner. Il primo: parlarne.....Il secondo: tacere.........D'altro canto "i segreti tendono probabilmente a rendere più difficile il rapporto di coppia", spiega lo psicoterapeuta Gianni Lanari "e il silenzio potrebbe significare che la storia passata non è del tutto chiusa, che fa ancora soffrire....."
Dal MENSILE BENEFIT Dicembre 2004 "Il giocattolo giusto" di Silvia Finazzi
"..... Anche se i bambini di oggi vengono ricoperti di doni durante tutto l'anno, e sono abituati ad avere tutto, il Natale non perde probabilmente il suo significato tradizionale, dice Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma...Non si tratta solo di una questione materiale: i regali che si trovano sotto l'albero hanno anche un significato affettivo. Sono la dimostrazione dell'affetto degli altri...Ci sono giochi per tutti i gusti e tutte le esigenze. Diventa così difficile per un genitore trovare il regalo più adatto al proprio figlio. Spesso mamme e papà vengono assalite dal dubbio: meglio affidarsi alle ultime tendenze in tema di giocattoli, oppure fare una scelta più ponderata, in base all'età e alla personalità del bambino? La soluzione migliore probabilmente sta nel mezzo: un'occhiata al mercato è sempre utile, (perché ormai anche i bambini amano essere al passo con i tempi), ma un regalo, anche se ultra moderno, non sarà gradito se poco consono al proprio modo di essere. I fattori da tenere in considerazione al momento della scelta sono: gusti, passioni e attitudini del bambino...Ci si chiede inoltre se sia giusto comprare ciò che vuole il bambino, o se, magari, sia meglio scegliere qualche cosa di più istruttivo. I bambini oggi , sono spesso autosufficienti, tanto da saper scegliere ciò che piace loro. Quindi, da un lato, è forse meglio cercare di accontentare le loro richieste. Ma bisogna anche considerare che molti ragazzini hanno bisogno di essere guidati nelle loro scelte...E' raro, infatti, che un bambino scelga spontaneamente un gioco impegnato, ma lo può fare se qualcuno gli ha insegnato l'importanza e anche la bellezza di attività all'apparenza noiose. Ecco perché gli insegnanti e i genitori dovrebbero probabilmente "portare per mano" il bambino, indirizzandolo verso ciò che più è utile e favorevole alla sua crescita. A Natale potrebbe, quindi, essere utile regalare qualcosa che piace anche ai genitori, oltre al dono espressamente chiesto dal bambino. A patto, però, di non lasciare il lavoro a metà: non è sufficiente regalare al piccolo il gioco istruttivo, ma è consigliabile anche giocare, imparare e divertirsi insieme con lui....."
Da YOURSELF il magazine della psicologia Novembre 2004 "Amica pigrizia ovvero: in fuga dalla fatica"di Barbara Songia
".....La pigrizia è uno stato mentale e fisico caratterizzato dal rimandare ad un altro giorno i propri impegni e le proprie responsabilità. In alcuni casi nasconde una profonda insicurezza o una scarsa autostima e un timore verso il mondo esterno che porta, nei casi estremi, al ritiro sociale" spiega Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia ..."....il rimandare al domani i propri impegni nasconde spesso situazioni conflittuali che portano la persona a vivere male......Un atteggiamento di pigrizia costante, caratterizzato da una ricerca di svago perenne può portare la persona a vivere in un mondo proprio, spesso lontano dalla realtà circostante e a prima vista gradevole, perché libero da impegni e responsabilità.....con il passare del tempo l'atteggiamento del temporeggiare, se non opportunamente modificato, verrà probabilmente rafforzato dalla persona che tenderà ad autolimitarsi sempre di più. Il ritardatario doc è di solito molto bravo nel convincere gli altri che il suo comportamento dipende da cause esterne negative, che hanno inciso nella sua inettitudine e passività dinanzi alle situazioni.....Ad un pigro stanco di essere tale consiglierei una psicoterapia finalizzata al potenziamento del proprio benessere....Per incentivare la cultura del benessere psicologico il Centro Italiano Sviluppo Psicologia organizza periodicamente la Settimana Nazionale della Prevenzione Psicologica che offre in tutta Italia la possibilità di una consultazione gratuita....."
Dal MENSILE STARBENE Novembre 2004 "Fai con noi il tagliando!" di Roberto Sonaglia
".....Spesso in Italia vengono promosse delle campagne di prevenzione per proteggersi da diversi disturbi e malattie....il Centro Italiano Sviluppo Psicologia propone periodicamente la Settimana Nazionale della Prevenzione Psicologica...per chi ha un "disagio" psicologico, ma anche per chi vuole semplicemente potenziare il proprio benessere, 300 Psicologi apriranno gratuitamente i loro studi in tutta Italia....."
Dal MENSILE BENEFIT Novembre 2004 "Lui, lei e....i soldi" di Silvia Finazzi
".....I soldi hanno un ruolo preminente nella società odierna: rappresentano infatti probabilmente uno degli elementi che portano all'equilibrio o allo squilibrio tra i partner", dice Gianni Lanari, Psicologo e Psicoterapeuta del CISP (Centro Italiano Sviluppo Psicologia)..."...a volte i partner che hanno difficoltà economiche tendono a diventare più suscettibili, meno tolleranti e pazienti verso l'altro.......Partner equilibrati e intenzionati a far durare il rapporto cercheranno invece di affrontare insieme le difficoltà, piuttosto che scaricare sull'altro eventuali tensioni, ansie e preoccupazioni....."
Dal SETTIMANALE VIVERSANI & BELLI 15/10/2004 "Gemelli: uguali ma diversi" di Silvia Finazzi
".....Anche se d'aspetto sono simili, è consigliabile che i gemelli vengano sempre considerati come persone distinte per favorirne uno sviluppo autonomo...al riguardo il CISP - Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma, sta organizzando dei corsi su "come diventare un genitore efficace" che prevedono una parte specifica dedicata ai genitori dei gemelli....."
Da PER ME - MENSILE FEMMINILE DI PSICOLOGIA Agosto 2004 "Da dove nasce la paura dell'acqua" di Gian Marco Merlo
".....Dai, andiamo a farci il bagno!". Gli altri si tuffano uno dopo l'altro e basta un attimo per ritrovarsi da soli. Ma non c'è niente da fare: quell'enorme specchio di mare è un mostro sconfinato che incute terrore. "Una forte avversione per l'acqua spesso non può essere considerata soltanto una paura" dice Gianni Lanari, psicoterapeuta. "Quando persiste per un lungo periodo è probabile che diventi una vera e propria fobia, conosciuta col nome di idrofobia. Può presentarsi a qualunque età e chi ne soffre di solito è consapevole che il suo timore è eccessivo. Eppure non riesce a controllarlo. E la sua reazione istintiva è quella di fuggire, per evitare ciò che fa star male"....Inutile dirlo , questa fobia finisce con il condizionare le vacanze. Cercare di farsi forza non basta. Ogni volta che si cerca di sfidarla, si finisce puntualmente sconfitti. "I malesseri spesso iniziano ancora prima di avvicinarsi all'acqua" continua lo psicoterapeuta. "A volte l'idrofobia suscita un'ansia anticipatoria che può portare a un vero e proprio attacco di panico. E scatena una serie di reazioni difficili da controllare: i muscoli diventano tesi, la fronte aggrottata. L'agitazione fa aumentare il battito cardiaco e la respirazione diventa affannosa. E soprattutto ci si sente totalmente incapaci di reagire a quello che sta accadendo". ..."spesso la fobia serve come sirena per richiamare l'attenzione su di sé: mostrarsi impauriti è un modo per lanciare richieste di aiuto o per rimarcare un bisogno di comprensione. Oppure può dipendere da conflitti interiori irrisolti , che riaffiorano sotto le sembianze di un ostacolo difficile da superare come può essere il mare o la piscina.....Un percorso psicoterapeutico adeguato è la soluzione più consigliabile per vincere tale fobia....."
Da MF (il quotidiano dei mercati finanziari) 10/08/2004 "E' il momento di staccare la spina" articolo di Giuseppe Di Vittorio
.....Gianni Lanari, presidente del C.I.S.P. (Centro Italiano Sviluppo Psicologia), ha ipotizzato una griglia di sintomi da affaticamento da trading, la cui manifestazione deve far riflettere sulla necessità di un recupero delle proprie energie. Se si hanno difficoltà a memorizzare le cose, disturbi del sonno e di concentrazione è meglio staccare per un po' le mani dal mouse. Allo stesso modo, un allarme psico-fisico deriva dall'ingiustificata irrequietezza motoria o, al contrario, dall'assenza di reattività agli stimoli esterni (stordimento). Per il riposo va bene anche la città. Il concetto di "giusto rilassamento" è molto soggettivo e varia quindi da trader a trader. Al riguardo, non è molto importante il tipo di scelta (mare, montagna, campagna ecc.) messa in atto per il defaticamento, ma è invece fondamentale il modo in cui tale scelta viene vissuta. Paradossalmente, ci si potrebbe riposare anche passando le vacanze in città.....
Dal MENSILE BENEFIT Agosto 2004 "Miss e Veline - che cos'hanno in testa?" di Nadia Accardi
.....Leggermente diverso è il discorso che riguarda un'altra parata di bellezze: il concorso di Miss Italia. L'edizione annuale di Salsomaggiore, infatti, propone valori e modelli più tradizionali e rassicuranti, rispetto al mondo delle Veline. "Miss Italia rimanda probabilmente all'idea della ragazza bella e brava e quasi irraggiungibile", dice Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia, "la Velina, invece probabilmente incarna il mito della venere tascabile" che ha lo scopo di sollecitare la fantasia maschile.....
Dal SETTIMANALE BELLA 8/06/2004 "Perché sono così incostante?" di Silvia Finazzi
*ogni volta (finché dura) è il grande amore......" i miei amici dicono che sono innamorata dell'idea di essere innamorata!", scherza Camilla, 35 anni, architetto a Catania. Ma non hanno tutti i torti. Già, perché in ogni storia lei si butta anima e corpo e sempre con la stessa convinzione che sia per sempre. Fin da subito. Peccato che duri poco. E' successo anche con Paolo. Dopo tre giorni era l'uomo della sua vita. Sono bastati quattro mesi per farlo cadere nel dimenticatoio, mentre con Andrea, incontrato una settimana fa, è già scoppiato il grande amore.
* il parere dell'esperto.....è probabile che in questo caso, dietro la passionalità si celi un disagio "forse Camilla ha bisogno di sentirsi coinvolta in storie dal forte impatto emotivo che la fanno evadere dalla routine", afferma lo psicoterapeuta Gianni Lanari. Un'altalena di sentimenti che rivela una certa difficoltà a mettersi in gioco, ad accettare il confronto con il partner in una relazione vera e non nella sua idealizzazione, un rapporto dunque da coltivare con amore, ma anche con impegno, giorno per giorno.....
* il consiglio.....Camilla deve probabilmente imparare ad accettare che la fiammata iniziale è destinata a ridimensionarsi in un fuoco che va alimentato. Se riuscirà a tollerare il naturale assestamento delle emozioni, scoprirà che non è una perdita, ma un'evoluzione.....
Da BORSA & FINANZA 24/04/2004 "Malati di trading, il rischio è reale" di Andrea Fiorini
".....Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia, ipotizza che alla base delle crisi del trader ci siano errori cognitivi ben identificabili: la polarizzazione (diventerò ricchissimo o perderò tutto quello che possiedo), ....l'ipergeneralizzazione (oggi ho perso due milioni, quindi come trader sono e sarò sempre un fallimento), la catastrofizzazione (un piccolo investitore come me in Borsa può solamente perdere)....."
Dal MENSILE BENEFIT Aprile 2004 "La scuola multietnica" di Silvia Finazzi
"...ma questo intreccio di tradizioni diverse disorienta i nostri bambini? Lo abbiamo chiesto a Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del C.I.S.P. (Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma) e a Roberta De Bellis, psicologa...
...per aiutare i bambini a gestire la diversità con cui entrano in contatto ogni giorno, sarebbe probabilmente consigliabile, già in ambito scolastico, avviare un progetto che abbia obiettivi ben precisi:
1. favorire la conoscenza dell'altro;
2. aiutare i bambini a considerare l'altro come una risorsa;
3. facilitare l'avvicinamento e l'interazione con le altre culture;
4. valorizzare le differenze ed individuare i punti di contatto tra le culture;
5. privilegiare la comunicazione attraverso l'insegnamento e l'approfondimento della lingua italiana scritta e orale, soprattutto nelle situazioni di vita quotidiana.
I programmi didattici dovrebbero perseguire questi scopi in maniera spontanea: così il bambino percepirebbe il "diverso" da sé in modo naturale. Per riuscire a farlo sarebbe sufficiente che le attività legate all'interculturalità venissero inserite nell'ambito del percorso di insegnamento alla pari delle altre discipline. In questo modo si imparerebbe a gestire la "diversità" come qualcosa non da evitare, bensì da apprendere, come una risorsa in più che arricchisce....."
Da POLIZIA MODERNA Mensile Ufficiale della Polizia di Stato Marzo 2004 "Affari magici" di Annalisa Bucchieri
".....secondo Gianni Lanari, responsabile del C.I.S.P. (Centro Italiano Sviluppo Psicologia) queste persone plagiate dagli stregoni del nuovo millennio usano probabilmente una categoria di pensiero disfunzionale, chiamata “fallacia di controllo”. Cioè pensano che gran parte di ciò che gli succede non dipenda da loro, ma da fattori esterni. Non si sentono responsabili né possono gestire o modificare l'andamento della propria vita. Quindi nei momenti di difficoltà o di disgrazia la soluzione migliore da ricercare è quella soprannaturale. Nella maggior parte dei casi il rituale magico o la fattura antimalocchio soddisfano il cliente. Sortiscono probabilmente un effetto placebo: tendo a sentirmi meglio dopo che mi sono rivolto al mago per il fatto di essere convinto di aver intrapreso la strada giusta....."
".....la Settimana Nazionale della Prevenzione Psicologica (www.prevenzione-psicologica.it), organizzata dal C.I.S.P. ...offre la consultazione gratuita di 300 esperti in tutta Italia, per diffondere la cultura del benessere psicologico....."
Dal MENSILE MARIE CLAIRE Aprile 2003 "Self Help Web" di Mariangela Masino
".....www.ansie.it è un servizio del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma....con tale servizio si ha la possibilità di avere informazioni che aiutano ad orientarsi nella cura di tali disturbi....."
Da MF (il quotidiano dei mercati finanziari) 4/03/2003 "Tol, quando la passione diventa dipendenza" articolo di Giuseppe Di Vittorio
".....la dipendenza da trading è probabilmente in relazione al desiderio di trovare soddisfazione quando altri impegni alternativi non ci permettono di realizzarci...ha evidenziato Gianni Lanari ......durante la Settimana Nazionale della Prevenzione Psicologica indetta dal CISP (Centro Italiano Sviluppo Psicologia) circa 300 Psicologi e Psicoterapeuti incontreranno gratuitamente anche chi ha problemi di dipendenza dal trading on line....."
Da BABELE - Periodico Quadrimestrale dell'Associazione Sammarinese degli Psicologi n.23 Gennaio 2003 "Settimana Nazionale della Prevenzione Psicologica"
".....la Settimana Nazionale per la Prevenzione Psicologica organizzata dal CISP è una iniziativa per lo sviluppo della cultura psicologica in Italia tramite un servizio di consultazione gratuito attivo per una settimana....."
Dal BOLLETTINO ORDINE PSICOLOGI REGIONE ABRUZZO Novembre 2002 "Settimana Nazionale della Prevenzione Psicologica"
".....la Settimana Nazionale della Prevenzione Psicologica organizzata dal CISP non ha quindi scopo di lucro, ma piuttosto si propone di sensibilizzare concretamente l'opinione pubblica sui problemi del disagio psicologico....."
Da PSYCHIATRY ON LINE - Periodico Mensile di Informazione Medico Scientifica - Novembre 2002 - "Settimana Nazionale della Prevenzione Psicologica"
".....abbiamo deciso come CISP di promuovere in tutta Italia una Settimana dedicata alla Prevenzione Psicologica ....un aiuto concreto ad aiutarsi....."
Dal MENSILE MEN'S HEALTH Settembre 2002 "Quando ti prende il PANICO" di Lorenza Guidotti
".....molti sintomi dell'attacco di panico sono in relazione con l'eccesso di ossigeno" precisa il dottor Gianni Lanari , Psicologo Psicoterapeuta Responsabile del CISP (Centro Italiano Sviluppo Psicologia)..".....per questo oggi in psicoterapia vengono usate anche tecniche di respirazione controllata...una respirazione corretta è molto importante per combattere i principali sintomi della crisi...l'anno scorso sono stati anticipati i risultati di uno studio del dottor Frank Wilhelm della Stanford University, uno dei maggiori esperti americani nelle alterazioni respiratorie legate a stati d'ansia: correggendo le disfunzioni respiratorie si può ridurre la frequenza e la gravità degli attacchi di panico...imparare a controllare la propria respirazione è un passo importante verso la cura degli attacchi di panico, ma non è l'unico.....le diverse tecniche della psicoterapia cognitivo comportamentale si sono quindi rilevate un grande alleato nella lotta al panico.....se non sai nuotare e stai affogando, il farmaco ha la stessa funzione di un salvagente: ti fa rimanere a galla, ma devi comunque imparare a nuotare per raggiungere la terraferma. Ed è proprio la psicoterapia che ti consente di arrivare a riva....."
Da TV SORRISI E CANZONI - SALUTE 4 Settembre 2002 "TERAPIE DI GRUPPO - tutti insieme contro la solitudine"
".....con i gruppi a.m.a. si offre a chiunque si senta solo la possibilità di incontrarsi, una volta alla settimana, per condividere esperienze e disagi comuni" spiega il dottor Gianni Lanari, presidente del C.I.S.P. "...quando ascoltiamo e cerchiamo di aiutare persone che hanno problemi uguali ai nostri, aiutiamo anche noi stessi..... trovare l'appoggio del gruppo fa probabilmente aumentare l'autostima....."
Dal SETTIMANALE TU 29/07/2002 "Aiutati che...l'unione fa la forza - i gruppi di auto mutuo aiuto"di Lorenza Guidotti
"....hai pochi amici?Oppure anche in mezzo a una folla assordante ti sembra di essere l'unica persona sulla terra? Da settembre puoi rivolgerti ad un gruppo di auto mutuo aiuto che darà l'opportunità ..di condividere le proprie esperienze e di aiutarsi reciprocamente...L'iniziativa è promossa dal CISP (Centro Italiano Sviluppo Psicologia) ....."
Dal MENSILE JACK (GRUNER MONDADORI) - Novembre 2001 - inchiesta "Pericolo: Prozac gratuito" di Anna Alberti
".....se questi sono i sospetti, allora, come si cura la depressione?. Ci sono più armi a disposizione ", risponde Gianni Lanari, psicoterapeuta e presidente del Centro Italiano Sviluppo Psicologia. ".....chi soffre di depressione si sente come se stesse annegando in mare aperto. Il farmaco è come un salvagente: serve per non affogare. Ma è con la psicoterapia che la persona depressa impara a nuotare e a raggiungere la riva....."
Da RAI 3 - 26/10/2001- programma televisivo " Fobie: conviverci o curarle?"
".....dr. Lanari, che cosa si intende per fobia?... La fobia consiste in una paura eccessiva e irrazionale, relativa ad oggetti, situazioni o animali. Esistono quindi ad esempio fobie per gli aghi, per il volo, per i cani ecc..Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità i disturbi ansiogeni (fobie, attacchi di panico, disturbi ossessivo compulsivi, disturbi post traumatici da stress) colpiscono più di 400 milioni di persone in tutto il mondo...La psicoterapia cognitivo comportamentale, nelle fobie e nei disturbi d'ansia in generale, è tra quelle che ha maggiori probabilità di successo e un rapporto costi/benefici più favorevole....."
Da RADIO VATICANA 05/05/2001 "Trasmissione Orizzonti Cristiani - puntata dedicata alla DEPRESSIONE"
".....dr.
Lanari,
quali
sono
per
gli
utenti,
i
vantaggi
dell'usufruire
di
un
servizio
informativo
on
line
sulla
psicoterapia?..Il
Centro
Italiano
Sviluppo
Psicologia,
tramite
i
siti
www.psicoterapie.org
Dal settimanale DONNA MODERNA del 23 Gennaio 2002
"Ma le donne sono brave investitrici?"
articolo di Mattia Pagnini
".....Gli esperti del sito www.psicologiadeltrader.it dicono che probabilmente le donne tendono a non lasciarsi prendere dall'euforia dei guadagni facili. Così come, in genere, non cadono in depressione alle prime perdite. Probabilmente perché mettono in conto le oscillazioni del mercato . Di solito hanno inoltre l'equilibrio di chi gestisce da sempre il budget di casa . L'unico problema è che a volte devono dimostrare a tutti i costi ai famigliari di essere brave. Anche in Borsa....."
Da MF (il quotidiano dei mercati finanziari) di Martedi 20 Febbraio 2001
LO PSICOLOGO: NO ALL'ECCESSO DI OTTIMISMO O DI PESSIMISMO
Alla ricerca dell'equilibrio (articolo di GIUSEPPE DI VITTORIO)
Che cosa un trader non dovrebbe mai fare? Risposta: probabilmente incorrere in errori cognitivi. A dirlo è Gianni Lanari che dal 1996 si occupa di psicologia del trader. "A volte nella vita quotidiana, come nel pensiero dell'investitore, ci si trova di fronte ad alcuni errori cognitivi e ad alcune distorsioni specifiche", ha spiegato Lanari a MF Trading on-line, sottolineando in particolare che "il trader deve probabilmente evitare gli errori cognitivi come i pensieri polarizzati del tipo "va tutto bene" oppure "va tutto male" e quindi "diventerò ricchissimo con la Borsa" oppure "sento che perderò tutto". Peraltro, ha ricordato Lanari, "questo concetto è applicabile anche nella vita quotidiana extra-investimenti". Per il benessere interiore ci vuole equilibrio e quindi, semplificando, l'investitore non deve pensare di essere il mago della finanza in caso di guadagni , né pensare di essere un fallito in caso di perdite. Altri gravi errori di pensiero sono, secondo Lanari, "l'inferenza arbitraria, cioè il trarre arbitrariamente delle conclusioni (per esempio se con Tiscali ho guadagnato il 100%, con Seat guadagnerò almeno il 500%) oppure la catastrofizzazione, cioè la tendenza al pessimismo in caso di risultati negativi (per esempio un piccolo investitore come me può solo perdere in Borsa)". Lanari ha anche costruito un proprio sito internet sull'argomento all'indirizzo www.psicologiadeltrader.it , che si propone una verifica empirica delle ipotesi teoriche elaborate. Le sue conclusioni non si soffermano tanto sul campo della patologia e quindi sugli effetti del deterioramento dell'attività di Borsa e lo stress da trading, ma sull'elaborazione di alcune convinzioni utili per il successo dell'attività di trading. Lo sviluppo della psicologia del trading è in ascesa nel nostro paese, il maggiore interesse è percepibile anche sulla base dell'attenzione dei media per questo argomento.
Da ABITARE A ROMA - quindicinale di informazione - 2/10/2003 "Servizio Psicoinforma dal vivo"
".....Il C.I.S.P. offre un servizio informativo e di orientamento alla psicoterapia e ai gruppi di auto mutuo aiuto. L'iniziativa, che ha lo scopo di educare alla cultura del benessere psicologico, fornisce la possibilità di avere a disposizione per un'ora uno psicoterapeuta a cui fare qualsiasi tipo di domanda riguardante il potenziamento del tuo benessere. Per usufruire del servizio informativo: prendere un appuntamento telefonando al n. 0622796355 o al n. 0622796354 e andare all'appuntamento presso il Centro Compositarch di Roma in viale Carlo Felice 101 int. 2 (fermata metro S. Giovanni). Il tutto è completamente gratuito....."
Da LA REPUBBLICA - inserto SALUTE - di giovedi 18 Settembre 2003
Fanno
paura
responsabilità
e
novità
Si
può
delineare
una
psicologia
del
pigro?
Risponde
Gianni
Lanari,
presidente
del
Centro
Italiano
Sviluppo
Psicologia.
«La
pigrizia
è
lo
stato
caratterizzato
dall’essere
restii
ad
agire,
muoversi
e
prendere
decisioni.
Tale
situazione
può
essere
episodica
o
cronica.
Dal
punto
di
vista
cognitivo
è
probabile
che
il
pigro
tenda
ad
utilizzare
uno
stile
specifico
di
pensiero
distorto
definito
"fallacia
del
cambiamento"
e
che
parta
dal
presupposto
che
l’eventuale
cambiamento
per
adattarsi
alle
situazioni
non
deve
essere
suo,
ma
dell’entità
esterna
con
cui
interagisce».Tende
inoltre
ad
utilizzare
alcune
delle
"idee
irrazionali"
di
Albert
Ellis.
Ad
esempio
l’idea
che
l’infelicità
umana
dipenda
da
cause
esterne
e
che
le
persone
hanno
poca
o
nessuna
capacità
di
controllare
le
proprie
pene
e
i
propri
disturbi,
o
l’idea
che
è
più
facile
evitare
certe
difficoltà
e
certe
responsabilità
piuttosto
che
affrontarle.
Tutto
ciò
porta
spesso
a
non
avere
le
caratteristiche
necessarie
all’indipendenza,
alla
sopravvivenza
e
alla
felicità.
«La
pigrizia
mentale
a
volte
viene
distinta
dalla
pigrizia
fisica,
ma
nella
maggior
parte
dei
casi
sono
l’una
collegata
all’altra»
continua
Lanari.
«Entrambe
risultano
dannose
per
uno
stile
di
vita
sano
e
caratterizzato
dal
benessere».
Come
rimediare?
«A
un
pigro
stanco
di
essere
tale
consiglierei
una
psicoterapia
finalizzata
al
potenziamento
del
proprio
benessere».
Dal MENSILE MEDICINA & SALUTE Marzo 2004 "Depressione: il male oscuro della mente" di Pasquale Navarra
INTERVISTE AL CISP
Da NEWS SETTIMANALE 21/09/2005 "Emergenza droga - alla ricerca di un dialogo" di Alessandro Valdina
La "moda", tra i giovani che fanno uso di sostanze stupefacenti, è quella del policonsumo: l'assunsione di più droghe, senza avere dipendenza da una di esse in particolare. E, se l'abuso si limita a una volta al mese, il fisico spesso riesce a riassorbire. "Per cui non è detto che il soggetto manifesti sintomi tali per cui si riesce a capire che sta assumendo droghe" spiega a News la dr.ssa Salvina Faraci del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma ( www.tossicodipendenze.net ). Ma per i genitori quali sono i segnali dello sballo del figlio? "Innanzitutto stati depressivi o particolare stanchezza" avverte Faraci "ma anche la mancanza di appetito e il cambio di umore sono altri due allert:Infine, anche i disturbi del sonno e la perdita di concentrazione sono elementi da valutare". C'è poi un segnale di natura economica "molti ragazzi oltre a consumare spacciano : I genitori s'insospettiscano quando a fronte di una paghetta di poche decine di euro, i figli girano con abiti firmati o nuovi cellulari sostenendo che si tratta dei pochi risparmi". Notati questi sintomi, si può intervenire. Ci sono cinque gradini fondamentali. "Innanzitutto un genitore dovrebbe placare le proprie ansie e informarsi sulle sostanze e sull'abuso; cercare il dialogo con il figlio , provando con l'approccio confidenziale "sono stato ragazzo anche io..."; chiedere a uno specialista come agire (bastano solo un paio di colloqui con i grandi) e portare l'adolescente da uno psicoterapeuta".
Dal Mensile BENEFIT Agosto 2005 "Il vestito secondo lo psicoanalista"di Silvia Finazzi
".....Del rapporto tra abbigliamento e personalità si occupa la "psicologia della moda". "Da sempre questa rappresenta uno strumento che permette di identificare se stessi, o il gruppo al quale si appartiene" spiega Barbara Corte, psicologa del Centro Italiano Sviluppo Psicologia di Roma. "Possiamo infatti distinguere tra una funzione sociale della moda , come espressione dell'appartenenza a ceti, classi sociali o gruppi e una funzione comunicativa legata, invece, ad aspetti individuali intrapsichici e relazionali". L'interesse psicologico per la moda compare attorno agli anni trenta, quando, sotto l'influenza del pensiero psicoanalitico, lo psicologo Flugel assegnò agli abiti una funzione di "estensione dell'io corporeo" arrivando a definire i tipi psicologici (il sublimato, l'austero, il sostenuto, il ribelle)....."