Università
degli Studi di Urbino Corso
di Laurea in Psicologia Cattedra
di Psicologia delle Dipendenze Patologiche Prof.
Moreno Marcucci Dott.
Giuseppe Lavenia IAD:
Valutazione del fenomeno nella regione Abruzzo Adolescenti…
dipendenti del futuro? Ricerca
a cura di Moreno Marcucci, Giuseppe Lavenia, Giovanni Ruggiero, Michele
Cuppone (elaborazione dati) Maggio/Giugno
2004 La
storia ci ha sempre fornito due versioni riguardanti qualunque tipo di
scoperta scientifica: una che grida al miracolo, l’altra che dinanzi
alla stessa scoperta, teme l’apocalisse (ma d’altronde ciò che non
conosciamo da sempre ci intimorisce). E’
innegabile che Internet abbia mutato il nostro modo di comunicare; non è
una moda come a molti piacerebbe pensare o credere: si tratta di una vera
e propria rivoluzione del mondo delle comunicazioni. Volendo anche un
nuovo modo per gestire contatti e affetti. “Non
sono le conquiste scientifiche a minacciare l’uomo, ma l’utilizzo
sbagliato che se ne fa”[2].
Questo
lavoro non deve essere visto come una critica nei confronti di Internet:
lo scopo è stato quello di tentare di fornire una valutazione
qualitativa, e anche quantitativa, dell’impatto che questo nuovo mezzo
di comunicazione ha avuto sulla nostra vita, il nostro modo di comunicare,
la nostra società e la nostra personalità. Scelta
e descrizione della metodologia adottata La
Ricerca Abbiamo
ritenuto opportuno, come primo passo per la buona riuscita dello studio,
realizzare un test, l’Internet Trap Test (I.T.T.)[3],
che ci permettesse di verificare il grado d’intossicazione
(coinvolgimento) raggiunto dai soggetti nei confronti della nuova
tecnologia Internet. -
Dipendenza: tolleranza, abuso, astinenza, impatto sulla vita reale
(relazioni, salute, lavoro, abitudini). -
Tratto[4]
impulsivo: si è preferito indagare questo punto poiché, dai numerosi
colloqui effettuati, è emerso che il net-dipendente, e in generale buona
parte degli utenti valutati, tendono a scaricare su internet
malumori, frustrazioni e depressioni. L’azione impulsiva appare loro
gratificante ma malauguratamente tale appagamento è patologicamente
distorto poiché denuncia l’incapacità del soggetto a sopportare
tensioni e frustrazioni. -
Tratto schizoide: interessi e passatempi, qualità delle relazioni
personali, espressività, emotività, rapporto con il sesso. Grande
importanza è stata data alla valutazione dei loro divertimenti che di
solito tendono ad aumentare lo stato di isolamento dalle altre persone. I
soggetti con questo tratto mostrano, infatti, un particolare interessate
alle cose, agli oggetti e alle macchine. Ne
sono derivate tre scale, la prima consente al terapeuta di evidenziare il
grado di dipendenza raggiunto, mentre le restanti due evidenziano la
possibile predisposizione psicologica che è alla base della
net-dipendenza. 1.
SCALA della DIPENDENZA (SD): evidenzia i sintomi ed i comportamenti della
dipendenza, tra cui tolleranza (aumento progressivo del tempo di
connessione), astinenza, ipercoinvolgimento, impatto sulla vita reale. 2.
SCALA dell’IMPULSIVITA’(SI): rileva frustrazioni, aggressività,
rimorsi e pentimenti, relazioni sociali. 3.
SCALA SCHIZOIDE (SH): . mette in evidenza la difficoltà da parte dei
soggetti di formare relazioni sociali stabili, la loro tendenza ad essere
individui “solitari” e la loro inclinazione ad integrarsi in gruppi. Sembra
opportuno fornire una distinzione tra Impulsività e Compulsività, in
maniera tale da evitare confusione tra due tipi di comportamenti che
potrebbero ad un primo sguardo sembrare molto simili, ma che a ben
guardare presentano grandi differenze.
Differenza
tra impulsività e compulsività[5] -
Impulsività: tendenza ad agire in base ad un impulso, quindi senza
riflettere o considerarne le conseguenze; Bleuler diceva che una parte
delle azioni impulsive sono automatiche, altre invece hanno il carattere
di azione di scarica, e dominata dal quadro affettivo o di scarica
di una tensione emotiva dalla quale i pazienti si sentono sempre più
messi a disagio. C.G.
Jung, non è d’accordo sull’identificazione bleuleriana tra impulsività
e automatismo:”preferirei non denominare impulsivi, ma automatici quei
processi che in un individuo una volta erano coscienti, e che col tempo si
sono automatizzati.” -
Compulsione (detta anche coazione): indica una tendenza coercitiva ed
irrazionale che spinge il soggetto a mettere in atto determinati
comportamenti di cui egli stesso riconosce l’inutilità e
l’inadeguatezza, ma la cui mancata esecuzione provocherebbe in lui
angoscia. Il
test presenta 25 domande e per ogni domanda ci sono cinque possibili
risposte: -
mai; -
raramente; -
ogni tanto; -
spesso; -
sempre; Inoltre
per la valutazione del tratto schizoide, sono state valutate le domande
11, 15, 17, 18, 20, 22: -
11: pensiate sia più facile confidarsi e parlare dei propri problemi con
n utente conosciuto in chat, rispetto ad un amico o conoscente non
virtuale? -
15: mentre siete collegati, vi capita di scattare, alzare la voce o
rispondere male se qualcuno vi disturba? -
17: vi è mai capitato di pensare che il sesso sia una perdita di tempo? -
18: stabilite nuovi rapporti con altri utenti quando siete online? -
20: quando siete collegati cercate di isolarvi? -
22: vi divertite a nascondere la vostra identità in rete? -
utenti regolari: i soggetti appartenenti a questa fascia sono in grado di
rimanere connessi a lungo, mantenendo il controllo della situazione); -
utenti problematici : i soggetti che rientrano in questa categoria possono
presentare già le prime problematiche dovute ( oppure esacerbate)
all’utilizzo di Internet; -
utenti a rischio: presentano un vissuto di curiosità nei confronti delle
opportunità offerte dalla rete. In questo stadio, simile alla fase di
luna di miele dell’eroinomane, l’utente è portato a vedere solo
gli aspetti positivi del mezzo tecnologico incoraggiandone l’utilizzo.
Tendono ad osservare ed apprendere come muoversi in questo nuovo mondo,
custodiscono gelosamente ogni nuova conquista e si costruiscono una
nuova identità. I soggetti appartenenti a questo gruppo tendendo ad
utilizzare il mezzo internet per “scaricare” la propria
insoddisfazione. L’utente in questa fase sostituisce il mondo
reale con un oggetto artificioso, quasi una sorta di “feticismo
tecnologico”, con il quale riesce a costruire un proprio mondo dove
finalmente è accettato e compreso. -
utenti abusatori : in questo caso i soggetti manifestano delle
caratteristiche analoghe agli assidui utilizzatori di oppiacei: gravi
problemi nelle relazioni affettive, importanti problematiche lavorative,
psicofisiche (problemi visivi, alterazione del ritmo circadiano, disturbi
nelle condotte alimentari, ecc). -
utenti dipendenti: in questo caso gli utenti presentano aspetti
psicopatologici più gravi; in alcuni casi disturbi dissociativi,
allucinazioni semplici visive, prosopoagnosia, ipertermie, tremori.
Elemento caratterizzante il dipendente è la presenza di precedente
diagnosi psichiatrica caratterizzata spesso da disturbi della sfera
sessuale e dell’umore; i soggetti valutati come dipendenti tendono
a prolungare i tempi di collegamento prefissati, spendono grandi quantità
di tempo nella ricerca del materiale da utilizzare in rete, utilizzano
incessantemente la rete per ottenere appagamento sessuale, interrompono
o riducono importanti attività sociali, lavorative o ricreative a causa
dell’utilizzo di Internet; utilizzano in maniera continua la rete
nonostante la consapevolezza di avere un problema sociale, psichico o
fisico ad essa collegata. Di
fondamentale importanza è stata l’introduzione di un modulo concernente
i dati personali, e l’autorizzazione all’utilizzo dei risultati in
questa ricerca. Un altro modulo, permetteva al soggetto di venire a
conoscenza dei risultati ottenuti, ricevere delucidazioni in proposito,
sostenere un colloquio al fine di comprendere al meglio le esperienze
personali vissute, (informazioni queste che sarebbe impossibile ottenere
con la sola compilazione del test). -
Prima classe: in questo caso il tratto non influisce sulla dipendenza; -
Seconda classe: qui il tratto sembra influenzare la dipendenza, ma non è
la causa principale; -
Terza classe: si può ritenere che la principale causa della dipendenza da
Internet riguardi soprattutto il tratto
schizoide che risulta molto forte; Alcuni
limiti del test della Young Le
ricerche effettuate dalla Young, hanno a nostro avviso evidenziato alcuni
limiti che ora ci accingiamo a riferire: -
la maggior parte delle sue ricerche, sono state condotte on-line e in
maniera anonima; -
come lei stessa afferma, il dipendente (o la maggior parte dei dipendenti)
non ha consapevolezza del suo problema: e allora, come si può pretendere
dal soggetto un’autovalutazione obiettiva? Inoltre è vero che i parenti
potrebbero essere al corrente del problema, e riferire a chi effettua la
ricerca le eventuali preoccupazioni; qualsiasi comunicazione da parte dei
parenti è impossibile data la forma anonima del test. -
in più, se una persona non è cosciente del problema, perché dovrebbe
compilare un test on-line, di cui non sente assolutamente la necessità? (è
importante sottolineare che un soggetto può non essere cosciente ne della
sua patologia, ne al corrente di una possibile patologia legata ad
Internet). -
in fine potrebbe essere significativo il fatto che gli utenti su cui è
stata svolta la ricerca, sono tutti americani, ovvero provenienti dal
paese leader nell’utilizzo di Internet. Per tal motivo i risultati
ottenuti dalla dottoressa Young, non sono, a nostro avviso,
generalizzabili in paesi dove il tasso di informatizzazione è
sensibilmente inferiore[6]. La
somministrazione La
somministrazione è avvenuta in tre fasi: nella
prima fase, si sono messi al corrente i soggetti del reale scopo della
ricerca: ovviamente tutto il test non è stato presentato come “ un test
che ha lo scopo di valutare la possibile dipendenza da Internet”, ma si
è cercato di dare alla presentazione una forma più “indolore”,
ovvero: “questo test ha come scopo quello di fornire un tentativo di
valutazione dell’impatto che Internet ha avuto sulle nostre vite e sulle
nostre relazioni” , in maniera tale da evitare di influenzare quanto più
possibile le risposte dei soggetti; nella
seconda fase il test viene compilato evitando di porre limiti temporali
nell’esecuzione; ci è parso corretto essere presenti durante la
compilazione del test, in modo da poter chiarire l’eventuale perplessità
in merito ai quesiti posti; diversi infatti i casi dove è risultato
importante chiarire alcuni punti che non risultavano di facile
comprensione; nel far questo si è cercato di attenersi alle normative
indicate per l’uso dei test, rispondendo nella maniera più semplice
possibile, ed eliminando ogni ambiguità o influenza; nell’ultima
fase i soggetti sono stati contattati (via telefono oppure tramite posta
elettronica) per sostenere un colloquio, in maniera tale da approfondire
le tematiche trattate nel test. Adottando
tale metodologia sono stati valutati 485 soggetti abruzzesi, 239(49,3%)
maschi e 246 (50,7%) femmine, d’età compresa tra i 14 e i 22 anni
sparsi in tutto il territorio abruzzese e reperiti grazie alla
collaborazione di diverse scuole superiori delle quattro province. 5.3
I Risultati Con
la metodologia indicata abbiamo ottenuto i seguenti risultati: -
il 74,6% dei soggetti (362 ragazzi) che si è sottoposto al test, è
rientrato nella categoria di “utenti regolari”; per la precisione, 159
utenti maschi (43,92%), e 203 utenti femmine (56,1%). -
il 22,7% dei soggetti (110 ragazzi) è rientrato nella categoria degli
utenti “problematici”; di questi 110 ragazzi 68 sono maschi (il
61,8%), e 42 sono donne (il 38,2%); 99,78 -
il l’1,9% dei soggetti intervistati, ovvero 9 soggetti di cui 8 maschi
(88,9%) e una femmina (11,1%), è rientrato nella categoria degli utenti
“a rischio”. -
3 ragazzi (lo 0.6%) rientrano nella soglia degli utenti "abusatori"
(solo maschi) . Viene allegata qui di seguito una tabella per
un’ulteriore distinzione per quanto riguarda le fasce d’età (tab.1)
Tab.1 Correlazione
con il tratto schizoide Abbiamo
cercato di correlare i risultati della scala di valutazione della
dipendenza con quelli riguardanti il tratto schizoide, per verificare
effettivamente quanto esso possa essere o meno, una delle possibili cause
della dipendenza da Internet (oppure una possibile causa della sua
cronicizzazione); anche se in effetti questa ricerca non ha evidenziato un
grande numero di utenti dipendenti (infatti non ci sono stati utenti
dipendenti), i risultati mostrano che una possibile correlazione tra la
dipendenza da Internet e il tratto schizoide può esserci; notiamo infatti
che: -
su 9 soggetti appartenenti alla categoria degli utenti classificati “a
rischio”, 5 (ovvero il 55,5%) mostrano un punteggio schizoide
appartenente alla seconda classe, ovvero quello che potrebbe essere una
delle cause (non l’unica determinante) della dipendenza; solo un
soggetto della categoria utenti a rischio, ha anche un punteggio schizoide
che rientra nella terza classe, ovvero quella che potrebbe considerare il
tratto come causa principale dell’IAD -
per quanto riguarda i soggetti considerati “problematici”, 50 su 110
(ovvero il 45,4%) presentano un punteggio schizoide che rientra nella
seconda classe, e solo uno presenta un punteggio che rientra nella terza -
gli utenti abusatori, 3 soggetti, presentavano invece una correlazione
positiva con il tratto schizoide: rientravano nella terza classe Il
resto dei soggetti a cui è stato sottoposto il test, ovvero 362 ragazzi
(quindi il 74,6% del campione), presenta una correlazione molto
minore con il tratto schizoide: solo il 25,4% ha mostrato un
punteggio del tratto, rientrante nella seconda classe. Questi
risultati possono allora metterci nella condizione di pensare, che in
effetti, la dipendenza da Internet possa essere anche dovuta ad un tratto
di personalità schizoide più o meno marcato, oltre alla presenza di
altri fattori concomitanti che non sono stati trattati in questo lavoro
(ad esempio tratti depressivi, disturbi ossessivi, ecc). 5.4
Esperienze cliniche I
colloqui effettuati dopo la somministrazione del test sono avvenuti “vis
a vis” seguendo le linee guida precedentemente impostate. Sintesi
del lavoro di ricerca (durata un anno e tre mesi): IAD: Valutazione del
fenomeno nella regione Abruzzo. Adolescenti… dipendenti del futuro?
M.Marcucci, G. Lavenia, G. Ruggiero, M. Cuppone (elaborazione dati)
[1] “Tutto è veleno, niente è veleno; solo la dosa fa il veleno”. Paracelso [2] Rita Levi Montalcini – Newton giugno 2001 [3] Internet Addiction Disorder: valutazione del fenomeno in Italia, M. Marucci G. Lavenia, pubblicato su CISP Rivista telematica semestrale di PSICOLOGIA e PSICOTERAPIA, Editore CENTRO ITALIANO SVILUPPO PSICOLOGIA numero I (2° semestre 2003). [4] Tratto: caratteristica stabile e duratura che rende diverso ogni individuo da tutti gli altri. [5] U.Galimberti, Enciclopedia di Psicologia, le Garzatine, Garzanti editore, 2001 [6] In America utilizza Internet il 41.06 % della popolazione, contro il 27.79 % dell’Europa, e il 25.76 dell’Asia
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