IL
VIDEOFONINO: UN NUOVO STRUMENTO PER FARE CONSULENZA PSICOLOGICA
di Roberta
De Bellis
La
popolazione umana, oggi, utilizza sempre più strumenti tecnologici che
hanno mutato nel corso del tempo la qualità del vivere quotidiano.
La presenza nel mercato di personal computer, telefoni cellulari,
dispositivi satellitari, televisione, ha enormemente modificato il tipo di
comunicazione e interazione fra le persone. C’è in ogni caso un divario
tra chi è esperto e utilizza le risorse tecnologiche offerte e chi invece
ancora fa fatica a comprendere la complessità (non usufruendo quindi)
delle stesse.
Internet ha sostituito in gran parte tante modalità di comunicazione
verbale: chat, newsgroup, e mail hanno preso il posto della classica
interazione “faccia a faccia”.
Il mondo scientifico ha colto l’occasione per allargare l’ambito
professionale anche e soprattutto nella Rete. Sempre più numerosi gli
Psicologi e gli Psicoterapeuti che forniscono consulenze psicologiche on
line e non solo. Pare che abbia preso piede, tutt’oggi, la possibilità
di “vedere” il cliente che fa la richiesta di aiuto attraverso la
cosiddetta audio-video consulenza.
Lo psicologo/a e/o psicoterapeuta attraverso un collegamento diretto
audio-video può aiutare a prevenire e promuovere la salute psicologica
del consultante e sostenerlo emotivamente.
Ci sono dei requisiti per poter realizzare una consulenza in collegamento
audio-video: essere in possesso di un PC; avere la possibilità di
connettersi ad Internet; poter utilizzare i programmi MNS Messenger e Net
Meeting e avere una scheda audio e video , un microfono e cuffie per la
trasmissione e l’ascolto della voce.
La consulenza audio-video deve essere realizzata da una stanza silenziosa
e chiusa, un ambiente protetto insomma analogo a quello del setting
tradizionale.
Meccanismi sofisticati e programmi informatici appositi, tutelano la
privacy delle persone che richiedono un servizio di questo tipo, sia per
ciò che riguarda la trasmissione da computer a computer dei dati scritti,
sia per quel che concerne la trasmissione in tempo reale delle immagini e
dei suoni.
Insomma, un passo in avanti rispetto alla consulenza on line che oramai è
diffusa largamente. I professionisti hanno pensato di utilizzare il nuovo
strumento per offrire un supporto più completo agli utenti grazie
all’ausilio delle immagini e dell’ascolto. Il soggetto che vede lo
specialista con cui interagisce si sentirà più “accolto” e lo
psicologo/a e/o psicoterapeuta che offre il servizio sarà facilitato nel
suo percorso di cura, poiché coglie aspetti della comunicazione
non-verbale, indispensabili ai fini di una prestazione efficace.
Ma la tecnologia non si è fermata qui. Il mercato dei telefoni cellulari
in questi ultimi anni si è “sbizzarrito” nella produzione di modelli
sempre più sofisticati e attenti alle esigenze dei fruitori.
Un’ultima innovazione è il cosiddetto “VIDEOFONINO”: la possibilità
di comunicare con l’altro via cellulare non soltanto attraverso la voce
, ma anche tramite le immagini in tempo reale. A tal proposito i
professionisti hanno pensato di estendere l’ambito delle loro
prestazioni psicologiche utilizzando il nuovo strumento. I videofonini per
le consulenze a distanza sono utilizzati ancora da pochi pionieri, ma non
si esclude che presto possano sostituire il classico “lettino dello
psicologo”.
Il professionista ha la possibilità di vedere in faccia il cliente, la
sua espressione e la postura, elementi fondamentali per la diagnosi.
La
richiesta di assistenza psicologica, attraverso l’utilizzo del
videofonino è stata fino ad ora elevata; a contribuire l’attività sono
i costi bassi degli apparecchi che fanno notevolmente risparmiare
l’utente rispetto al costo di una consulenza tradizionale. Sono state
redatte linee guida per la nuova attività: lo psicologo deve essere
sempre riconoscibile, iscritto ad un Ordine Regionale e deve soprattutto
garantire l’anonimato di chi fa richiesta. La consulenza tramite
l’utilizzo del videofonino rappresenta un ulteriore alternativa alla
pratica tradizionale, in particolare per quelle persone che sono
impossibilitate a recarsi da uno specialista personalmente.
Dalla
parte del professionista, non si può certo negare che rappresenta un
ampilamento ed un estensione delle sue possibilità lavorative.
E’ una risorsa in più che si va ad aggiungere al repertorio degli
interventi clinici già esistenti che hanno come caratteristica comune
quella della seduta faccia a faccia con lo specialista nella stanza della
consultazione.
Il videofonino come strumento utilizzato per fare consulenza psicologica
agevola l’utente che può liberamente essere “sostenuto” nel suo
disagio stando tranquillamente a casa. Può inoltre, facilitare la
realizzazione di un primo contatto con il professionista, sentendosi
alleviato nell’ansia che potrebbe scatenarsi quando si è consapevoli di
doversi recare di persona ad un appuntamento di questo tipo.
Lo strumento tecnologico in questione, così come la stessa Rete è una
difesa contro l’imbarazzo e la vergogna che il soggetto con un
disagio,può provare nell’esporsi pubblicamente dinanzi ad uno psicologo
e/o psicoterapeuta.
Nella
pratica tradizionale accade spesso che nell’arco di tempo che intercorre
tra il prendere un appuntamento per una consulenza e il recarsi
fisicamente, il cliente sviluppi paure e fantasie negative che potrebbero
impedirgli di rispettare l’incontro. La “chiamata telefonica”
alleggerisce l’utente anche soltanto perché interagisce da un contesto
che non è quello classico terapeutico, la stanza del consultante. Ma
anche intorno a questa iniziativa nuova si sono mossi dubbi e incertezze e
opposizioni legislative, bisognerebbe rafforzare quindi l’idea che il
fine comune dovrebbe essere il benessere psicologico dell’utente a
prescindere dallo strumento utilizzato, evitando di screditare strumenti
che fino ad ora si sono rivelati efficaci e corretti nel rispetto di norme
vigenti ben precise.
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