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RIFLESSIONI SUL TEMA DELLA GUARIGIONE

Alessandro Reati*

 

Una primo osservazione interessante è rilevare quanto il concetto di “guarigione” viene ben poco esplorato dall’attuale cultura medica e psicologica. E’ possibile fare una verifica empirica: basta consultare una campionamento di dizionari, glossari ed enciclopedie specialistiche per scoprire che nella stragrande maggioranza dei casi il termine è semplicemente rimosso o trattato per rapidissimi accenni. La stessa situazione si presenta estendendo la ricerca all’ambito della produzione antropologica e sociologica. In questo modo è possibile aver rapida conferma che il tema della guarigione è “imbarazzante” perché espone chi lo utilizza (sia in riferimento ad una necessità culturale o professionale piuttosto che a un ben più cogente bisogno personale) al confronto con un universo in cui biologia e cultura si fondo e richiedono l’emersione dei valori di riferimento del soggetto. Nel linguaggio comune guarire è il ritornare (o il ristabilire) uno stato percepito come normale, originario e, soggettivamente, di benessere. Per la cultura medica ortodossa è, indicativamente, “il risolvimento favorevole e positivo di una condizione morbosa che ha avuto un’insorgenza e un decorso”[i]. In ambito psicologico e psichiatrico il concetto mostra tutta la sua fragilità perché “il disturbo psichico non è una malattia che cambia il corso dell’esistenza ma è il cambiamento stesso dell’esistenza; è un’esperienza, un pezzo di vita, una crisi e una vicenda che mutano una persona”[ii].

Il tema della guarigione è complesso in quanto porta il singolo soggetto e la sua rete sociale a confrontarsi con alcuni punti esistenziali quali:

-         Il riconoscimento di una dimensione biologica concreta

-         La presenza di emozioni e di vissuti

-         L’universo culturale di riferimento

-         La distribuzione delle risorse all’interno del sistema sociale

-         La riflessione sul senso dell’esistenza

-         La presenza di riferimenti culturali, ideologici e spirituali

Anche l’OMS ha da decennio evidenziato quanto la salute (e in particolare il benessere, ossia il “sentirsi in condizione di adeguata salute”) non sia un dato oggettivo, valicabile solo secondo i paradigmi scientifici dominanti, ma anche e soprattutto un insieme multifattoriale strettamente legato ad elementi culturali e sociali.Trasversalmente emerge anche un dualismo potenziale: normalità/patologia. Una situazione di guarigione aspirata (o perseguita) presuppone la percezione di un cambiamento di stato, la perdita di una condizione pregressa e l’entrata in una nuova forma, sia fisica che psichica. Un processo traducibile come il passaggio da un ordine pregresso ad un nuovo ordine caratterizzato da un vissuto di deficit e di perdita.

La medicina tende ha considerare la guarigione come l’esito fausto di un processo morboso e segmenta i possibili esiti tra:

-         il superamento di un una fase patologica che può lasciar sussistere lo spazio per recidive o riprese del fenomeno (guarigione in senso somatico)

-         la “restituito ad integrum”, ossia la guarigione pura e semplice, il ritorno alla condizione originaria

E’ evidente quanto il punto di riferimento della disciplina è la dimensione bio-fisiologica, centrata su quanto un organismo è o meno in possesso di una sua funzionalità (approccio nosologico in riferimento a standard statistici) e quanto, in riferimento ad uno specifico paziente, un processo di perdita di funzionalità può essere variamente fronteggiato, arrestato o eliminato (approccio clinico classico).Le persone percepiscono però il fenomeno diversamente. Già nel 1987 una ricerca Censis aveva evidenziato che mediamente “guarire” è inteso come “tornare in condizioni di buona salute” e che per buona salute veniva inteso:

-          trovarsi in uno stato di benessere psico-fisico (51,4 %)

-          sentirsi efficiente, in forma, capace di svolgere le mie attività di sempre (29,7 %)

-          essere soddisfatto ed ottimista (10,1 %)

-          non avere alcuna malattia (8,9 %)

La percezione spontanea sembrerebbe essere assonante al paradigma medico classico sono in una percentuale inferiore al 10 % mentre la maggioranza delle opinioni richiamerebbe ad una visione più olistica o semplicemente di soddisfazione del rapporto tra la propria identità corporea e l’ambiente.Questo quadro percettivo (in seguito indicativamente confermato da altre ricerche simili) sembrerebbe riportare in auge, in maniera del tutto istintiva, alcuni dei temi principali del Corpus Ippocraticum:

-          salute come stato di equilibrio

-          importanza delle influenze ambientali

Ne risultano però trascurati altri che, dal punto di vista transpersonale, sono invece fondamentali, in particolare in vista di un processo di guarigione inteso come un’acquisizione di consapevolezza della propria condizione, ossia:

-          interdipendenza psiche corpo

-          rilevanza della dimensione esistenziale e, almeno per una parte dei soggetti, spirituale

-          intrinseco potere guaritore della natura

Con il termine consapevolezza ci si può richiamare a numerose diverse visioni. Nel complesso possiamo coglierlo come un termine che, in chiave transpersonale, accoglie in sé:

-          le interconnessioni tra soggetto e di diversi campi di integrazione (biologico, micro e macro sociale, ideologico-culturale, spirituale)

-          le dinamiche psichiche, in particolare quelle derivate da temi quali la paura, gli attaccamenti, le sofferenze, le delusioni ed i traumi

-          Il senso dell’esistenza e il tentativo di sviluppare una propria “filosofia spontanea”

“Guarire” diventa dunque un comprendere la propria condizione, in piena responsabilità e anche tramite l’accettazione di ogni contributo che il vivere stesso ci offre, operando in maniera intenzionale (e quindi sviluppando un maggiore controllo somatopsichico[iii]) verso forme di evoluzione, sia fisica (cogliendo l’ineluttabilità dei cicli biologici) sia psico-spirituale (apprezzando le dimensioni sottili dei diversi stati di coscienza).

 

Riferimento bibliografici

Armezzani M., Cassini A., Comparini A.   Salute, ben-essere e soggettività.   McGraw-Hill.

Bestini M.   Psicologia e salute. Prevenzione della patologia e promozione della salute.   Carocci.

Bonino S.   Psicologia per la salute.   CEA.

Braibanti P.   Pensare la salute. Orizzonti e nodi critici della psicologia della salute.   Franco Angeli.

Bulgarini G.   Psicologia, malattia e salute.   La Scuola.

Cigoli V., Mariotti M.   Il medico, la famiglia, la comunità. L’approccio biopsicosociale alla salute ed alla malattia.   Centro Scientifico.

Farnè M.   Psicologia, salute e malattia.   Zanichelli.

Gerardi E., Peirone G.   Vivere sani, vivere sereni. Per una psicologia della salute.  L’Arciere.

Lattuada P.L.   Oltre la mente. Teoria e pratica della psicologia transpersonale.   Franco Angeli

Locke S., Colligan D.  La mente che guarisce. La nuova frontiera della salute.   Giunti.

Majani G.   Introduzione alla psicologia della salute.   Erickson.

Paciotti I.   La salute integrale. La malattia rifugio dell’ego.   Edizioni Mediterranee.

Pagliaro G., Martino E.   Il tao della salute. Il modello olistico in psicologia.   UPSEL.

Petrillo G.   Psicologia sociale della salute. Salute e malattia come costruzioni sociali.   Liguori.

Pietrantoni L.   La psicologia della salute.   Carocci.

Schnake A.   I dialoghi del corpo. Un approccio olistico alla salute ed alla malattia.   Borla.

Solano L., Coda R.   Relazioni, emozioni, salute. Introduzione alla psicoimmunologia.   Piccin.

Solano L.   Tra mente e corpo. Come si costruisce la salute.   Cortina.

Stroebe W., Stroebe M.S.   Psicologia sociale e salute.   McGraw-Hill.

Vaughan F.E.   Spiritualità e salute nella psicologia transpersonale.   Cittadella.

Zani B., Cicognani E.   Psicologia della salute.   Il Mulino.


* Alessandro Reati, psicologo. Libero professionista e professore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano (facoltà di medicina) e la Libera Università di Bolzano (scuola di specializzazione per l’insegnamento superiore, facoltà di scienze della formazione).   info@alessandroreati.it

[i] Cfr AA.VV.   Medicina e salute.   Motta Editore.

[ii] Jervis G.   manuale critico di psichiatria.   Feltrinelli.

[iii] Il tema può essere esplorato seguendo il filone più propriamente psicologico (a.e. Reich e Lowen), piuttosto che fisiopsicologico (a.e. l’elaborazioni di Rolf), o ancora recuperando l’esperienze codificate nei diversi filoni orientali (sia psicoginnici, a.e. lo yoga, che marziali).

 

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