"Un
giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi,
ma
mai nessuna di esse sarà in grado di porne uno." (Albert
Einstein)
di Paola Locci
Gentile
amica, permettimi
di chiamarti così, anche se non ci conosciamo. Tempo
fa, nella sala d’aspetto di un ambulatorio, ho raccolto lo sfogo di un
signore in attesa della moglie, impegnata in un esame medico. La moglie
era stata invitata ad ulteriori approfondimenti dopo una visita senologica,
ben 4 anni prima. Quattro anni! Per quattro anni, la signora non era
riuscita a vincere quello che per tutti deve essere considerato il peggior
nemico:
la Paura. Non
ha mai fatto i controlli richiesti, ha evitato di parlarne, e forse anche
di pensarci, e la malattia sospettata quattro anni fa, quando era
perfettamente trattabile, ora la sta uccidendo. La
neoplasia della mammella
è la principale causa di morte nelle donne. Ma, paradossalmente, è anche
una malattia che registra sempre più spesso guarigioni definitive. Lo so,
penserai che questa è la solita raccomandazione sull’importanza della diagnosi
precoce. Sì, lo è, ma alla solita raccomandazione non
avere paura di controllarti, vorrei aggiungere un secondo urgente
messaggio: non fidarti delle
macchine. O
meglio, non fidarti solo delle macchine. Dopo aver fatto una semplice
mammografia, non pensare: ho fatto tutto quello che dovevo fare, ora sto
tranquilla.In questo campo esistono, tra le donne, varie scuole di
pensiero: molte pensano che un’ecografia sia più che sufficiente;
altrettante pensano che l’esame perfetto sia la mammografia; moltissime
pensano che l’esame clinico sia inutile perché tanto il medico si
limita a leggere i referti come si legge un test di gravidanza fai-da-te:
incinta SI', incinta NO. Sia
che tu decida autonomamente per degli esami in strutture private, sia che
tu scelga di servirti del servizio pubblico, ricordati che le
macchine non pensano. Ma tu devi farlo. Lo
so che una macchina ci toglie dall'imbarazzo di scegliere una persona di
cui fidarsi e a cui affidarsi; ci induce a credere di non aver bisogno di
nessuno; ci dà l'illusione di una neutrale asettica infallibilità.
Gli screening
mammografici “di massa”, ad esempio, sono indubbiamente utili e
facilmente accessibili, ma non sempre sono effettuati nel modo giusto, e
cominciano a levarsi su di essi molte autorevoli voci critiche. In
alcuni casi, vengono eseguiti senza visita preventiva, né successiva. In
altri termini, un tecnico esegue la mammografia, un radiologo – altrove
- la interpreta e firma il referto, senza mai vedere la paziente; la quale
a sua volta può ricevere due righe rassicuranti, senza sapere mai chi le
ha scritte e senza la possibilità di far esaminare le radiografie a
qualcun altro. Eppure quattro occhi vedrebbero meglio di due… Ci sono
casi in cui una banale mastopatia fibrocistica può confondere le idee,
oppure un piccolo tumore iniziale è in una posizione anomala e non viene
rilevato da una mammografia eseguita in modo standard, o ancora
l’immagine che ne deriva è poco chiara, e va completata con
un’ecografia.Potresti dire: ma gli screening hanno portato ad un aumento
delle diagnosi precoci. Ed è vero, ma tutto può essere migliorato, no?
Il rischio, in operazioni di questo tipo, condotte in
automatico e senza
un’adeguata informazione, sta nelle false
sicurezze che possono determinare. Se so di aver fatto una
mammografia con esito negativo, a che mi serve una visita? Un
medico esperto è capace di rilevare un nodulino sospetto più piccolo di
mezzo centimetro e distinguerlo, al tatto, da noduli innocenti. Bisognerebbe
tornare ad affidarsi ad un medico di fiducia, possibilmente ad uno di
quelli della vecchia scuola, che conoscono ancora la
semeiotica (=
studio dei segni e dei sintomi delle malattie) e come principale
strumento diagnostico usano le proprie mani e i propri sensi. Dovrebbe
essere lui - o lei - a decidere dell’utilità di una mammografia
e/o di un’ecografia, così come di altre indagini strumentali o
ematochimiche. Indagini che, non dimenticarlo, vanno eseguite bene, e
“interpretate” bene perché siano veramente valide. E
per quanto riguarda i centri pubblici? Esistono centri di prevenzione
seri: bisogna cercarli e non accontentarsi di quello sotto casa, solo
perché è comodo. Insomma,
è essenziale imparare, almeno in questo, a non
delegare completamente le decisioni che riguardano la nostra
salute, la nostra stessa vita; né alle macchine, né ad anonimi
protocolli ospedalieri; darsi da fare, informarsi, pretendere di più se
è necessario. Come dovrebbe essere un buon centro per la prevenzione dei
tumori della mammella?
-
Le
indagini strumentali dovrebbero essere sempre completate dall'esame
clinico di un oncologo, un senologo, o un chirurgo, con una
preparazione specifica. L’ideale sarebbe una visita prima delle
indagini strumentali, ed una successiva per la “restituzione”, in
termini di diagnosi, informazione e suggerimenti.
-
Possibilmente
il medico dovrebbe essere sempre lo stesso per la stessa paziente, in
modo che la conoscenza, nel corso degli anni, diventi un ulteriore
aiuto nel riconoscimento di eventuali “novità”.
-
La
paziente dovrebbe poter avere in prestito il materiale per poter
consultare un altro specialista, o anche solo per dare al proprio
medico di base l’opportunità di partecipare e collaborare
all’iter preventivo.
-
Il
referto e la diagnosi dovrebbero collocarsi in una normale routine in
cui il medico non è lasciato solo e ha la possibilità, nei casi
dubbi, di confrontarsi con le opinioni di altri colleghi, interni ed
esterni alla struttura, per una maggiore tranquillità anche del
medico stesso.
-
Infine,
ma non meno importante, l’informazione alle pazienti, che dovrebbe
essere chiara, semplice, e onesta: su vantaggi e svantaggi,
e soprattutto sui limiti, di ciascuna metodica, sul
danno potenziale dei raggi X, sulle difficoltà interpretative insite
nella diagnostica per immagini, sull’importanza dello stato di
efficienza dei macchinari utilizzati.
Troppo
complesso? Complesso sì, troppo non direi, data la complessità della
scienza medica e del suo oggetto: l’organismo umano.
Troppo
costoso? Non credo, se è vero – come mi risulta da fonti attendibili
– che gli screening di massa vengono sovvenzionati generosamente. Ma
allora perché non si fa tutto quello che si dovrebbe fare?
Cara
sconosciuta amica, la salute è il nostro bene più prezioso. Una
inadeguata applicazione delle linee guida consigliate dagli esperti, o un
cattivo uso del denaro pubblico, non devono indurci alla sfiducia o al
fatalismo.
Combatti
la paura, evita la pigrizia e la superficialità.
Prenditi cura
di te stessa in prima persona, usando la tua testa e il buon senso. E cerca
le persone giuste che ti aiutino in questo delicato compito, almeno
con lo stesso impegno con cui cercheresti un avvocato o un idraulico.
Non
si può sempre contare sulla fortuna.
P
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