Bellezza e dieta sì, ma… Paola Locci Con l’avvicinarsi della bella stagione, si ripresenta il “problema” del corpo, questo involucro, più o meno interessante, che tante soddisfazioni – ma anche tanti grattacapi – può darci, almeno a quelli tra noi ben consapevoli di non essere costituiti solo da puro spirito. Ricominciano i masochistici e spietati esami davanti allo specchio di signorine, signore (ed anche signori!), alla ricerca di quel rotolino, di quel cuscinetto, ben nascosti e quasi dimenticati sotto i pesanti abiti invernali. Nella maggior parte dei casi, dopo il primo shock, ci si mette di buona lena a pedalare un po’ sulla cyclette, si rinuncia a qualche dolce o a qualche aperitivo, ci si spalma con una piacevole e profumata crema di bellezza, e… tutti al mare! Chi ha qualche problema un po’ più serio, farebbe bene ad evitare il fai-da-te – i medici non si stancano di ripeterlo – e ad affidarsi ad un buon dietologo. Dimagrirà forse più lentamente, ma ne guadagnerà in salute e… buonumore. Senza contare il fatto che ad un dimagrimento troppo rapido, segue immancabilmente il recupero altrettanto rapido dei chili perduti. Quindi, un po’ di pazienza, e i risultati saranno ottimi. Tutto questo però non ha nulla a che fare con l’anoressia. Tra il naturale desiderio di essere - e apparire! - in piena forma, e la pervadente idea che il proprio corpo non sia mai abbastanza bello, magro, filiforme, c’è di mezzo quella sottilissima, a volte difficilmente percepibile, linea che separa la normalità dalla patologia. Ma proprio questa somiglianza con comportamenti molto diffusi e in definitiva sani, fa sì che l’anoressia venga spesso sottovalutata o misconosciuta. L’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare che insorge in modo subdolo e, se non curata correttamente, può gradualmente portare a conseguenze anche gravissime. Colpisce adolescenti e preadolescenti (più raramente interessa gli adulti) in prevalenza femmine, ma i maschi non ne sono esenti ed il loro numero è in aumento. E’ necessario pertanto saperne cogliere i primissimi segnali. Ed ovviamente sono i genitori chiamati a porre attenzione a questi segnali; ma anche i nonni, gli insegnanti, e tutti gli adulti che ruotano intorno ai giovanissimi, dovrebbero essere capaci di riconoscere, e segnalare, alcuni comportamenti che potrebbero preludere all’anoressia. Spesso è il pediatra o il medico di famiglia il primo ad interpretare correttamente certi segnali, sempre che ne sia messo al corrente - il medico di famiglia non vive a casa nostra - e consultato (la buona medicina si fonda sulla collaborazione medico-paziente). Quindi, se vostra figlia (o figlio), o nipote, o studente: presenta un crescente interesse ed un’eccessiva attenzione al proprio peso, alla propria figura, alla propria alimentazione se, pur avendo un peso adeguato all’età e all’altezza, comincia a lamentarsi di essere grassa/o, e a parlare della necessità di mettersi a dieta se comincia ad eliminare dai propri pasti alcuni alimenti, ritenuti particolarmente calorici, o comincia a saltare i pasti, o ad evitare di mangiare insieme agli altri se il suo umore, e le sue attività dipendono troppo da come percepisce il suo aspetto fisico se dedica troppo tempo ad attività fisiche molto stancanti, al fine di consumare calorie è il momento di porsi in uno stato di osservazione attenta e discreta, che non significa allarme, ed essere pronti, se questi segnali peggiorano o persistono più di qualche settimana, a consultare degli specialisti per chiedere consigli sul comportamento da adottare. E’ bene non aspettare troppo, ma neppure fare passi avventati. L’anoressia nervosa è una malattia seria che, una volta instaurata, richiede l’intervento di équipe multidisciplinari, ed esistono ormai numerosi centri specializzati, pubblici e privati, in quasi tutte le città principali, a cui è consigliabile rivolgersi fin dall’inizio, anche solo per ottenere informazioni o rassicurazioni. Esistono inoltre numerose associazioni (reperibili anche su Internet) la cui finalità è appunto quella di sensibilizzare e allertare i genitori – ma non solo loro - su questo problema. Un ultimo avvertimento riguarda quei comportamenti opposti al rifiuto di mangiare in modo sufficiente, rappresentati da un’eccessiva attrazione per il cibo o per alcuni cibi, grandi abbuffate, incapacità di limitarsi, con un apparente disinteresse per le conseguenze sull’estetica o sulla salute - bulimia - . O ancora un’alternanza tra i due opposti comportamenti. Anche questi possono essere segnali dello stesso problema, l’altra faccia di una stessa medaglia.
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