L'importanza
dell'imparare ad essere genitori
Laura
Bonanni
In
questo breve articolo voglio affrontare un argomento a mio avviso molto
importante ed a me caro: il rapporto tra genitori e figli.
Si parla spesso di prevenzione primaria del disagio psichico, quale
terreno migliore se non quello della famiglia per attuare un così
importante intervento?
Certamente l'organizzazione scolastica e i mass media possono fare molto
al riguardo, ma non dimentichiamo che la famiglia gioca un ruolo
fondamentale sia nell'ambito educativo che in quello della prevenzione del
disagio mentale.
Il "mestiere" di genitore, come ben sa chi ha dei bambini, non
è cosa né semplice né tanto meno scontata. Genitori non si nasce ma si
impara ad esserlo giorno per giorno crescendo insieme ai propri figli.
Una grossa fonte di disagio per i genitori può derivare dalla scarsa
conoscenza di sé e del figlio che cresce; conoscere quali siano i bisogni
e le necessità di se stessi e dei propri figli può sostenere ed
incoraggiare nel compito di genitori.
Lo psicologo americano P.Levin, nel suo articolo Il
ciclo di sviluppo, parla di alcuni stadi evolutivi che l'individuo
attraversa dalla nascita all'adolescenza. Il primo, lo stadio
"dell'esistere", abbraccia il periodo che va dalla nascita ai
sei mesi. Il bambino presenta in questa fase bisogni fondamentali di tipo
strettamente fisiologico (essere nutrito, pulito....) e di natura
psicologica (essere accarezzato, tenuto in braccio...). L'essere toccato
ed accarezzato è veramente un gesto importante che permette al bambino di
costruire la propria identità corporea. In questo stadio si consiglia
all'adulto di mostrarsi più attento nel cogliere i messaggi che il
piccolo gli invia e disponibile a lasciarsi un po' guidare da essi. Nel
contempo è opportuno che i genitori imparino a prendere maggior cura di sé,
ponendo attenzione all'alimentazione, agli hobbies, al riposo ed a
chiedere aiuto negli inevitabili momenti di stanchezza ai quali potranno
andare incontro.
Dai sei ai diciotto mesi
(stadio "dell'esplorazione") il bambino è impegnatissimo nel
conoscere il mondo che lo circonda e le persone che gli sono accanto. A
quattro zampe si aggira per la casa mettendo in bocca tutto ciò che
colpisce la sua curiosità. Il piccolo si stacca dalla mamma per poi
ritornarvi nei momenti di difficoltà ed è importante che trovi in lei un
punto di riferimento sicuro. In questo periodo ai genitori è richiesta
una buona dose di energia, in quanto il bambino va costantemente seguito e
stimolato.
Dai diciotto mesi ai tre anni entriamo nella fase "della
sperimentazione", meglio conosciuta come la fase dei "no",
del "mio": in tal modo egli comincia a porre un confine tra sè
e gli altri. Il distacco dalla mamma è più forte ora e continuerà
velocemente dopo il terzo anno. L'asilo prima, la scuola elementare poi,
segneranno un ulteriore sviluppo comportamentale e cognitivo, grazie al
suo rapporto con coetanei ed inseganti.
Molte sono le domande che un bambino di sei anno fa ai suoi genitori ed a
volte alcune di esse possono essere vermente imbarazzanti per l'adulto.
Quelle più frequenti sono legate al sesso, alla morte, a Dio. Come
comportarsi? E' sempre buona norma rispondere e quando non si sa cosa dire
evitare di bloccare il bambino con un secco "no" o con rapidi
cambi di discorso. Egli ha bisogno, per separare realtà da fantasia, di
conoscere.
Certamente non è possibile essere esaustivi in poche righe sui compiti di
un genitore né su tutte le tappe evolutive del bambino. Ciò che preme
sottolineare è che ogni fase dello sviluppo presenta proprie peculiarità
che vanno conosciute e prese in considerazione se si vuole dare al figlio
l'opportunità di una "sana" crescita.
Rispettare se stessi in quelli che sono bisogni, paure, tempi personali di
crescita è una buona regola per poter fare altrettanto nei confronti dei
propri figli.
Negli ultimi anni sono nati corsi per genitori che non solo hanno
l'obiettivo di fornire una più approfondita conoscenza della psicologia
dell'età evolutiva, ma consentono anche, attraverso un libero scambio di
esperienze, un sostegno reciproco fra genitori.
La prima prevenzione del disagio psichico si opera nella famiglia. Quindi
l'apprendere sane modalità di interazione con i propri figli nelle
diverse fasi di crescita è indispensabile.
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